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LA RAGGI E LA SUA GIUNTA DI OSTAGGI

(8 Settembre 2016)

virginia raggi

Che il cinquestellismo si sarebbe immediatamente impantanato in indagini giudiziarie che lo avrebbero posto in contraddizione con se stesso, costituiva una di quelle previsioni sin troppo facili.

Se oggi il sindaco Virginia Raggi segnalasse la strana tempestività di certe indagini potrebbe essere facilmente accusata di ricorrere ad argomenti già familiari al Buffone di Arcore ed alla sua corte politico-giornalistica. Visto che da parte dei grillini non lo si era notato a suo tempo, non avrebbe senso per loro ricordarsi oggi che il Buffone stesso deve la sua carriera politica dal 1994, e la sua resurrezione politica nel 2008, a due colpi di mano giudiziari, il secondo dei quali, ai danni del ministro Mastella e della moglie, mise fine al secondo governo Prodi.

La fiaba dell’eterno conflitto tra il Buffone ed i magistrati continua dunque a pesare sul dibattito “politico” ed impedisce di analizzare l’effettivo ruolo svolto dalla magistratura in questi ultimi decenni, cioè quello di ribadire lo stato di sottomissione coloniale del ceto politico italiano nel suo complesso, tenuto in ostaggio dalle indagini per corruzione. La stessa legislazione anticorruzione è strutturata in funzione coloniale, poiché si considera reato la tangente, ma non il riservare a se stessi o ai propri parenti carriere nelle multinazionali. Quando il Movimento 5 Stelle ha posto l’onestà al centro del proprio programma politico, non ha dimostrato l’onestà intellettuale di prestare attenzione ai risvolti colonialistici della corruzione ed alle forme “legalitarie” che la corruzione può assumere in un contesto coloniale.

Il Comune di Roma è in deficit anche perché ha dovuto subire lo stesso tipo di truffa finanziaria sui titoli derivati da parte di multinazionali bancarie. A riguardo risultano interessanti le motivazioni della Corte di Appello di Milano che mandava assolte alcune di quelle multinazionali. Secondo i giudici la “asimmetria informativa” (elegante eufemismo per raggiro) non poteva costituire un alibi per il Comune di Milano, il quale avrebbe dovuto dimostrarsi “all’altezza” del suo ruolo istituzionale. Ecco servita dai giudici una visione del tutto astratta e idealizzata delle istituzioni, le quali non sono più composte da esseri umani qualsiasi, che subiscono la condizione di inferiorità dovuta alla abissale sproporzione di forze che si determina nel rapporto con una multinazionale, ma sono chiamate ad esibire doti e competenze sovrumane. L’inettitudine e l’opportunismo dei politici diventano così l’alibi delle multinazionali, alle quali si riconosce che truffando fanno solo il loro mestiere. Questo è il grado di protezione che delle istituzioni dello Stato ricevono dall’istituzione chiamata a proteggerle. Ma per proclamare la legge del più forte c’era bisogno dei giudici? A quanto pare sì. (1)

La sottomissione coloniale ha ovviamente bisogno di una sostanziosa impalcatura ideologica di stampo razzistico. A riconferma che la cultura non ha mai salvato nessuno dai pregiudizi razziali, lo scrittore Alessandro Baricco ha spiegato il motivo delle diverse sorti delle giunte 5 Stelle di Torino e Roma con il diverso grado di corruzione ambientale tra le due città; per cui la titolazione mediatica ha sorvolato sulle eleganti sfumature dello scrittore e sintetizzato il tutto con un “Torino sana, Roma marcia”. (2)

Che Roma sia per il momento maggiormente nel mirino perché, in quanto capitale, è diventata un bersaglio prioritario per il colonialismo, non sarebbe un’ipotesi da prendere in considerazione, in quanto “complottista”. Il complottismo ovviamente non c’entra niente, mentre c’entrano invece i rapporti di forza. Non sono le trame in sé a fare la differenza, ma il peso in termini di intimidazione, disinformazione e cooptazione che si è in grado di gettare sulla bilancia.

Magari ai militanti 5 Stelle potrebbe anche venire in mente di rileggersi la storia giudiziaria e accorgersi che, con qualche rara eccezione, si trova la magistratura sempre dalla parte del più forte. Ai 5 Stelle potrebbe anche capitare di domandarsi se per caso non siano stati essi stessi irretiti in qualche meccanismo manipolatorio per il quale un finto dissenso interno viene dirottato verso il consenso nei confronti di poteri sovranazionali che accorrano a “salvarci”.

8 settembre 2016

1) http://www.dirittobancario.it/giurisprudenza/derivati/derivati-del-comune-di-milano-motivazioni-sentenza-d-appello-assoluzione-accusa-di-truffa

2) http://www.huffingtonpost.it/2016/09/04/baricco-intervista_n_11856032.html

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