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25 aprile

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(25 Aprile 2012) Enzo Apicella

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(13 Aprile 2016)

Gli anni successivi a quel lontano 25 aprile 1945 decretarono l'inizio di "un antifascismo difensivo, non offensivo come quello partigiano". I fascisti del dopoguerra infatti, erano quelli che avevano devastato l'Italia per un ventennio e successivamente divennero i protagonisti della stagione stragista e criminale. Successivamente però, il fascismo cambia volto e diventa ancora più pericoloso, perché prende forma l'omologazione borghese anche all'interno della sinistra e certe dinamiche non vennero più arrestate, anzi, erano tollerate e viste con benevolenza.
Nella fase storica che stiamo attraversando, il volgo è ancora indotto a credere che, quando si sente parlare del fascismo, ci si riferisca esclusivamente a quel Mussolini che portò ordine e disciplina.

Invece è doveroso ricordare che, durante il Ventennio, operai e contadini vivevano in condizioni di povertà; finirono in prigione e in esilio migliaia di comunisti e anarchici; senza contare chi morì per motivi politici, per difendere la libertà.

Contemporaneamente gli industriali, i padroni tutti, appoggiarono il fascio, salvo poi, un attimo prima della deriva, scappare in Vaticano o in luoghi antifascisti.

Non possiamo dimenticare che “lo stato sociale” voluto dal Fascismo aveva un prezzo da pagare: inizialmente le guerre in Etiopia e in Spagna. Immediatamente dopo arrivarono le leggi razziali; volute dal Fascismo ma sostenute da un ampia pletora di professori e intellettuali tra cui troviamo Giorgio Bocca e Amintore Fanfani che poi divenne un illustre esponente della Dc. Di sicuro, la maggioranza degli italiani non era razzista o antisemita. Tanti però, non fecero altro che girar la testa dall’altra parte. Ma poi la tragica realtà colpì tutti indistintamente, visto che le bombe cominciarono a cadere. Quella guerra fu voluta dal Fascismo e dai potentati economici che lo avevano supportato. Il conto invece lo pagò il popolo, con lutti e distruzioni. Industriali, padronato, politici legati al fascio, seppero rimanere “a galla” e riconvertirsi con una nuova verginità. E nel dopoguerra li troviamo ad acclamare la Costituzione, a guidare operazioni di rimozione/negazione verso quegli anni. Ma noi abbiamo sviluppato gli anticorpi verso di loro e conosciamo come si muovono. Antifascisti di destra e di sinistra, che in nome di profitti e tornaconto personali, sono disposti a compiere piccole-grandi porcherie. La storia insegna che sono state fatte, le fanno e le faranno.

Il fascismo ha come obiettivo il controllo autoritario della partecipazione delle persone e del popolo alla vita sociale, perché la restrizione delle libertà e dei diritti sono legati indissolubilmente alle necessità della piccola e grande borghesia.

La classe dirigente italiana non si è mai riformata, ha sempre seguito le stesse logiche fasciste: i ceti dirigenti, i padroni, le sentinelle dello Stato borghese, aprono la strada ai loro cortigiani, che in cambio di favori e vantaggi personali, tornano utili nel momento di intensificare lo scontro con la classe operaia e i lavoratori di tutte le nazioni.
Il moderno fascismo si materializza nell'attacco ai diritti fondamentali conquistati nelle lotte, si materializza nella repressione politica, sindacale e sociale verso chi si organizza contro il sistema di sfruttamento e di oppressione.
L'attualità ci rimanda ad un contesto sociale reazionario, promosso dalle classi dominanti, in cui i fascisti si sono conquistati gli spazi di agibilità, legittimati da quella sinistra imborghesita capace solo di portare avanti un antifascismo celebrativo e di facciata. Larga parte della sinistra e del sindacato, non hanno saputo-voluto star dentro le lotte sociali, contribuendo così a favorire le guerre tra poveri.
I fascisti, il fascismo rientrano pienamente nelle logiche del sistema borghese e perseguono la lotta di classe a suo favore!

Riappropriamoci dei valori della Liberazione; impariamo a riconoscere i fascisti!

Ora e sempre Resistenza!

Alberto D'Andrea
Comunisti del Veneto Orientale

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