">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Rottamazioni d'oro

Rottamazioni d'oro

(2 Novembre 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

  • Domenica 21 aprile festa di Primavera a Mola
    Nel pomeriggio Assemblea di Legambiente Arcipelago Toscano
    (18 Aprile 2024)
  • costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

    SITI WEB
    (Flessibili, precari, esternalizzati)

    Il servizio di integrazione scolastica nella provincia di Venezia

    (15 Aprile 2016)

    Negli articoli che questo sito ha sin qui dedicato agli Assistenti Specialisti e alla Comunicazione di Roma, un dato è emerso con forza: la provvisorietà del servizio, che crea problemi enormi non solo a chi lavora ma anche agli utenti e alle loro famiglie.
    Una situazione che, a ben vedere, non è solo romana. Lo evidenzia questo contributo che - muovendo da un momento di mobilitazione svoltosi a marzo - descrive con efficacia la situazione nella provincia di Venezia. Si tratta della quarta ed ultima testimonianza che pubblichiamo tra quelle che sono state lette nel corso della manifestazione nazionale tenutasi a Roma l'8 aprile 2016. A conferma di quanto quell'evento - significativamente segnato dallo slogan "mai più invisibili" - sia stato rivelatore di una serie di realtà intollerabili, che rendono urgenti il riconoscimento giuridico-professionale degli Assistenti e la loro assunzione da parte del Miur.

    manifestazione davanti al miur 8 aprile 2016

    Venezia, 5 marzo 2015, Piazzale della stazione.
    Un corteo di 600 persone si è riunito in direzione di Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale veneto.
    Simpatizzanti politici? studenti? No. Famiglie, insegnanti, assistenti alla comunicazione.
    Vogliono chiedere che vengano garantiti i servizi di assistenza scolastica per il prossimo anno scolastico.
    La riforma Delrio (ovvero la legge 56/2014 intitolata “ Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni dei Comuni”) non prevede più le competenze sociali da parte delle provincie, trasformate in città metropolitane. Per il futuro non c’è nessuna certezza per i circa 1000 utenti che in Veneto usufruiscono di questo servizio.

    Prima della Legge n. 56/2014, i riferimenti normativi erano:
    - La Legge nazionale n. 67/1993 art. 5 che confermava l’attribuzione alle Province le funzioni già previste dalla Legge 142/90 per quanto concerne gli interventi in materia di disabilità sensoriale. Dal punto di vista normativo regionale, le attività erano previste dalla Regione Veneto già con la legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 che, all’art. 130, che attribuiva ai Comuni la generalità delle funzioni e dei compiti relativi all’erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, incluse quelle relative ai sordi, ciechi e ipovedenti.
    - Successivamente, il Consiglio Regionale, con la L.R. 17 gennaio 2001 n. 2 assegnava alle Province la competenza per gli interventi sociali relativi ai sordi, ciechi e ipovedenti.
    In attesa della piena attuazione del nuovo assetto istituzionale, le ex province (enti di area vasta e città metropolitana) hanno garantito e probabilmente continueranno a garantire il sostegno alle persone con disabilità sensoriale durante i percorsi scolastici e formativi, se e solo a condizione che la Regione del Veneto, cosi come altre regioni, disponga adeguate coperture economiche permettendo la corretta erogazione dei servizi.

    Si ritiene inoltre necessario l’intervento del legislatore regionale per definire, anche con scelte innovatrici, la doverosa definizione di livelli uniformi nel territorio regionale di assistenza e qualità. Normando in primis un profilo professionale dell’operatore per definire poi le attività complementari ma indispensabili del servizio quali:
    • fornitura di libri di testo trascodificati in Braille o rielaborati in Large Print per gli ipovedenti;
    • attività di consulenza e supporto tiflopedagogico e metodologico didattico a favore degli alunni ipovedenti iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado;
    • supporto educativo alla famiglia nel processo di integrazione sociale e di autonomia dell’utente,
    • consulenza e i supporti didattici e metodologici nell’area informatica per gli alunni non vedenti.

    Tutti questi servizi accessori, congiuntamente alla formazione ed aggiornamento professionale, dovrebbero essere erogati a tutti gli utenti con uniformità ed imparzialità, anche attraverso un unico soggetto di coordinamento, che potrebbe anche contenere notevolmente i costi dei suddetti servizi, mantenendo ovviamente alle province l’erogazione dei servizi principali all’utenza.
    Invero già la Regione Veneto già riconosce e sostiene il Centro Audiofonologico ora Centro Servizi per le Disabilità Sensoriali della Provincia di Venezia quale soggetto qualificato per la formazione del personale, per lo studio e la ricerca della disabilità sensoriale, per i servizi di consulenza, di controllo e di supporto sistematico dell’evoluzione linguistica e cognitiva dei soggetti con handicap sensoriale. Quindi in ambito regionale potrebbe già essere individuato a costo limitato uno strumento in grado di erogare prestazioni e servizi ed uniformare la qualità dei servizi all’utenza, soprattutto per:
    • laboratorio tiflotecnico per ciechi e ipovedenti
    • attività logopedica riabilitativa per sordi
    • attività formative rivolte a operatori del servizio di assistenza scolastica integrativa e a genitori interessati ad attività di auto-mutuo aiuto
    • verifica qualitativa sul servizio di assistenza scolastica integrativa per sordi, ciechi e ipovedenti”.

    Questa è stata la proposta pensata per riuscire ad affrontare questa enorme difficoltà, ma le cose non stanno proprio così.

    Siamo all’8 aprile 2016: cosa è cambiato?
    NULLA. Il servizio di integrazione scolastica è stato garantito fino a giugno 2016 e poi….. chi vivrà vedrà.
    Perciò la storia si ripete; manifestazioni, promesse e ogni anno scolastico operatori specializzati e famiglie devono chiedersi che ne sarà del loro futuro.
    Dalla mia analisi della situazione il punto della questione, ancor prima di quello normativo, sta proprio nel cercare di delineare il prima possibile un profilo professionale vero e proprio dell’assistente alla comunicazione .
    Nonostante sia una vicenda soggetta a continui mutamenti, pare che l’unico punto fisso nel quale tutti gli enti stanno lavorando sia la definizione contrattuale di questa figura.
    Il clima fiducioso nei confronti del lavoro che il governo sta svolgendo per realizzare questo importante traguardo è scomparso dato che siamo ancora qui a manifestare per non essere più considerati INVISIBILI.
    Questa legge ha portato scompiglio all’interno di ogni realtà provinciale ma è stato anche un “campanello d’allarme” che doveva portare le istituzioni a riflettere bene sull’utilità del servizio offerto e sulle migliorie per garantirne qualità ed efficienza.
    Il problema dunque è la mancanza di finanziamenti o comunque la loro riduzione, che parallelamente però registra l’aumento di studenti che necessitano di questo tipo di servizio indispensabile per il loro percorso scolastico, sociale ed intellettivo.
    Spero che la manifestazione di oggi riesca a far sentire ancor di più la voce di noi assistenti alla comunicazione, figure misteriose che si aggirano tra i corridoi scolastici senza avere alcun riconoscimento, se non quello da parte delle famiglie che ci considerano gli angeli dei propri figli.
    Certo, è una grande gratificazione, ma quando arriverà il giorno in cui non saremo più INVISIBILI agli occhi delle Istituzioni?

    5553