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(16 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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(Imperialismo e guerra)

Solidarieta’ di massa in Val Susa con i contadini colombiani e l’ACVC

(9 Giugno 2005)

Con una colonna combattiva e formata da diversi settori ed organizzazioni sociali e politici della Val Susa (Piemonte), lo scorso 4 giugno oltre 30.000 persone hanno manifestato per diversi chilometri esigendo lo smantellamento immediato

del megaprogetto del TAV (Treno ad Alta Velocità), che istituzioni ed imprese italiane e francesi vogliono realizzare al fine di creare un nuovo corridoio transalpino funzionale al trasporto di merci.

Il TAV, secondo il progetto approvato ed implementato dai governi dei suddetti paesi, porterebbe a diverse perforazioni delle montagne per ottenere tunnel, così come la costruzione di devastanti infrastrutture. Alcune delle conseguenze di questo mostro capitalista, per le decine di migliaia di abitanti che rischiano di subirlo, sarebbero la distruzione ecologica, la militarizzazione del territorio indotta dall’imposizione dei cantieri e la spaventosa contaminazione di acque, terre e boschi per via della diffusione delle pericolosissime fibbre d’amianto, causata anche dallo sventramento delle montagne in una valle che ha una casistica di patologie tumorali superiore alla media.

Quando gli organizzatori di quest’ennesima gran manifestazione di protesta, partita da Susa ed arrivata circa due ore dopo a Venaus, hanno saputo che un rappresentante dell’Associazione Contadina della Valle del fiume Cimitarra si trovava in Italia nell’ambito di un tour europeo d’informazione e denuncia, non hanno esitato un attimo ad invitarlo a parteciparvi.

Mario Martínez dell’ACVC ha marciato circondato da bandiere colombiane e contro il TAV, così come da diversi attivisti della solidarietà con il popolo colombiano che portavano uno striscione con lo slogan “fuori Uribush dalla Colombia!”

La presenza di questo rappresentante contadino latinoamericano ha suscitato la curiosità e la solidarietà dei manifestanti, che più volte gli si sono avvicinati per complimentarsi con lui e per incitarlo a continuare a lottare.

Giunto a Venaus, il corteo è entrato nel campo sportivo locale per il comizio finale. Quando Nicoletta Dosio, rappresentante del movimento contro il TAV, ha annunciato la presenza del compagno colombiano e l’ha invitato ad intervenire, i manifestanti hanno accolto Mario con un forte applauso quale abbraccio solidale e di benvenuto al popolo colombiano.

Nel suo intervento, interrotto più volte da applausi scroscianti, Mario Martínez ha denunciato la drammatica situazione vissuta dai contadini del Magdalena Medio e della Colombia, vittime del terrorismo di Stato e dei suoi paramilitari: “Per impossessarsi delle nostre immense ricchezze naturali, le transnazionali gringhe ed europee e l’oligarchia colombiana scatenano contro il nostro popolo gigantesche aggressioni dell’esercito e dei suoi paramilitari assassini, con cui ci saccheggiano, ci perseguitano, ci sfollano, ci imprigionano e ci ammazzano.”

La moltitudine, molto attenta nonostante la stanchezza ed il sole cocente, ha compreso perfettamente che, aldilà delle migliaia di chilometri di distanza che separano le comunità della Val Susa e della Valle del fiume Cimitarra, i problemi sofferti sono molto simili. “Così come qui, in Val Susa, vogliono smembrare le montagne per favorire gli interessi del gran capitale e la sua circolazione di merci, nella mia Valle vogliono fare altrettanto per saccheggiare i nostri boschi e la miniera d’oro a cielo aperto più ricca dell’America Latina”, ha detto Mario, e dirigendosi ai presenti ha aggiunto: “così come voi siete minacciati dal pericoloso amianto, noi soffriamo tutti i giorni gli effetti letali del glifosato, un veleno usato nelle fumigazioni delle nostre terre con il pretesto menzognero della presunta lotta al narcotraffico.”

Oltre a moltissima gente comune di questa valle e di Torino, che ha partecipato ad una mobilitazione coperta da diversi media locali e nazionali, anche diversi sindaci dei municipi minacciati dal TAV, dirigenti sindacali e sociali e l’eurodeputato Vittorio Agnoletto hanno espresso la loro solidarietà nei confronti della giusta lotta del popolo colombiano.

E quando questo degno rappresentante dei contadini colombiani ha concluso il proprio intervento, affermando con forza che “questa battaglia per la difesa della vita, che ci accomuna, dimostra che tutto ci unisce, nulla ci separa”, e che “sappiamo che la lotta sarà lunga e dura, ma solo con essa ed uniti potremo vincere!”, un’ovazione ha scosso le montagne circostanti dimostrando che l’internazionalismo tra i popoli, unendo le lotte, le rafforza.

Associazione nazionale Nuova Colombia

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