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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Crisi Safilo: no ai licenziamenti! Lottiamo per salvare tutti i posti di lavoro!

Volantino diffuso davanti agli stabilimenti della Safilo in provincia di Udine

(8 Giugno 2005)

Stabilimenti SAFILO:

-CALALZO: CHIUSURA (137 LICENZIATI E 123 “TRASFERITI” A LONGARONE)!
-RONCHIS e COSEANO: CHIUSURA (120 LICENZIATI E 115 CIRCA “TRASFERITI” A LONGARONE, PRECENICCO E MARTIGNACCO)!
-PRECENICCO: ”TRASFERIMENTO” DI 35 OPERAI DEL REPARTO PLASTICA A S. MARIA DELLA SALA (VE)!

All’incontro fra proprietà e sindacati del 1 giugno è stato dunque confermato il piano di riorganizzazione aziendale elaborato dal “tagliateste” americano McKenzie e commissionato dalle banche e dal gruppo manageriale della SAFILO.

Il piano industriale “servirà, è bene ricordarlo, a garantire l’occupazione degli stabilimenti in Italia. I 260 esuberi complessivi sono il sacrificio che chiediamo”. Queste le parole dell’amministratore delegato Lorenzon, dopo aver dichiarato gli oltre 940 milioni di euro di fatturato del 2004!

QUESTI PADRONI SONO SQUALI INDECENTI! CREDONO DI AVERE A CHE FARE CON LAVORATORI CREDULONI, CHE CEDERANNO AL RICATTO DI ESSERE MESSI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI, nella speranza che; nella tragedia, almeno qualcuno si salvi.

Ma non sarà così. Longarone, Martignacco, Precenicco, S.Maria della Sala non sono affatto al sicuro!

Alla De Longhi dicevano che solo lo stabilimento di Ampezzo sarebbe stato chiuso…Dopo pochi mesi anche gli stabilimenti veneti sono costretti a far fronte alla minaccia delle chiusure! Questa sarà la sorte anche della SAFILO se i sindacalisti cederanno alla volontà dei padroni!

Spremeranno come limoni gli operai per aumentare la produttività, e, tagliando così ancor di più i costi, potranno aumentare ulteriormente i dividenti per gli azionisti: nessuno è salvo o al sicuro. Con un piano di tagli così consistenti chi si può veramente sentire garantito?

SE DI CRISI SI DOVESSE TRATTARE, NON DOVREMMO COMUNQUE ACCETTARE CHE ESSA DIVENTI IL PRETESTO PER UN’ AZIENDA INTENZIONATA A MACINARE PROFITTI, PROFITTI E ANCORA PROFITTI A SPESE DI CENTINAIA DI LAVORATORI E DELLE LORO FAMIGLIE!

NON E’ PIU’ TEMPO DI ASPETTARE!!!

La manifestazione in Cadore del 31 maggio ha dimostrato la voglia di combattere dei lavoratori veneti: essi, al grido di “LA LOTTA E’ DURA, E NON CI FA PAURA” e di “BELLA CIAO” hanno fatto capire ai manager, alle banche, ed ai politici locali di che pasta sono fatti e come intendono difendersi dagli attacchi del padrone!

Ai dipendenti, perciò, non serve la carità: prepensionamenti, cassa integrazione straordinaria, incentivi alla fuoriuscita e alla formazione (per andare chissà dove poi?) o prepensionamenti (sono pochissimi ad avere l’età per ottenerli!) SONO TUTTE FORME CHE ANTICIPANO IL LICENZIAMENTO E CHE VANNO INCONTRO AGLI INTERESSI DEI PADRONI E NON DEI LAVORATORI!

Chi all’interno di CGIL e CISL dovesse avanzare simili proposte, ci dovrebbe chiarire se accetterebbe per sé la prospettiva di perdere il posto di lavoro, o in alternativa questa miseria, o se gradirebbe il trasferimento a centinaia di km da casa sua per poche centinaia di EURO ? Tutto ciò è inaccettabile.

COSA BISOGNA ATTENDERE, CHE SVUOTINO GLI STABILIMENTI?

E’ NECESSARIO INIZIARE SUBITO LA LOTTA:

Formando un COMITATO DI LOTTA, composto da portavoce eletti in assemblea, in grado di affiancare le RSU nella vertenza e di promuovere il protagonismo di tutti i lavoratori per decidere democraticamente come essa vada portata avanti;

Costruendo una CASSA DI RESISTENZA: è necessario appellarsi alla cittadinanza, agli studenti e ai lavoratori delle altre fabbriche, facendo assemblee pubbliche e interventi in altre aziende del territorio, per spiegare la situazione e ottenere sottoscrizioni per finanziare la LOTTA, che costerà soldi e necessiterà di risorse per poter durare;

Organizzando uno SCIOPERO GENERALE DI 24 ORE DI TUTTO IL GRUPPO, IN VENETO E FRIULI, che paralizzi la produzione, senza eccezioni; perché lo sciopero sia incisivo bisognerà creare un coordinamento fra tutti gli stabilimenti: SOLO UNITI SI PUO’ VINCERE!

OCCUPANDO DA SUBITO GLI STABILIMENTI MINACCIATI DALLA CHIUSURA per impedire che vengano portati via i macchinari: solo così i lavoratori potranno, attirando sulla propria lotta l’attenzione, aumentare la propria forza negoziale e difendere i propri posti di lavoro!

PER LA RIDUZIONE D’ORARIO DI LAVORO A PARITA’ DI SALARIO: i padroni dicono che il lavoro è poco e si è in troppi? Allora si riduca l’orario lavorativo settimanale, distribuendo il lavoro equamente fra tutti gli stabilimenti, ma mantenendo lo stesso stipendio, in attesa della fine della crisi di cui si parla: la differenza la mettono LORENZON e le BANCHE con i profitti fatti finora; che si paghino loro il collocamento in BORSA!

la nostra voce-alternativa operaia in CGIL
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347-2594868

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