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Sul corteo dei metalmeccanici
del 9 giugno

(6 Giugno 2016)

Il 9 giugno a Vicenza si terrà il corteo regionale Veneto dei metalmeccanici. La manifestazione si inserisce all’interno dello sciopero nazionale di 12 ore lanciato da CGIL, CISL e UIL sul rinnovo del CCNL. Questo corteo è il secondo appuntamento di lotta, successivo alle 4 ore di sciopero indette il 20 aprile. In quella giornata le adesioni massicce, con punte dell’80% in Veneto e l’organizzazione di 3 appuntamenti di piazza nella sola provincia di Padova alla quale hanno partecipato complessivamente migliaia di operai, hanno dimostrato la disponibilità alla mobilitazione della classe. Inoltre in alcune aziende la spinta della base si è mostrata nell’organizzazione di picchetti o nella trasformazione dello sciopero da 4 a 8 ore. La mobilitazione sul CCNL è molto sentita dai metalmeccanici, coscienti che la proposta di Federmeccanica si tradurrà in un maggior sfruttamento, taglio del salario e peggioramento generale delle condizioni nei luoghi di lavoro. Motivo questo che costringe il sindacato a mobilitarsi per non perdere l’iniziativa.

Se da un lato la triplice si trova a dover gestire il malcontento diffuso nelle fabbriche, dall’altro la politica della non – mediazione di Federmeccanica mette i sindacati in un vicolo cieco nel quale sono costretti a far ricorso alla mobilitazione degli operai per difendere i propri interessi di sindacato.

I diktat di Federmeccanica con l’appoggio del governo Renzi, il quale ha investito ultimamente uno dei vertici di Confindustria, Calenda, alla guida del Ministero dello Sviluppo Economico, mettono in discussione il ruolo dei sindacati come co-gestori dello sfruttamento della classe operaia. Infatti, la cancellazione del CCNL e lo spostamento della contrattazione solamente sul piano aziendale avrebbe come effetto immediato la demolizione della capacità dei sindacati di mobilitare rapporti di forza su scala nazionale, indebolendo quindi la loro stessa posizione di cani da guardia della lotta operaia.

Se da un lato questo è uno dei motivi che porta la triplice sindacale a programmare una serie di timide mobilitazioni nelle fabbriche, dall’altro gli operai lottando contro la proposta di Federmeccanica difendono i propri interessi di classe, contro uno degli ennesimi attacchi dei padroni che cercano di scaricare su di loro la caduta dei profitti aziendali in questa fase di crisi. Il fatto che i sindacati siano costretti a mobilitare, apre ovviamente, per quanto cerchino in tutte le maniere di ostacolarlo, al protagonismo della classe operaia che nella lotta sperimenta e riscopre la propria forza: nei picchetti, così come nell’organizzazione dentro i posti di lavoro; questo è il motivo principale per il quale CGIL, CISL e UIL si guardano bene da lanciare uno sciopero generale, o una mobilitazione seriamente incisiva e determinata, proprio perché non sarebbero in grado di controllarla. Inoltre, la battaglia sul CCNL dei metalmeccanici è storicamente, un punto centrale nello scontro tra operai e borghesia in Italia: quello che i metalmeccanici hanno conquistato è stata una vittoria per tutti così come ciò che hanno perso è stata una sconfitta anche per tutte le altre categorie.

Il contenuto con il quale scendono in piazza gli operai va sostenuto e appoggiato a prescindere dal fatto che l’iniziativa e la direzione della lotta sia stretta nelle maglie del riformismo e del social – tradimento della triplice sindacale. Secondo noi, in questa fase, va sostenuta e appoggiata ogni mobilitazione nella quale il proletariato pone in campo una resistenza all’attacco generalizzato di padroni e governo nei suoi confronti e laddove la direzione è in mano ai riformisti venduti che cercano di circoscrivere gli scioperi, è importante invece portare il contenuto dell’unità delle lotte, della generalizzazione dello sciopero e che dal vicolo cieco della crisi capitalista si esce solo dalla porta della rivoluzione per il socialismo.

Per questo motivo secondo noi l’appuntamento del 9 giugno a Vicenza andrebbe valorizzato e messo nell’agenda da parte di tutte e tutti, cercando per quella data di costruire una presenza di classe che porti in piazza anche altri settori come gli studenti, chi lotta per la casa etc., dialetticamente ai percorsi attualmente in corso e alla disponibilità di ognuno.

Giugno 2016

lavoratori e lavoratrici di Padova, Mestre, Bassano del Grappa e Pordenone

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