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Comunicato CONUML - Renzi è sempre più debole, detestato e può essere sconfitto nel referendum...

(13 Luglio 2016)

RENZI E’ SEMPRE PIU’ DEBOLE, DETESTATO E PUO’ ESSERE SCONFITTO E LICENZIATO NEL REFERENDUM DI OTTOBRE.
CONTRO L’IMMOBILISMO E L’ATTENDISMO, LAVORIAMO PER RAFFORZARE IL FRONTE DI OPPOSIZIONE DI CLASSE E DI MASSA! COSTRUIAMO COMITATI UNITARI NEI POSTI DI LAVORO E SUL TERRITORIO PER OPPORCI ALLE POLITICHE ANTIOPERAIE DI RENZI, DELL’UNIONE EUROPEA E DEI MONOPOLI. ORGANIZZIAMO MANIFESTAZIONI DI PIAZZA SUI TEMI DELLA CONTRORIFORMA COSTITUZIONALE E DELLA NUOVA LEGGE ELETTORALE DI STAMPO FASCISTA. PREPARIAMO LO SCIOPERO GENERALE. APRIAMO LA STRADA ALL’ALTERNATIVA RIVOLUZIONARIA SOCIALISTA!
 
Il governo Renzi e il Partito Democratico della nuova destra italiana politica ed economica vanno incontro all’appuntamento referendario d’autunno indebolendosi sempre più. Il referendum sulle trivelle e le recenti elezioni amministrative hanno confermato la crescente opposizione di massa verso le loro politiche antioperaie e antipopolari. La Brexit, dal suo canto, dimostra le difficoltà crescenti dell’oligarchia finanziaria a livello internazionale.
      Renzi ha fallito ed è consapevole della situazione, sa che nelle attuali condizioni va incontro alla sconfitta nel referendum. Sa che gli operai, i lavoratori, i giovani non gli perdoneranno il Jobs Act e la cancellazione dell’art. 18, l’assalto ai contratti di lavoro, l’aumento della disoccupazione e della precarietà, i dieci milioni senza assistenza sanitaria, la corruzione dilagante, i regali ai padroni e alle banche - tra cui i 150 miliardi sottratti al proletariato italiano e messi a disposizione dei banchieri e i 19 miliardi di decontribuzione dati alle sanguisughe padronali senza creare occupazione -,  eccetera. Cerca dunque di correre ai ripari: drammatizza lo scontro dichiarando che il NO renderà ingovernabile il paese, corteggia Berlusconi offrendogli un passo indietro sull’Italicum basato sul premio di coalizione, si preparerà a rimangiarsi le dimissioni. Allo stesso tempo porta avanti una manovra con le opposizioni interne del PD e soprattutto cerca di ammorbidire ulteriormente i vertici sindacali collaborazionisti e concertativi per giungere a contratti farsa che a Renzi servono come il pane per non trovarsi con i lavoratori sul piede di guerra nel prossimo autunno.
      A fronte di ciò, mentre Renzi vuole scardinare la Costituzione democratico borghese del 1948 e blindare la legge elettorale approvata di tipo fascista, le forze della sinistra borghese che si oppongono alla controriforma costituzionale e all’Italicum si distinguono per la passività e l’attendismo. Il Coordinamento Democrazia Costituzionale (CDC) non è andata oltre alla raccolta di firme, ai convegni e alle assemblee degli esperti di turno. Gli opportunisti di destra e di “sinistra” si distinguono per il loro atteggiamento autoreferenziale, negandosi alla lotta unitaria e ben guardandosi dal chiamare gli operai e gli altri lavoratori all’iniziativa diretta, alla costruzione di organismi di massa. Gli uni e gli altri non ne vogliono sapere della mobilitazione della classe operaia e degli altri lavoratori sfruttati.
 
