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Sassuolo: l’esame di Stato di Abdelmjid lo sfrattato

che dorme in auto da quando il Comune ha sgomberato il "palazzo verde"

(8 Luglio 2005)

La brutta storia delle sgombero di Sassuolo
L’ordinanza della giunta di Centro-sinistra ha suscitato un coro di indignazione


Il 27 giugno 2005 le forze dell’ordine hanno sgomberato il condominio di via San Pietro n. 6 a Sassuolo, in provincia di Modena, la cittadina conosciuta per l e piastrelle e per l’elevato tasso d’inquinamento prodotto dalle industrie ceramiche. Dopo alcuni preavvisi, alle ore 6 circa del mattino, 58 famiglie sono state costrette ad abbandonare il proprio alloggio. Molti sono proprietari, altri sono affittuari, tutti immigrati extracomunitari. Il tutto in esecuzione di un’ordinanza della giunta di centrosinistra più Rifondazione comunista. Il motivo è legato a problemi igienici, di inagibilità dello stabile, qualcuno parla di problemi legati allo spaccio di stupefacenti. Altri pensano che al posto dello stabile sorgeranno delle banche. Da quel giorno tutto il mondo parla dello strano sgombero di via San Pietro. Basta digitare le parole “sgombero” e “Sassuolo” su Google e si può avere un’istantanea della situazione.

Scavando tra le “macerie” di questa brutta storia, Vincenzo Brancatisano ha trovato e raccontato sulla Gazzetta di Modena la storia di di Abdelmjid Nadir, 38 anni, marocchino. Nei giorni scorsi l’uomo ha sostenuto gli esami di Stato in una scuola pubblica di Sassuolo. Dalla mattina dello sgombero del suo alloggio, un appartamento di proprietà per il quale sta pagando 400 euro di rate mensili per il mutuo, Abdelmjid vive in automobile. La polizia, che ha eseguito lo sgombero assieme a Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia municipale, cani addestrati, lo ha sorpreso a studiare in auto e gli ha perquisito il cofano. Dopo avervi trovato un codice civile, gli ha chiesto perché mai non fosse a casa sua a studiare.



SASSUOLO (Modena), 7 luglio 2005 - Ieri mattina ha sostenuto il colloquio orale dell'esame di Stato discutendo una tesina sulla Legge Biagi.

Ieri notte però aveva dormito in macchina. E pure stasera passerà la notte a bordo della sua utilitaria pensando a lavori intermittenti, a job sharing, a lavori a chiamata, a forme di occupazione sempre più precaria.

Forse prima di addormentarsi ieri sera avrà avuto il tempo di pensare anche al suo precariato, o meglio a quello che lo ha investito assieme ad altre famiglie, alle ore 6 del 27 giugno scorso, quando le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nello stabile di via San Pietro 6 a Sassuolo per sgomberare un intero condominio.

E' da allora che Abdelmjid Nadir, 38 anni, marocchino di Mediouna, in Italia dal 1994, operaio in regola con le leggi e con posto fisso presso la ditta Adesital del gruppo Mapei, ha come casa un'automobile.

La mattina del 27 giugno, Abdelmjid si alza di buon'ora. Per la sua classe, la quinta serale dell'Istituto professionale "Elsa Morante" è in programma la terza prova degli esami, il cosiddetto quizzone..
E' in gioco un diploma di Tecnico della gestione aziendale, sta preparando i libri per l'ultimo ripasso, vuole fare bella figura con i suoi professori, ai quali peraltro, non racconta la sua tragedia.

Neppure alla moglie, che lo aspetta in Marocco, vuole raccontare nulla.
"Non la voglio turbare", confessa.

Di colpo lo assale il rumore assordante dell'elicottero della Polizia, poi le urla, le intimazioni, i trilli dei campanelli, le sirene.
Gli uomini salgono dal balcone.
Ci sono Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco, Polizia municipale, cani addestrati.

E' uno sgombero in grande stile, che sta facendo parlare il mondo intero via Internet.
Lui guarda dalla finestra terrificato. Poi sente bussare. Gli dicono che deve raccogliere tutto e lasciare le chiavi del suo appartamento.

"Ma io sto andando a scuola", protesta. A fare che?, gli chiedono.
Lui spiega che c'è un esame importante: "Ho fatto sacrifici per tanti anni, non posso perdere l'esame, vi prego, lasciatemi andare".
Lo fanno gentilmente andare.
Aspettano che torni prima di procedere anche con il suo appartamento.

Le finestre dell'aula scolastica sono aperte per il caldo, il suo stato d'animo lo conduce fuori.
"Mentre scrivevo ", rammenta con emozione, "sentivo le pale di quell'elicottero in lontananza". Ma c'è da rispondere alle domande su buste paga e budget, i guai possono aspettare qualche ora.
Il suo (ex) appartamento è al secondo piano, lo ha pagato 84 milioni di lire nel 2000 a un venditore sassolese, "ma ho dato dei milioni anche al notaio".
Lo ha ipotecato per avere un mutuo bancario per cui versa rate mensili da 400 euro.
Pagare un mutuo per andare a dormire in auto getterebbe nello sconforto chiunque.

Ma il suo pensiero è all'esame. Ci ha tenuto alla scuola, che ha frequentato con sacrifici, ha fatto i salti mortali tra turni di lavoro e bisogno di riposo, ha ipotecato pure il sabato, ospite fisso della biblioteca, e anche la domenica, perché i compiti vanno fatti e le interrogazioni vanno preparate.
Tiene molto alla sua formazione. Conosce l'arabo, il francese, l'inglese, l'italiano, ora si iscriverà ad altri percorsi professionali.
Gli "piacerebbe lavorare in ufficio", ma è fiero del lavoro onesto che sta svolgendo da anni.

"Ho fatto la tesina sulla Legge Biagi", rivela, "perché il problema del lavoro ci tocca molto. Quando sono arrivato mi sono rivolto a un'agenzia di lavoro interinale e ho fatto il facchino".
Mai si sarebbe aspettato, anche se le autorità lo avevano avvertito per tempo, che si sarebbe trovato in questa situazione. "In macchina è faticoso, si dorme male", spiega.

E racconta che un giorno mentre studiava in auto è arrivata la polizia.
"Mi hanno chiesto cosa facessi, poi hanno perquisito il cofano". Hanno trovato un codice civile e qualche libro. Poi gli hanno chiesto perché non fosse a casa sua a studiare.

Vincenzo Brancatisano

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