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ITALIAni BRUCIAno

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(21 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Mai più invisibili: la testimonianza di Silvia

(12 Aprile 2016)

Durante la vivacissima manifestazione nazionale degli Assistenti Specialistici e alla Comunicazione (svoltasi l'8 aprile a Roma, davanti al MIUR), sono state lette diverse testimonianze inviate da colleghe e colleghi impossibilitati a partecipare, ma desiderosi di far conoscere la propria storia. Poiché sono del massimo interesse, abbiamo deciso di pubblicarle di qui ai prossimi giorni, cominciando da quella di Silvia, che affronta un tema cruciale: la possibilità o meno di continuare la propria attività professionale dopo la maternità.

manif assistenti specialistici

Buongiorno a tutti,
sono Silvia, ho quasi 30 anni, ho una laurea triennale in Scienze della formazione e sono un assistente specialistico, o meglio lo ero, ora sono una mamma a tempo pieno e non per scelta.

Si, voglio raccontarvi la mia esperienza circa il lavoro e la maternità, tema che oggi più che mai è diventato attuale e delicato.
Starete pensando, giustamente, che la precarietà e la scarsità di diritti caratterizza oggi gran parte del mondo del lavoro, e non è perciò strettamente connesso alla nostra professione, ma la domanda che in questi giorni è stata sollevata per altri lavori e per fatti politici che nulla hanno a che vedere con questo intervento, diventa una sorta di ritornello “si può fare la mamma e l’assistente specialistico?” la risposta è Si! Assolutamente! Eppure la precarietà che lo contraddistingue attualmente fa si che il nostro posto di lavoro non possa attenderci per quei pochi mesi in cui siamo costrette ad assentarci.

Vi racconto brevemente la mia esperienza anche se non credo di essere la prima, ne l’ultima.
Dopo la laurea e diversi lavori saltuari ho lavorato per un anno come AEC per una cooperativa, poi per quattro anni come assistente specialistico in un liceo con contratto a progetto a chiamata diretta dalla scuola, lavorando intanto come educatrice per altri enti nel pomeriggio. Durante il quarto anno di lavoro nel liceo resto incinta e mentre ero in congedo di maternità, la scuola decide di rivolgersi alle cooperative per gestire il servizio perché l’amministrazione, oberata di lavoro, non poteva gestire anche i contratti, le sostituzioni e quel che riguardava noi dieci assistenti. A quel punto la scuola ci garantisce che al momento del passaggio metterà dei paletti come l’obbligo di assunzione di tutti gli assistenti già impegnati nelle sue classi e una paga dignitosa.

All’inizio di quest’anno scolastico io ed un’altra collega in maternità abbiamo atteso invano notizie dalla scuola o dalla cooperativa, finchè abbiamo saputo, soltanto dai nostri colleghi, che le chiamate erano già state fatte e i giochi erano chiusi.
Così dopo tutti questi anni di volontariato, tirocini, lavori saltuari e contratti a progetto più o meno stabili, mi trovo di nuovo con niente in mano a ricominciare da capo, credo che con il mio curriculum potrei riuscire ad entrare in quella o in altre cooperative, ma a questo punto mi sorge un’ulteriore domanda: riuscirò a guadagnare abbastanza per permettermi di pagare la retta dell’asilo?

Con queste riflessioni vi saluto, sperando che la passione e la professionalità con cui facciamo questo lavoro vengano ripagate con un po’ di dignità.

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