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(26 Aprile 2016)
Durante il 25 aprile la nostra Piazza Saffi ha ospitato la sfilata di tutte le cariche istituzionali per celebrare la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. E’ ovviamente giusta e doverosa la presenza delle Istituzioni in questa data, ma dove sono quotidianamente a contrastare le derive neofasciste? Le settimane appena trascorse hanno offerto terribili provocazioni. Vediamo di fare il punto della situazione.
Si comincia dal 6 aprile, quando in Consiglio Comunale si è approvata la denominazione ufficiale dell’ edificio dell’ex Cinema Odeon in “Casa dello Sport Adriano Casadei – Ex GIL”. Le giustificazioni e le attenuanti addotte sono state le più disparate: il riconoscimento dell’edificio come sede della Gioventù italiana del littorio nella concezione popolare, l’intitolazione al partigiano Casadei, la presenza del prefisso “ex”. Si esplica poi la reale motivazione: quel “Ex GIL” posposto sarebbe fondamentale per un percorso turistico e culturale di Forlì. Certamente è solo un nome e la critica sostanziale verrà semmai basata su cosa vi verrà esposto all’interno, ma il rischio è evidente: la vicina Predappio, che domenica 24 aprile ha ospitato un’orda di nostalgici alla commemorazione della morte dell’ignobile e nefasto dittatore fascista, non ci insegna nulla? Per subdole motivazioni economiche, mascherate dall’ordine pubblico, si permettono scempi del genere. Viene assicurato che non si verificherà anche a Forlì, ma dobbiamo fidarci?
Il nostro comune è stato terreno franco per le provocazioni di Forza Nuova nell’ultima settimana ( a pochi giorni dal 25 aprile).
Dapprima sono state annunciate le ronde “anti-degrado” alle entrate del parco di Via Dragoni e all’ingresso della camera mortuaria dell’ospedale Morgagni: sono solo annunci? Cosa si intende fare?
Infine sabato i militanti neofascisti hanno inscenato l’ennesima sceneggiata razzista con la complicità delle Forze dell’Ordine: hanno avviato la loro raccolta alimentare a solo beneficio degli italiani con tanto di cartello “Prima gli Italiani”. Scagliarsi contro una colletta alimentare, per quanto evidentemente razzista, non è forse il modo migliore di far passare un messaggio antifascista, ma è vergognoso lo spiegamento di forze (un dipendente statale per ogni fascista). Dalla nostra conoscenza dei fatti, il responsabile del Conad Ravaldino non ne sapeva nulla e non era stata fatta richiesta di occupazione di suolo pubblico, ma il tutto è stato autorizzato dalla Questura. Tralasciando l’eventuale danno che il responsabile del supermercato potrebbe chiedere a spese della collettività, da quali grandi valori etici è mossa questa organizzazione, atta a difendere i razzisti?
In questo contesto, dove sono le istituzioni? Eppure i rappresentanti della Questura hanno avuto anch’essi il coraggio di sfilare durante il 25 aprile.
Chiara Mancini - Partito della Rifondazione Comunista, Forlì
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