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(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Frontiere o rosse bandiere?

(21 Luglio 2016)

Primo aprile 2016. Appare, sul sito del Partito della Rifondazione Comunista di Biella, un articolo intitolato Contro il sinistrismo [1] di Ugo Boghetta, membro del Comitato Politico Nazionale del partito.
Comincio a leggerlo, condividendone in principio la sostanza, eccetto l'atteggiamento troppo tranchant verso il movimento No Global e senza aver ben chiaro che cosa sia "il diritto individuale egocentrico di poter fare tutto"... Arrivo poi ad "Anche sul tema immigrazione" e penso che, ovviamente, sia un pessimo pesce d'aprile, fatto da qualcuno che ha hackerato il sito da cui stavo leggendo.
Ovviamente, infatti "Che poi gli sfollati vadano a ingrossare le periferie, siano utilizzati come esercito di riserva per guerre fra poveri, non li tange. Che questo porti anche a conflitti culturali, religiosi, comportamentali è un aspetto secondario: nostra patria è il mondo intero. E la soluzione è il buonismo. [...] Così i confini, i limiti, che servono per costruire le identità, le sole che poi permettono di confrontarsi con l'Altro, sono sostituiti dalle frontiere aperte" - mi dicevo - è palesemente proprio un invito ad alzare frontiere contro chi arriva dove i profitti del capitale imperialista vengono travasati da dove vengono generati grazie alla rapina delle risorse e all'invasione dei mercati del Terzo Mondo. Un invito - pensavo - che ribalta il senso della realtà e invoca proprio ciò che finge di voler condannare: la guerra fra i poveri, o, meglio, se fomentata da un probabile hacker al soldo di qualche movimento della destra radicale, la guerra contro i poveri, l'ostilità del sottoproletariato e dell'aristocrazia operaia (o terzosettoriale) oriundi italiani verso gli immigrati, creata dai mezzi di comunicazione dei padroni, che opprimono sia il proletariato oriundo che quello immigrato additando il secondo come causa dei mali del primo. Un invito molto scontato nel linguaggio da disco incantato salvinista, vedasi il "buonismo", termine con cui le estreme destre chiamano dispregiativamente ogni forma di fratellanza e lotta per la giustizia sociale, e la visione degli immigrati come irrecuperabilmente portatori di comportamenti, culture e religioni incompatibili con la civiltà dell'"Europa bianca e cristiana" di borgheziana memoria, ma con una nota terzaposizionista nel chiamare "esercito di riserva" gli "sfollati": infatti l'"esercito industriale di riserva", termine usato da Marx ad indicare i disoccupati di qualunque origine etnica, non certo considerati nemici, ma membri di una classe da emancipare, dai comunisti, è sostanzialmente identificato dall'estrema destra cosiddetta "rosso"-bruna con il proletariato immigrato, nel quale essa addita un nemico dei proletari del "Primo Mondo".
Si badi bene che è ovvio che un comunista, per definizione antimperialista e quindi nemico dello sfruttamento imposto al Terzo Mondo, punta alla rimozione delle cause delle migrazioni, ma naturalmente non invoca frontiere chiuse a chi è oppresso da quello sfruttamento, che sarebbero danno aggiunto al danno, guerra di classe contro la parte del proletariato internazionale più torchiata dal capitale transnazionale.
Ed è immediatamente dopo aver introdotto il tema dell'immigrazione che Contro il sinistrismo benedice le frontiere, non in un contesto in cui si stesse parlando di frontiere giustamente chiuse a trattati commerciali che avvantaggerebbero iniquamente paesi più sviluppati del nostro, come il TTIP, o di sovranismo monetario, prospettiva certamente accettabile in un'ottica comunista (e personalmente condivido le posizioni del KKE sull'euro).
È ovvio che un comunista non parla e, soprattutto, non pensa così: quell'articolo doveva essere un brutto scherzo...

