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Una nazione di assassini

Una nazione di assassini

(11 Maggio 2011) Enzo Apicella

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L’esercito turco attacca all’impazzata il popolo kurdo

A Van continuano gli scontri!

(24 Giugno 2005)

Le autorità turche sparano addosso alla popolazione; la Turchia ha ricominciato a mettere in pratica, contro il popolo kurdo, comportamenti simili a quelli che adottava negli Anni ’90. Nei pressi di Gurpinar (area di Van) due famiglie volevano riprendere i corpi dei loro figli uccisi per seppellirli, ma non hanno potuto. Ne è conseguita una marcia di protesta di migliaia di kurdi; contro le persone in marcia, disarmate e dunque indifese, l’esercito turco ha sparato ad alzo zero. Le notizie finora giunte parlano di un patriota kurdo divenuto martire e di almeno nove feriti. Ferhattin Inanc, morto durante gli scontri, è stato seppellito oggi, con una notevole partecipazione popolare al suo funerale. Cresce, intanto, la preoccupazione dei kurdi che quel che è avvenuto a Van possa ripetersi in altre città.

Invitiamo l’opinione pubblica ad assumere consapevolezza di quanto sta avvenendo in Turchia (Paese che aspira all’ingresso nell’Unione Europea), in modo tale che i comportamenti da condannare siano finalmente svelati, e non più tenuti segreti; e a protestare contro questi brutali e ingiustificati atti di violenza.

Chiediamo anche che si prema sulla Turchia, affinché Turchia non neghi più l’esistenza della Questione Kurda, ma la riconosca nella sua realtà e intraprenda la strada del dialogo con i rappresentanti del popolo kurdo, per trovare una soluzione che garantisca una pace durevole.

Roma, 22 giugno 2005


Un intervento della gendarmeria a Van: 1 morto e almeno 9 feriti

MHA – Van, 21/22 giugno 2005

La gendarmeria e le forze speciali sono intervenute a Van, causando la morte di una persona e il ferimento di almeno altre nove, nell’ambito di un gruppo di dimostranti, che manifestavano per protestare contro la decisione dello stato turco di seppellire in gran segreto i corpi di due guerriglieri dell’HPG (Forze di Difesa Popolare), presso Gurpinar, nell’area meridionale della città di Van, senza nemmeno provvedere a compiere sui corpi le operazioni che di solito precedono la sepoltura.

I due guerriglieri, Cefer Isnas (Rezan) e Mehmet Bozan (Sahin) erano stati uccisi il 17 giugno 2005, durante uno scontro con dei soldati turchi nei pressi del villaggio di Çaylan, nei dintorni di Van. Fonti locali riferiscono tuttavia che i due guerriglieri sono stati catturati ancora vivi e sono stati poi assassinati, dopo aver subito torture.

5000 manifestanti si sono radunati di fronte agli uffici del DEHAP (Partito Democratico del Popolo) a Van, e hanno poi marciato verso Bostanici; i manifestanti protestavano per il fatto ch le famiglie dei guerriglieri caduti non erano state avvisate della sepoltura. Appena giunti a Bostanici, i dimostranti sono stati tuttavia accerchiati dai gendarmi turchi, che avevano in precedenza collocato sbarramenti su tutte le strade nei dintorni.

I militari turchi hanno aperto il fuoco sui manifestanti, nel tentativo di disperderli, e a ciò i dimostranti hanno replicato con lanci di pietre. Ne è seguito uno scontro, che ha prodotto vittime tra la folla: uno dei dimostranti, il 19enne Fahrettin Inanc, è morto sul colpo, mentre almeno altri sei (Veysel Laçin, Rahmi Aslan, Menaf Ipek, Bahattin Aslan, Dilan Bilek ed Ekrem Aydin) nonché due giornalisti (Sukru Akyuz, dell’agenzia di stampa DIHA, e un altro giornalista che lavora nell’ambito della polizia), hanno riportato ferite.

Veysel Laçin è tuttora nel reparto di rianimazione dell’ospedale pubblico di Van, in condizioni assai gravi (è stato colpito alla schiena da un proiettile). La polizia si è mostrata minacciosa anche verso coloro che accompagnavano il corpo di Ferhattin Inanc, che veniva riportato a casa dall’ospedale, per provvedere alla sepoltura. Il funerale di Inanc è stato autorizzato, a condizione che i partecipanti non intonino slogan e non portino bandiere.

Quanto ai posti di blocco sulle strade (quelle di accesso e quelle interne ai quartieri periferici di Safak e Gundogdu, presso Bostanici), essi non sono stati ancora rimossi e la situazione nell’area rimane tuttora di forte tensione.

Si sono registrati scontri anche oggi tra i militari e la popolazione, con nuovi feriti!!

UIKI-ONLUS
Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
http://www.uikionlus.com

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