      E’ di questi giorni la brutta notizia che il Coordinamento Democrazia Costituzionale non è riuscito a raccogliere le 500.000 firme per lo svolgimento dei tre referendum richiesti: 1. Abrogazione dei capolista bloccati per l’elezione della Camera dei Deputati; 2. Abrogazione del premio di maggioranza per l’elezione della Camera dei Deputati; 3. Abrogazione della Controriforma Costituzionale di cui in GU n. 88 del 15 aprile 2016, modifica della forma di governo, del Senato e dei rapporti Stato-Regioni, Abolizione del CNEL.
 
      E’ stato un pesante passo falso che pesa negativamente sulla prospettiva della vittoria del NO e che dimostra debolezza organizzativa e operativa del Coordinamento. E’ la dimostrazione di quanto il CONUML va affermando da mesi e cioè che la vittoria del NO passa necessariamente attraverso la mobilitazione e la lotta di piazza delle masse lavoratrici e popolari sulle ragioni del NO alla controriforma costituzionale. Diversamente la vittoria del NO non è scontata, non viene da sola e nessuno ce la regala, visto anche le preponderanti forze economiche e pubblicitarie che il fronte del SI’ ha schierato, dal governo alla Confindustria, dalla Unione Europea al sistema bancario, dai monopoli nazionali e internazionali alle oligarchie degli Stati capitalistici, eccetera.
 
      Il fallimento nella raccolta delle firme è da attribuire non solo agli ostacoli frapposti dal governo, ma anche alla mancanza della cultura di classe e dell’esperienza di lotta di classe del movimento operaio nazionale e internazionale ai vertici del Coordinamento, limite che è possibile superare solo con l’intervento politico attivo della classe operaia e delle masse popolari, se si vuole costruire veramente la vittoria del NO.
      Un ruolo particolarmente negativo lo stanno assolvendo i socialdemocratici: Sinistra Italiana fa da sponda a Renzi (e all’accordo con Berlusconi) proponendo di fatto di ridiscutere l’Italicum e dimostrandosi dunque stampella del  PD.
      Il fronte borghese e riformista del NO si ostina a lasciare la “questione governo” nelle mani di Renzi. Non lavorare per mandarlo a casa, non ha nemmeno l’intenzione di proporsi, nella prospettiva di una possibile vittoria del NO, come alternativa politica al governo Renzi, lasciando campo libero al populismo piccolo-borghese.
 
      Tale atteggiamento rinunciatario è dovuto soprattutto alla volontà, da parte dei dirigenti di queste forze, di impedire, di fronte alla vittoria del NO e alla ridiscesa in campo della classe operaia, lo sviluppo di uno scenario e di una prospettiva politica di rottura con le politiche neoliberiste, di austerità e di guerra, con lo stesso sistema capitalista che le genera incessantemente.
 
      In effetti sono possibile due alternative: la vittoria del SI comporterà il rafforzamento del governo Renzi e produrrà l’inasprimento di tutte le misure antioperaie e antipopolari.
      Al contrario, la vittoria del NO potrà creare ulteriori, gravi complicazioni politiche alla borghesia, con la caduta di Renzi e la difficoltà a formare una nuova maggioranza governativa, dentro uno scenario di grave crisi economica e politica della classe dominante e di ascesa del movimento di massa per un governo alternativo.
      In questa situazione si possono aprire con la lotta di classe degli sfruttati e degli oppressi dal capitalismo nuove e più avanzate prospettive politiche, compreso la messa all’ordine del giorno della questione di un governo che – sorgendo sulla base del fronte unico di lotta del proletariato - svolga una lotta effettiva contro le forze reazionarie e guerrafondaie, prenda misure decise e rivoluzionarie contro il capitale finanziario per soddisfare le esigenze vitali della classe operaia e delle masse popolari. Un governo che potrebbe favorire lo sviluppo della più avanzata prospettiva di classe e rivoluzionaria per abbattere il potere della borghesia.
 