Invece no, non era un pesce d'aprile.
Prevedibilmente, Contro il sinistrismo è stato prontamente pubblicato da una pletora di siti di "terza posizione", da Azione Culturale [2] a L'intellettuale dissidente [3] passando per molti altri.
Sono siti che costituiscono una rete potente e potentemente finanziata.

Vent'anni di Forza Italia, Lega e fascisteria varia al governo, etnicizzazione della cronaca e un anno e mezzo di onnipresenza mediatica di Salvini, funzionali con la creazione di capri espiatori anche alla borghesia pro-PD, hanno fatto percolare non solo tra qualunquisti e gente dichiaratamente di destra, ma persino nelle menti di tanti sedicenti compagni idee xenofobe. Quindi la rete di pagine Internet e blog "rosso"-bruni, tra retorica pseudomarxiana (ma priva di elementi classisti, per definizione internazionalisti) e pillole di razzismo, fa poi fare la pace a questi ormai ex-compagni con il loro lato legaiolo ed il gioco è fatto: anche nelle poche oasi di pensiero antagonista agli interessi del capitale l'odio verso gli altri sfruttati fa breccia.
Stanno facendo un buon lavoro i padroni.

Non molto dopo essere entrato con tale articolo in cotanto pantheon, Boghetta ha pubblicato un curioso post [4] sul proprio diario di Facebook, che diceva "Dice Bergoglio: 'Migrare non è un delitto'. Invece lo è da parte di chi è colpevole delle bombe occidentali e della povertà causata anche da secoli di rapina colonialista [...] Questo buonismo è inutile, dannoso, insopportabile", la cui sintassi, presa alla lettera, sembra suggerire che migrare sia un delitto se a migrare è chi è colpevole delle bombe occidentali e della miseria. Ora, dato che i colpevoli delle bombe occidentali e della rapina colonialista non migrano in Occidente perché già ci stanno, l'espressione di Boghetta potrebbe ben significare "Migrare non è un delitto, come dice Bergoglio, ma lo è rendersi colpevole delle bombe occidentali e della povertà causata anche da secoli di rapina colonialista, cosa che Bergoglio non dice. [...] Questo atteggiamento a parole solidale, ma non sufficientemente solidale né teso alla giustizia sociale è inutile, dannoso, insopportabile", ma sta di fatto che sia Contro il sinistrismo sia tale post su Bergoglio, che ha fatto entrare Boghetta tra gli idoli di una nota pagina salvineggiante [5] che presumibilmente non disdegna l'interpretazione secondo cui migrare sarebbe un delitto (da parte di chi migra, ché migrare non può essere da parte di nessun altro che di chi migra), hanno attirato all'esponente del PRC le simpatie di parecchi xenofobi di varia appartenenza partitica che scrivono sul suo diario e si gloriano della sua amicizia [6].

Neanche in tema di lotta contro la discriminazione degli omosessuali alcuni dirigenti del partito cui sono iscritto si mostrano immuni dall'affinità se non altro linguistica con l'estrema destra, tant'è che arrivano persino a scagliarsi contro la fantomatica "lobby gay" [7] (non è qui la sede in cui entrare nel merito dell'opinione degli autori sulle liste, del tutto accettabile in un'ottica di democrazia interna al partito), che si riferisce probabilmente all'ARCI Gay, ma sorge spontaneo chiedersi se neanche riferirsi ai crimini sionisti come opera di una fantomatica "lobby giudaica" costerebbe l'espulsione a chi raduna uno stuolo di ammiratori razzisti ed omofobi.

