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    Reggio Calabria: Rifondazione Comunista decide di abbandonare il tavolo territoriale dell’Unione

    (14 Giugno 2005)

    Cari compagni, cari amici,

    non è a cuor leggero che vi annunciamo la nostra decisione di abbandonare a tempo indeterminato il tavolo locale dell’Unione. Ci vediamo costretti, nostro malgrado, a intraprendere questa scelta cautelativa consapevoli di tutte le conseguenze che potrà comportare nei giorni e nelle settimane venture, sia nei rapporti tra le nostre organizzazioni che nell’azione amministrativa negli Enti locali in cui ci troviamo insieme a governare.

    E’ da tempo che Rifondazione Comunista denuncia alcune tendenze insediatesi nell’Unione reggina. Tendenze che vedono una presunzione di egemonia da parte di certe forze politiche che, facendo leva sui numeri, pensano di poter determinare i destini di tutta la coalizione senza consultare gli alleati. Alleati che vengono considerati buoni quando, dando prova di responsabilità, mettono a disposizione i propri consensi per permettere la vittoria del centro-sinistra, ma non quando si tratta di ascoltare i loro pareri, le loro critiche, le loro proposte, forse ritenuti del tutto superflui.

    Si pensa di poter decidere tutto al chiuso di quattro mura, tra pochi eletti, magari resuscitando federazioni che altrove sono ormai morte e sepolte. Anche i nostri incontri, le chiacchierate per ratificare decisioni prese altrove, si sono fatte sempre più rare. Come si sono fatte sempre più rare le nostre prese di posizione unitarie e pubbliche, anche quando a chiedercele è tutta la nostra base e quando queste sono necessarie come il pane, perché è opportuno fare chiarezza in situazioni cruciali. Come sono quelle che stanno attraversando il Comune e la Provincia di Reggio, dove qualche riunione tenuta quando dovuto e qualche parola spesa al momento giusto forse avrebbero impedito alle destre di provocare ulteriori scempi contro il nostro territorio.

    Invece, si preferisce trincerarsi dietro il silenzio. Si lasciano parlare le indiscrezioni, le notizie a bocconi che di tanto in tanto appaiono sulla stampa nazionale e locale, senza che nessuno si preoccupi di confermare o smentire. E così, un bel giorno, apprendiamo dai giornali che questo o quel personaggio di spicco del centro-destra è da tempo in trattativa “coi vertici dell’Unione” e si è convertito sulla via di Damasco, magari ricevendo in premio una candidatura di peso.

    L’Unione reggina è divenuta col passare dei mesi un cocktail indistinto, dove chi vuole può trovarci posto, nonostante i trascorsi che hanno macchiato il proprio curriculum politico. Ben vengano tutti, purché ci permettano di vincere. Ben venga l’Udeur che dice di aver rotto con le destre, ma che al Comune e alla Provincia ancora governa – con tanto di esternazioni sulla “coerenza” – assieme ad Alleanza nazionale e Forza Italia. Ben vengano i singoli consiglieri della Casa delle Libertà con già in tasca la tessera di qualche partito influente dell’Unione, ma ligi a votare come dicono Scopelliti e Fuda. Ben vengano gli onorevoli regionali, eletti solo ieri in quota alla destra più radicale, ma pronti a saltare il fosso per un briciolo di potere. E domani ben vengano pure Zavettieri e Nucara, e chi più ne ha più ne metta.

    No, cari compagni e cari amici, le cose non vanno nel verso giusto. A noi, come a tutti voi, stanno a cuore l’unità e la tenuta del nostro schieramento, perché una vittoria delle forze democratiche e progressiste è possibile e necessaria a tutti i livelli, per il bene del nostro territorio. Ma questa deve essere la vittoria delle idee e dei programmi, per un cambiamento reale e radicale a partire dalle esigenze dei soggetti sociali più deboli. Non la vittoria del trasformismo, dell’eterna “zona grigia”, dei volti buoni per ogni occasione, che da sempre rappresentano il piombo nelle ali della nostra terra.

    Per questo, a partire da oggi Rifondazione Comunista decide di abbandonare questo tavolo, fino al momento in cui non perverranno chiari segnali di un’inversione di rotta, che portino rapidamente alla costruzione di un percorso veramente unitario e condiviso.

    Un percorso che non può prescindere dall’intimazione, ai partiti e ai singoli consiglieri approdati nelle file dell’Unione, di seguire una condotta conseguente, che si concretizzi nell’uscita immediata e senza condizioni dagli esecutivi e dalle maggioranze con il centro-destra al Comune e alla Provincia. Pena l’esclusione a priori di questi da ragionamenti su possibile scenari futuri. Sarebbe opportuno, inoltre, ragionare sin da subito in vista delle scadenze elettorali che, nel corso dei prossimi due anni, vedranno interessata la nostra comunità; scadenze che possono stravolgere gli equilibri politici a favore delle forze di progresso. Non bisogna demandare agli ultimi giorni la necessaria discussione sui programmi e i nomi, che deve tenere conto di tutta le pluralità espresse dalla coalizione.

    Se così non sarà, Rifondazione Comunista non esclude la possibilità di farsi promotrice di un tavolo diverso da quello dell’Unione, volto a costruire programmi e candidature di alternativa assieme a tutti i soggetti disponibili.

    Reggio Calabria, 14 giugno 2005

    Danilo Barreca,
    Segretario provinciale
    Partito della Rifondazione Comunista

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