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(10 Gennaio 2010) Enzo Apicella
Dopo la rivolta degli schiavi di Rosarno

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BASTARDI ASSASSINI

un lavoratore assassinato dai padroni a Piacenza.

(16 Settembre 2016)

gls operaio investito

La conosciamo bene la GLS, multinazionale del settore facente capo al gruppo Royal Mail e tra i leader europei del trasporto e del magazzinaggio merci.
La conosciamo dal 2010, quando il movimento di lotta che sta scuotendo l'intero comparto della logistica ribaltandone equilibri e rapporti di forza dati per ineluttabili era quasi agli albori.
Ricordiamo i facchini in sciopero e i compagni e le compagne, più volte caricati di fronte ai cancelli del magazzino di Cerro al Lambro, e la determinazione contro l'enorme dispositivo repressivo messo in campo dalle forze di polizia, chiamate a difendere per oltre due mesi gli interessi padronali con un presidio fisso di camionette.
Un tassello, tra i tanti, che ha contribuito a creare la consapevolezza che l'unità e la solidarietà tra lavoratori sono un'arma reale ed efficace contro la guerra di classe scatenata dal padronato contro il lavoro nel nome del profitto.
Determinazione e solidarietà che hanno poi costituito la costante del rinnovato protagonismo operaio che, in un settore strategico del capitalismo nazionale ed europeo, è riuscito a migliorare le proprie condizioni materiali scatenando un conflitto diffuso e capillare, magazzino per magazzino. Un conflitto che continua e che il padronato tenta di fermare con ogni possibile strumento: dal crumiraggio ai licenziamenti politici, dall'automazione alle sospensioni, giungendo ad aizzare, come nella tragica notte passata, i camionisti contro i lavoratori in sciopero.
Abdelsselem El Danaf è morto così, schiacciato dalle ruote di un tir lanciato su ordine di dirigenti contro i lavoratori che chiedevano il rispetto di un accordo per il reintegro di propri colleghi precari e licenziati.
Ucciso mentre lottava per condizioni di lavoro dignitose al fianco dei propri compagni.
Perchè in una fase di crisi ogni lotta travalica ormai la connotazione della vertenza per diventare oggettivamente lotta politica che mette in discussione il potere e, quando questo accade, la reazione è attuata con ogni mezzo: repressione poliziesca, denunce, processi, fogli di via, misure cautelari fino all'assassinio come stanotte a Piacenza.
Noi ci sentiamo profondamente feriti anche perchè, altre volte, episodi simili sono finiti in un modo diverso come davanti all'Esselunga di Pioltello, davanti al Gigante di Basiano e in altre occasioni quando camionisti aizzati dai padroni delle cooperative hanno provato a sfondare i presidi, ma possiamo ora solo immaginare l'abisso di dolore della famiglia di Abdelsselem, di sua moglie, dei suoi 5 figli e dei suoi compagni di vita e di lavoro a cui esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà.
La promessa che facciamo e che la nostra rabbia e quella di tutti i facchini sarà portata avanti con la lotta e in tutte le lotte che verranno: il movimento di lotta non si ferma e continua nel prossimo sciopero e nel prossimo presidio.
E sarà nelle piazze insieme ad altri lavoratori di altri settori e di tutti coloro che faranno proprio la voglia di dignità e di lotta che in questi anni sono stati la base per le conquiste dei lavoratori della logististica.
Esprimiamo il nostro dolore e la nostra massima vicinanza e solidarietà di classe ai famigliari e ai compagni di lotta di Abdelsselem.
Esprimiamo tutto il massimo dell'odio di classe possibile per il sistema economico capitalista basato sullo sfruttamento di classe che schiaccia diritti e immola la vita di un lavoratore per il profitto.

I compagni e le compagne del CSA Vittoria di Milano


Parteciperemo e invitiamo a partecipare al corteo di sabato 17 a Piacenza

csavittoria.org

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