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Pubblico Impiego: Stupide pagelline!

(21 Marzo 2017)

si cobas pugno

Cosa si nasconde dietro il concorso a premi che non assegna nessun premio finale? Dietro l’incalzante principio “non si assegnano aumenti a pioggia” si scatena un diluvio di vessazioni e qualche penalizzazione economica tutt’altro che selettiva. Generalizzata. Stiamo ai fatti: a garantire assistenza e sevizi c'è una leva di lavoratori di 50-60 anni che con zero ricambi va assottigliandosi. Ogni giorno si è costretti a superare mille ostacoli, rincorrere mille urgenze e mille emergenze. Ogni giorno si affrontano verifiche e prove. In queste condizioni proibitive la promozione-abilitazione si acquisisce sul campo. Se mai ad essere valutati e svalutati dovrebbero essere i liquidatori della sanità pubblica.

Le stupide pagelline, che mettono in concorrenza i lavoratori, servono solo a minare il lavoro di squadra che andrebbe alimentato e promosso, perché è qui che si ha la sintesi di qualità e professionalità. La vera sanzione ai fannulloni (che i media moltiplicano sapientemente) la comminano direttamente i compagni li lavoro nei confronti dei cosiddetti furbetti. Carichi di lavoro, ritmi e mansioni crescenti modellano un’organizzazione del lavoro così stringente da garantire in automatico il controllo su comportamenti devianti.

Pagelline, valutazioni individuali e di gruppo sono solo un pretesto per seminare divisioni tra i lavoratori. E’ un’operazione politica ossessiva e persecutoria che nulla ha a che vedere con l’efficienza organizzativa. Tra i metalmeccanici o i chimici questa pressione valutativa è praticamente assente. Ma dopo aver offeso la dignità di uomini e donne si scopre che i premi sono meno di “30 denari”. Partiamo dal premio di produttività.

Prendiamo ad esempio i 54 € lordi mensili percepiti nel biennio 2015-2016 dalla categoria D: l’80% ossia 43 € vanno alla valutazione collettiva e il 20% 11 € alla valutazione individuale. Su questa miseria, (per il 2017-’18 potrebbe essere ancora meno) si abbatte la ghigliottina della valutazione collettiva ed individuale. La differenza, nella pagellina, tra chi totalizza tra i 100 e 85 punti e chi si ferma tra 84,9 e 75 è di 2 €.

Due euro non cambiano la vita a nessuno ma servono ad avvelenare il clima, suscitare gelosie e dare lavoro ai tribunali dei valutatori che tra virgole, percentuali, item ecc. emettono giudizi sul lavoro di chi lavora. Non basta. Su tutto pesa il conteggio delle presenze. Le conseguenze non sono solo ingiuste e mortificanti sono la negazione stessa di principi sanitari da parte di chi avrebbe compiti più generali di educazione sanitaria. Una dipendente in gravidanza a rischio lontano dal lavoro per più di sei mesi, secondo asettiche tabelle non potrà essere valutata. Voler mettere al mondo un bambino diventa una colpa da scontare.

Che fine ha fatto la tutela della maternità e i pari diritti per le donne? Come devono sentirsi quelli che combattono con brutte malattie? Come si possono assistere familiari in gravi condizioni e non pagare pegno? Mentre questa disumanizzazione è perseguita per piccolo calcolo aziendalista, le organizzazioni sindacali dovrebbero rigettare questo accordo. I rilievi sulle percentuali e le note a verbale servono solo per lavarsi la coscienza. Se non organizzano l’opposizione, non solo non salvano la loro dignità, ma vanno contro l’idea stessa di sindacato.
19 marzo 2017

S.I. COBAS

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