">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Primo Maggio 1947

Primo Maggio 1947

(1 Maggio 2010) Enzo Apicella
1 Maggio 1947 - La strage di Portella della Ginestra

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

Sulla vittoria del NO

(5 Dicembre 2016)

via il governo, dimissioni

La classe operaia, i giovani, le donne degli strati popolari hanno seppellito sotto una valanga di NO la controriforma costituzionale voluta dai monopoli e dal loro governo. Unità e lotta contro la politica reazionaria, di austerità e di guerra, per un profondo cambiamento sociale!
Il NO alla controriforma costituzionale ha trionfato con il 59,1% dei voti nonostante le menzogne spudorate e le false promesse di Renzi, la velenosa propaganda dei principali media e le ingerenze straniere, il metodo della paura e il terrorismo dello spread. Nonostante l’imbelle atteggiamento dei riformisti e dei vertici collaborazionisti dei sindacati che hanno fatto di tutto per immobilizzare le masse.
Il proletariato, le masse giovanili e popolari non si sono lasciati ingannare, né intimorire. Ampi settori hanno dato vita a una multiforme campagna di controinformazione e denuncia che ha spostato milioni di voti dalla parte del NO.
L’ampia partecipazione popolare (68,4%) ha espresso una volontà politica chiara e omogenea di rigetto di una legge che rafforzava il potere del governo e limitava la sovranità popolare, sancendo la sconfitta bruciante di Renzi, costretto alle dimissioni.
Votando NO le masse sfruttate e oppresse hanno dimostrato di non essere disposti a farsi mettere il piede sul collo dall’oligarchia finanziaria, dai padroni, dai parassiti che sono stati i principali fautori e sostenitori della revisione costituzionale, assieme alle loro istituzioni nazionali e sovranazionali.
La valanga che ha seppellito Renzi e il suo governo ha un chiaro segno di classe e popolare. E’ l’espressione della resistenza di milioni di lavoratori, di giovani disoccupati ai disegni reazionari, alla cancellazione dell’articolo 18, alla distruzione della scuola pubblica, alle missioni di guerra, alla miseria dilagante. E’ la manifestazione della protesta di massa alle politiche neoliberiste e di austerità volute dalla UE ed attuate dal governo Renzi, del malcontento verso il sistema capitalista in crisi profonda. Nessun partito borghese e piccolo borghese può appropriarsene.
Il trionfo del NO favorisce la ripresa della mobilitazione operaia e popolare, rafforza la lotta contro l’UE dei monopoli che si svilupperà ulteriormente, mentre i contrasti fra i gruppi borghesi si acutizzeranno, nei partiti e nelle istituzioni. Nel PD neoliberista si apriranno crepe profonde.
Non dobbiamo però farci illusioni. L’offensiva reazionaria della borghesia non si fermerà. Con l’aggravarsi della crisi economica e politica i settori più reazionari e più imperialisti del capitale finanziario torneranno alla carica e si aggrapperanno al fascismo come loro ciambella di salvataggio.
Bisogna perciò mettersi subito sulla via dell’unità di azione della classe operaia per la difesa intransigente dei propri interessi, sulla via della costruzione di un’ampia coalizione popolare contro l’offensiva capitalista, l’involuzione autoritaria e i pericoli di guerra, per sbarrare il passo alle destre populiste e xenofobe, con la costruzione e moltiplicazione degli organismi di massa (Comitati, Consigli, Coordinamenti, etc.) nelle fabbriche, nel territorio, dappertutto.
Il risultato del referendum, i milioni di voti raccolti dal NO, mostrano che esistono ampi spazi e vaste possibilità di lotta per affermare gli interessi della maggioranza sfruttata e oppressa. Per questo diciamo:
Via dal potere Renzi e tutti i coloro che hanno voluto stravolgere la Costituzione del 1948 per fare gli interessi del capitale finanziario!
Impediamo con gli scioperi e le manifestazioni di massa il disegno neocentrista e continuista!
Diciamo basta alle politiche reazionarie, di austerità e di guerra, al razzismo e alla xenofobia, alle ingerenze, ai diktat e ai ricatti!
Esigiamo l’abolizione del Jobs Act e della “buona scuola” e delle altre leggi antioperaie e antipopolari. No ai contratti-truffa, lottiamo per veri contratti con forti aumenti per tutti!
Esigiamo l’abolizione dell’Italicum e ripristino del proporzionale puro e senza sbarramenti!
Fuori dalla UE, dall’euro e dalla NATO!
Non vogliamo più governi borghesi, siano essi riformisti, reazionari, populisti, “tecnici” o di “larghe intese”. Di fronte al disfacimento della classe dominante, che è la responsabile della crisi, della miseria e del marasma esistente, il proletariato deve avanzare la propria alternativa di governo e di potere, costruendo i necessari rapporti di forza.
Con lo sviluppo del movimento rivoluzionario di massa e con il maturare della crisi politica della borghesia, diverrà possibile e necessario l’avvento di un Governo che faccia ricadere il peso della crisi, dell’enorme debito, delle tasse, sulle spalle della borghesia, dei ricchi, dei corrotti, che attui misure rivoluzionarie per uscire dalla crisi nell’interesse del proletariato, assicurando il lavoro, la pace e le esigenze vitali delle masse lavoratrici e popolari.
Per avanzare su questa strada serve l’unità e la lotta del proletariato, diretto dal suo Partito indipendente e rivoluzionario.
Bisogna che tutti i sinceri comunisti, tutti gli operai avanzati, tutti i giovani antagonisti sentano il valore positivo di questa affermazione e ciò li spinga a rompere una volta per tutte con gli opportunisti e i movimentisti, e a unirsi ai marxisti-leninisti per conquistare con la rivoluzione la nuova società.
5 dicembre 2016

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «"Terza Repubblica"»

Ultime notizie dell'autore «Piattaforma Comunista»

7095