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(6 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Genova e Prato sotto acqua. 4 morti.

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La natura produce i terremoti ma le catastrofi sono opera del capitalismo

(25 Agosto 2016)

abbraccio terremoto 2

Lo avevamo detto per i tragici terremoti dell’ Aquila e dell’ Emilia e lo ribadiamo con forza anche oggi riprendendo le nostre stesse parole di allora:
La criminalità della borghesia italiana è perseverante di fronte all’assoluta prevedibilità degli effetti sociali dei terremoti, in assenza di ogni misura reale di sicurezza degli edifici pubblici e privati. Ciò che si voleva e si vuole nascondere, dietro il velo retorico della solidarietà alle vittime, è ormai dimostrato.
I costruttori hanno eretto edifici con materiali di cartapesta. Le aste di appalto al massimo ribasso, commissionate da tutti i governi regionali e locali, e consentite dalla normativa nazionale, hanno coperto le pratiche criminali dei costruttori. I controlli istituzionali sulle opere commissionate sono stati nulli o complici (come nel caso dell’ospedale e la scuola di Amatrice). Il taglio alle spese sui monitoraggi tellurici, le proroghe sistematiche delle norme tecniche antisismiche da parte dei governi nazionali di centrosinistra e centrodestra.
ll PCL ha sempre seguito e segue un’altra via: quella dell’indipendenza dalla borghesia italiana. E per questo oggi collega la denuncia del crimine nelle zone terremotate con una proposta programmatica e di mobilitazione radicalmente alternativa ai piani dominanti. Una proposta che parte dall’emergenza sociale prodottasi per ricondurre alla necessità di un’alternativa politica e sociale.
La prima emergenza è data dall’assistenza sociale alle decine di migliaia di sfollati, che non possono vivere nelle tende e nel fango.
Respingiamo con forza la retorica inconcludente del governo Renzi uguale nei fatti a tutti i governi del capitale.
Il nostro è un programma semplice, che indica alle popolazioni e ai lavoratori le sole possibili e indispensabili misure sociali da attuarsi in questi casi:

1. Immediata requisizione e recupero delle case sfitte e la loro assegnazione alle popolazioni terremotate;

2. Il pagamento dell'intera retribuzione per quei lavoratori residenti nelle zone terremotate e che erano in regime di cassa-integrazione;

3. La corresponsione di un salario minimo garantito per i disoccupati di almeno 1000 euro;

4. Un piano di ricostruzione in tempi certi con lo stanziamento dei fondi necessari da parte del governo e che tali fondi siano gestiti da organismi territoriali trasparenti
che vedano la partecipazione diretta dei lavoratori;

5. Ricostruzione delle aziende colpite dal sisma, ma solo a partire dalla loro nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio.

LA BORGHESIA DISTRUGGE. SOLO I LAVORATORI POSSONO RICOSTRUIRE.
Ancora una volta la prospettiva del governo dei lavoratori è la risultante generale di tutta questa battaglia . Queste catastrofi ci dicono che le classi dominanti distruggono. Solo i lavoratori possono ricostruire: non solo le case, ma un’altra società. Una società dove a comandare sia la classe lavoratrice, non i costruttori e i loro amici. La battaglia può e deve diventare la metafora di una lotta generale per l’alternativa anticapitalistica e il potere dei lavoratori.

Partito Comunista dei Lavoratori

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