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(27 Novembre 2011) Enzo Apicella

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Mai più invisibili: un'esperienza paradossale a Catania

(14 Aprile 2016)

Quello dell'Assistente all'Autonomia e alla Comunicazione è un ruolo prezioso e delicato, che richiede una formazione specifica. Tuttavia, a causa delle scarse risorse economiche a disposizione degli Enti locali e della logica "rapace" delle cooperative, agli studenti disabili non viene offerto un servizio degno. E vergognoso è il trattamento riservato agli Assistenti, sottopagati e utilizzati per mansioni che non gli spettano, in un contesto in cui la loro figura è circondata dall'ignoranza. Ciò emerge con chiarezza in questa testimonianza - letta durante la manifestazione svoltasi l'8 aprile davanti al Miur - che della suddetta situazione fornisce esempi estremi.

8 aprile, collettiva

Ciao Manuela, vorrei esporti la mia esperienza come Assistente all’autonomia e alla comunicazione.

Innanzitutto ho una laurea di primo livello come educatrice presa presso scienze della formazione, ho iniziato a lavorare a scuola tramite cooperativa con il ruolo di Assistente all’autonomia e alla comunicazione dei disabili sensoriali. Mi sono sempre chiesta come mai questa dicitura piuttosto che “educatore”, ciò mi ha portato un anno fa ad intraprendere il master che ci ha fatto conoscere :-), durante il quale ho trattato argomento mai fatti o trattati superficialmente all’università.

Questo mi fa capire che, in generale, c’è tanta ignoranza sul ruolo di questa figura sia da parte delle cooperative (che utilizzano un titolo senza sapere che preparazione ci vuole realmente, mandando dunque chi capita), da parte delle scuole, a volte degli insegnanti di sostegno e dalle famiglie stesse.

In base alle mie prime esperienze, premettendo che non mi sono mai capitati ciechi o sordi, gli insegnanti di sostegno mi hanno trattano spesso come se fossi stata la balia del ragazzino/a; se al ragazzino/a in questione viene riconosciuto dall’ASL il bisogno sia dell’assistente alla comunicazione che quello all’igiene, gli viene assegnata solo una delle due figure, ciò perché queste esse vengono reperiti tramite cooperativa la quale viene poi pagata dalla provincia… soldi non c’è ne sono dunque la provincia risparmia togliendo o l’uno o l’altro. Questo cosa vuol dire?? Che magari ci si ritrova a svolgere mansioni che non rientrano nel proprio ambito.

Esperienza paradossale che ho vissuto è stata a Catania in una scuola superiore. Ero l’unica assistente alla comunicazione in tutta la scuola, dovevo seguire una ragazza autistica molto grave, il resto delle figure erano assist. all’igiene. Mi è stato detto dalla coordinatrice degli insegnanti di sostegno che lì gli assistenti dovevano indossare il camice bianco!!! Non aveva importanza se non ero assist. all’igiene, ero cmq un assistente, ci dovevamo distinguere dai professori. Alla fine, dopo attente valutazioni da parte loro, sono convenuti che era meglio non farmi indossare sto cazzo di camice bianco in quanto la ragazza poteva irritarsi, scambiandomi per una figura medica.
La ragazza non veniva sempre a scuola in quanto aveva gravi scoppi di aggressività verso gli altri, l’insegnante di sostegno dunque poteva mettersi a disposizione della scuola e anche se non faceva nulla veniva comunque pagato, io dovevo firmare solo un’ora e tornare a casa!!! Questo perché?? Lavorare tramite coop vuol dire questo, se la scuola non è flessibile ti manda a casa.
Ma cosa BEN PEGGIORE è stato sapere che gli assist. all’igiene avevano fatto, durante l’estate, un corso di tre mesetti come assistente alla comunicazione (assolutamente non riconosciuto) con la speranza di poter svolgere questo ruolo!!!
Visto che la provincia forse vuole fare dei tagli nel personale assunto tramite coop, volevano mettersi al riparo con un doppio titolo. Ma secondo voi erano consapevoli della preparazione che tale figura comporta??

Attualmente seguo un ragazzo autistico al primo anno di scuola superiore, quando mi è stato affidato questo caso la situazione era molto complessa!!! La scuola non aveva insegnanti di sostegno da affiancargli, nonostante avesse dato il via libera per l’iscrizione, e si è parata il c… grazie alla mia presenza. Sono stata per tre settimane sola con lui prima che arrivasse finalmente un insegnate di sostegno, tra l’altro di potenziamento!!! Quindi viene utilizzata tutt’ora per fare supplenze ed io sono quella che ha 18 ore con il ragazzo rispetto le 9 ore di sostegno!

Questo lavoro lo svolgo col cuore, ma mi sento assolutamente sfruttata dalle condizioni delle cooperative che pagano molto poco e in ritardo. Si va avanti grazie alla forza di volontà e alla passione.
Sarebbe indispensabile una regolamentazione di questa figura, troppo persone pensano di poter fare questo lavoro senza però comprendere cosa vuol dire.

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