      Con questa prospettiva e allo scopo di rafforzare il fronte di opposizione popolare contro le controriforme costituzionali ed elettorali del governo Renzi/Verdini, il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista ha deciso di aderire – pur riconoscendone i limiti - al CDC, mantenendo la propria piena indipendenza ideologica e politica, la libertà di azione, di giudizio e di critica, così come i propri obiettivi programmatici.
 
      Siamo per una forte mobilitazione politica di massa, unitaria e con alla testa la classe operaia quale forza dirigente, che esca dalla fase difensiva e passi all’offensiva decisa contro il governo Renzi. Solo in questo modo si può sconfiggere il disegno autoritario della classe dominante, che mira all’ulteriore concentrazione e rafforzamento del potere nelle mani del governo capitalistico, a sopprimere le libertà democratiche ottenute dalla classe operaia e dagli altri lavoratori, a intensificare la repressione contro  il movimento operaio e sindacale per imporre ancor più feroci politiche padronali e antipopolari. 
 
      Rilanciamo dunque l’appello alla classe operaia, a tutte le forze comuniste, rivoluzionarie, progressiste, sinceramente democratiche a sostenere le lotte in corso e a sviluppare l’unità di lotta. Rinnoviamo la proposta della costruzione di Comitati unitari per il NO nei posti di lavoro, nei quartieri, fin da subito, con carattere di classe e di massa, per prepararci nel prossimo autunno a sbaragliare le controriforme e cacciare Renzi.
 
      Questi Comitati, assieme agli altri organismi creati nello sviluppo delle lotte, devono andare oltre la scadenza referendaria, dare il loro contributo per sconfiggere l’offensiva capitalista, l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia e delle masse lavoratrici, la reazione e le politiche guerrafondaie, per unire, mobilitare e rafforzare l’organizzazione e la coscienza delle masse, per aprire la  strada a un’alternativa di rottura rivoluzionaria con l’infame sistema  capitalistico.
 
      Proponiamo la realizzazione di due giornate di sciopero generale nazionale unitario, proclamate da tutte le forze politiche, sindacali, sociali di classe e democratiche che si oppongono alle controriforme, da realizzarsi prima del referendum, con manifestazione conclusiva a Roma.
 
      In questa lotta, noi comunisti (marxisti-leninisti) non dimentichiamo il carattere democratico-borghese dell’attuale Costituzione italiana, il suo riconoscimento e difesa della proprietà privata e del sistema di sfruttamento capitalista-imperialista.
 
      Dunque, pur lottando con tutte le nostre forze contro le politiche reazionarie ed autoritarie e per la difesa e l’estensione dei diritti e delle libertà, parziali e condizionati, previsti dalla attuale Costituzione, contro  ogni illusione revisionista e riformista dichiariamo che la Costituzione di cui hanno bisogno gli operai e tutti i lavoratori italiani è una Costituzione proletaria e socialista, che non si limita a proclamare l'eguaglianza dei diritti formali dei cittadini, ma la garantisce effettivamente attraverso l’affermazione dell’uguaglianza economica e sociale.
 
      La borghesia ha perso da tempo ogni legittimità a governare. E’ una minoranza che tende ad accentrare il potere e arricchirsi sempre più a scapito delle masse lavoratrici. La sua funzione può essere sintetizzata nella ricerca del massimo profitto. Bisogna eliminare questa minoranza dal campo della vita economica e politica. Ma nel campo della democrazia parlamentare borghese non esistono le forze in grado di portare avanti questo programma.
 
      La crisi in cui si dibatte il nostre paese può essere risolta solo da un governo rivoluzionario della classe operaia, la classe più rivoluzionaria dell’intera società, l’unica che abbia interesse vitale a creare le condizioni dell’uguaglianza economica e sociale.
      Di qui la necessità di disporre di un unico e forte Partito comunista. Forza compagni, uniamoci, organizziamoci, lottiamo!
 
Roma, luglio 2016

COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA
Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia  

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