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Siria

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(16 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Giornate capitalistiche: Penne ipocrite

(23 Dicembre 2016)

La sfacciataggine e l'ipocrisia di chi lamenta l'indifferenza del mondo per, udite udite, l'Olocausto di Aleppo, è senza limiti di buon gusto e vergogna. È il caso di un recente articolo scritto da una delle tante penne giornalistiche politicamente corrette, ben attente a non ricordare il ruolo di finanziamento delle milizie islamiste da parte di alcuni stati. Milizie che fino all'altro ieri, regolarmente, bombardavano la parte di Aleppo controllata dall'esercito siriano (causando morti e feriti, non degni di menzione da parte delle addolorate penne politicamente corrette). Il doppio standard che considera i morti altrui ininfluenti, trova in molti commenti giornalistici di questi ultimi giorni (dopo la fine della battaglia di Aleppo e la vittoria dell'esercito siriano) la sua piena realizzazione. Una parte del sistema mediatico degli stati che hanno puntato sul regime change in Siria, finanziando milizie ribelli e scatenando una guerra per procura mossa da puri interessi economici e geopolitici, ora piange lacrime da coccodrillo sulle sofferenze dei civili. Il finanziamento delle forze ribelli in Siria è stato ed è una forma di intervento di un gruppo di stati contro un altro Stato, un intervento finalizzato (sotto il pretesto del sostegno alla democrazia) al cannibalismo delle risorse energetiche, dei territori, e delle vie commerciali rientranti nella giurisdizione dello Stato aggredito. Tuttavia quest'ultimo è a sua volta parte di una coalizione di stati, e quindi ha protetto con il loro aiuto la sua sovranità sulle risorse, i territori e le vie di commercio che altri stati capitalistici avrebbero voluto sottrargli.
Dunque si è trattato e si tratta, nella realtà, di una semplice forma di conflitto fra opposti attori statali capitalistici, nemici mortali per un pugno di risorse energetiche; e questa è la vera posta in gioco, al di là del mucchio di balle (questione nazionale /questione religiosa/democrazia) sventolate davanti agli occhi dei soliti creduloni. Una parte di questi di creduloni si spaccia per marxista, e ha il coraggio di sostenere la funzione oggettivamente antimperialista delle milizie finanziate da un blocco imperialista semplicemente in funzione di contrasto verso un altro blocco imperialista. Dunque chi ha sostenuto la funzione antimperialista del fenomeno in oggetto, in realtà, ha espresso una partigianeria, cioè ha preso parte per uno schieramento capitalistico contro un altro schieramento capitalistico. Come ricordava Lenin, le moderne guerre imperialistiche non sono altro che scontri di interessi fra padroni di schiavi, gli interessi sono nascosti (secondo il caso) sotto le variegate bandiere della difesa della nazione, della verità religiosa, o della democrazia e dei diritti umani. Scontri in cui la borghesia utilizza proprio i proletari, come esercito e mezzo per la realizzazione delle proprie lotte di potere. L'unica battaglia da combattere per i proletari, invece, è quella per la liberazione dall'alienazione capitalistica del lavoro, cioè per la fine della schiavitù.

Sinistra comunista internazionale, sezione di Schio

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