A livelli di quadri locali certe derive diventano ancora più esplicite.
Un dirigente regionale ligure del PRC riduce il gruppo Facebook di un circolo di Rifondazione Comunista ad un ricettacolo di spam xenofoba ed omofoba [8]. Tale dirigente regionale ligure sembra coincidere od essere omonimo di un sostenitore dello ius sanguinis: Blut un Boden [9].
Aneddoticamente, l'ultimo direttivo del circolo di Rifondazione Comunista cui sono iscritto si è concluso con un discorso in cui il segretario del circolo si dichiarava fan di Hofer in Austria e Alternative für Deutschland in Germania, lamentandosi che gli stranieri "rubano il lavoro" agli Italiani, dicendo che "noi" da "loro" dovremmo rispettare le regole mentre "loro" qui vorrebbero fare i propri comodi ed avere il "pesce invece di imparare a pescare", scagliandosi contro il salviniano concetto di "buonismo" e altre amenità. "Noi" gli Italiani, "loro" gli stranieri, mica "noi" il proletariato e "loro" la borghesia.

Da piccolo sognavo di arrivare a 18 anni per votare il PCI, che poi è stato sciolto, e quindi ho cominciato a votare il PRC da quando ne ho il diritto. Da adolescente tentai con un compagno anziano di aprire un circolo nella mia zona e da allora ho spesso portato la tessera del PRC in tasca, in maniera continuativa ormai da molti anni. Non mi è sempre piaciuta al 100% la linea del partito, non avendo per esempio condiviso le misure prese contro i compagni Ferrando e Turigliatto, ma non ho mai vacillato nel mio appoggio ad esso, convinto del bisogno di unità dei comunisti.
Oggi comincio invece a sentire che in quest'unità non ci sono affatto solo comunisti e sto iniziando a sentirmi parte di un organismo che non ha le difese immunitare contro un ammasso crescente di cellule mutate.

In condizioni niente affatto migliori appare il nuovo PCI dei Comunisti Italiani, un cui segretario provinciale sostiene, su chi fugge da dove i profitti del capitale imperialista vengono generati a dove affluiscono, le posizioni del PD contro i migranti economici, ma arrivando a criticare da destra il "buonismo" delle "anime belle" della giunta regionale sarda [10] ed addirittura al punto di considerare lucida e corretta l'analisi politica di un delirio da Nouvelle droite come la lettera di Boe sull'"invasione" dei "negri" [11].

Che cosa si aspetta a rimuovere la mutazione portata da chi, tra quadri sedicenti comunisti, divide il proletariato, per definizione senza barriere etniche, in oriundo (una volta si diceva "ariano") e immigrato, o in eterosessuale ed affiliato alla "lobby gay", tanto più oggi in un''Italia che somiglia ad un paese, uscito dalla trama distopica di un tetro romanzo di fantascienza, dove la parte più sfruttata del proletariato, e pertanto di grande potenziale rivoluzionario, non ha neppure il diritto al voto, essenziale a qualunque definizione di "democrazia rappresentativa"?
Che cosa ci sta accadendo?



[1] http://rifondazionebiella.it/node/2215
[2] http://www.azioneculturale.eu/2016/04/contro-il-sinistrismo/
Azione Culturale è un sito dichiaratamente rossobruno interessato alla "rielaborazione storica delle grandi ideologie del Novecento".
[3] http://www.lintellettualedissidente.it/rassegna-stampa/contro-il-sinistrismo/
L'Intellettuale dissidente è il quotidiano del Circolo Proudhon, ispirato a quello storico di infame memoria.
[4] https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/1008704035832830
[5] https://www.facebook.com/177243485687414/photos/pb.177243485687414.-2207520000.1467406956./973141516097603/
[6] Un assaggio: https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/994263413943559 . Se ne notano molti sotto post come appunto quello sul "buonismo" di Bergoglio.
[7] http://www.prcbologna.it/2016/06/13/viale-del-tramonto/
[8] Per esempio:
https://www.facebook.com/groups/280607759886/permalink/10154364674959887/
https://www.facebook.com/groups/280607759886/permalink/10154100687974887/
https://www.facebook.com/groups/280607759886/permalink/10154377818954887/
[9] http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=3649#comment-13345
[10] https://www.facebook.com/notes/giovanni-enne/immigrazione-spunti-per-una-riflessione/10152932969992155/
[11] https://www.facebook.com/giovanni.enne/posts/10208580752828883

Davide

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