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L'origine del mondo

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(3 Aprile 2010) Enzo Apicella
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ELEZIONI AMMINISTRATIVE: IL GOVERNO RENZI E’ SEMPRE PIU’ DEBOLE.
PREPARIAMOCI A CACCIARLO CON LA LOTTA E CON UNA VALANGA DI “NO”!

(8 Giugno 2016)

Il PD renziano esce pesantemente indebolito dal primo turno delle amministrative. Perde una caterva di voti (circa il 25% rispetto alle passate comunali: 40 mila a Bologna, 100 mila a Roma, 20 mila a Torino, disastro assoluto a Napoli con tanto di commissariamento; molto di più se paragonato con le politiche ed europee). E’ superato clamorosamente dal M5S a Roma e Torino e si trova costretto a passare per i ballottaggi (ma a Napoli ne rimane fuori). Vedremo i risultati, intanto ci rallegriamo per la sconfitta di Renzi e del suo partito, che sono oggi nel nostro paese gli alfieri della politica neoliberista, dei progetti reazionari e guerrafondai al carro della UE e della NATO.
Il quadro politico vede la fine del bipolarismo. La crescita del M5S è limitata, non avendo solide basi sociali organizzate e un progetto politico. Berlusconi e FI sono in crisi, le destre rimangono divise, ma possono tornare a galla in una situazione di forte instabilità economica e politica, con una politica demagogica e xenofoba.
Da parte loro, i socialdemocratici non riescono a raccogliere i voti di protesta dei lavoratori malcontenti e impoveriti, a causa della fiacchezza della loro proposta politica keynesiana e filo-capitalista e della scarsa credibilità del ceto politico che compone la loro direzione.
L’astensionismo continua a crescere in modo costante, in particolare nelle grandi città del nord. L’affluenza media è stata del 62,14% (ma è del 40% al sud) con un calo di 5,28 punti rispetto alle amministrative precedenti. Ciò dimostra che le grandi masse esprimono una profonda sfiducia in tutti i partiti borghesi e piccolo-borghesi, mentre i loro settori più avanzati manifestano una tendenza al cambiamento che mette in discussione l’attuale sistema barbaro e morente.
Le amministrative, come il recente referendum sulle trivelle, hanno segnato un’altra tappa del declino politico del bulletto fiorentino. Il suo progetto politico, in particolare il “partito della nazione”, si rivela inconsistente, perdendo consensi a rotta di collo.
Renzi non ha più presa su vasti strati operai e popolari. Il PD neoliberista paga in termini elettorali la sua politica di austerità, il Jobs Act, i tagli allo stato sociale, la disoccupazione che risale, le mancate promesse, etc.
Ora il segretario-premier per sopravvivere deve puntare tutte le sue carte sul referendum costituzionale di ottobre. Ma le masse popolari gli diranno ancora una volta NO e la bolla di sapone renziana scoppierà assieme al suo governo.
In queste circostanze, chiamiamo la classe operaia, tutte le forze comuniste, rivoluzionarie, progressiste, sinceramente democratiche, a partecipare e sostenere le lotte in corso, a partire da quella dei metalmeccanici per il contratto, a costruire Comitati per il NO nei luoghi di lavoro, nei quartieri, per sbaragliare le controriforme e cacciare Renzi, per aprire la via a un’alternativa politica di rottura rivoluzionaria col neoliberismo e con lo stesso capitalismo.
Per quanto riguarda l’azione da svolgere nei comuni, rilanciamo la proposta di creazione di Comitati cittadini con carattere di classe e di massa, unitari e rivolti ai lavoratori e alle masse popolari, per opporsi all’offensiva capitalista, alla reazione, per denunciare le ingiustizie, unire e mobilitare le masse per il miglioramento degli standard di lavoro e di vita, senza coltivare nessuna illusione elettoralista. Allo stesso tempo, vanno costruiti a livello locale organismi unitari intersindacali, che contribuiscano allo sviluppo del fronte unico di lotta nei posti di lavoro e spingano alla difesa intransigente degli interessi economici e politici dei lavoratori sfruttati.
Il governo Renzi e le politiche antipopolari e guerrafondaie delle classi sfruttatrici possono e devono essere battuti. Per farlo serve la discesa in campo della classe operaia e delle masse popolari, lo sviluppo dell’organizzazione diretta delle masse operaie e popolari, volta alla distruzione del vecchio sistema capitalistico e alla costruzione del nuovo sistema socialista.
Di fronte a questi grandi compiti, diventa sempre più urgente unire i comunisti e i migliori elementi del proletariato in un autentico Partito comunista, strumento indispensabile per elevare la coscienza di classe dei proletari e dirigere la lotta di classe verso i suoi scopi storici e immediati.
Uniamoci, organizziamoci, lottiamo!
7 giugno 2016

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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