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Sui documenti congressuali della Cgil

(20 Luglio 2005)

“Esprimo un giudizio complessivo di non condivisione delle tesi uscite dal Direttivo della Cgil del 18 luglio 2005. Esse contengono punti apprezzabili sul mercato del lavoro, sui diritti dei migranti, sulla difesa delle libertà costituzionali e dello stato sociale. Tuttavia esse mancano l’obiettivo di dare una risposta efficace al nodo che è di fronte al Congresso: la questione sindacale, quella del sistema contrattuale, l’offensiva verso un nuovo patto sociale.”

“Su questi temi soprattutto, le tesi sono o ambigue o non condivisibili, aprendo lo spazio a quelle posizioni, oggi poste con forza dalla Cisl e dalla Uil, che puntano a una nuova trattativa di scambio con la Confindustria sul sistema contrattuale.”

“Abbiamo, sin dall’inizio del dibattito congressuale, pensato e affermato che il centro di esso non sarebbe stata la questione dell’alternativa a Berlusconi, ma quello della ridefinizione di una linea e di una pratica sindacale in grado di superare l’offensiva moderata e neocentrista che punta a un nuovo patto sociale.”

“L’offensiva della Confindustria contro il contratto nazionale, la campagna culturale per il suo ridimensionamento - che ripropone esattamente gli stessi temi e contenuti di quella che portò alla cancellazione della scala mobile - ci dicono che è esattamente questo il centro del Congresso della Cgil.”

“Per questo gli iscritti della Cgil devono essere messi di fronte alla possibilità di compiere scelte chiare e non, invece, a documenti che nascono già con diverse interpretazioni che lasciano ai gruppi dirigenti una vasta gamma di opzioni.”

“Riteniamo che il contratto nazionale non solo vada difeso, ma rafforzato, accrescendone, rispetto allo stesso 23 luglio, la funzione salariale e normativa. Riteniamo che vada respinta l’offensiva delle imprese sulla flessibilità degli orari e sulla precarizzazione del lavoro. Riteniamo che vada combattuta un’idea di scambio salario-produttività, che produce danni alla condizione di lavoro, non aumenta le retribuzioni, non incentiva le aziende all’innovazione. Accanto ai temi contrattuali si ripropone con forza, poi la questione della democrazia sindacale. La nuova crisi nell’unità con Cisl e Uil, è anche determinata dal fatto che ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori non sono chiamati a decidere sulle scelte delle organizzazioni sindacali. Infine la crisi politica ripropone con forza la questione dell’indipendenza del sindacato dalle controparti e dal quadro politico. Ribadiamo che per noi il sindacato può avere governi avversari, ma non governi amici.”

“Ci sono altri temi sui quali non condividiamo le tesi, dalle questioni dell’Europa, a quelle delle privatizzazioni, a quelle del sistema pensionistico e del Tfr, ma quelli sono i nodi centrali del Congresso.”

“Per questo con Jole Vaccargiu, Rsu di Mirafiori e altri dirigenti nazionali e locali di categoria e confederali, abbiamo avviato la raccolta di firme per un documento alternativo, nei tempi e nelle modalità draconiani, con i quali essa viene disciplinata. Riteniamo però, come abbiamo detto nell’Assemblea della Rete 28 aprile, che se altri presenteranno posizioni, anche differenti dalle nostre, ma tali da far pronunciare gli iscritti in maniera chiara sulla contrattazione, sulla democrazia, sull’indipendenza, potremmo convergere nel Congresso con esse.”

“In ogni caso vogliamo sottolineare che si pone un grande problema di sburocratizzazione del sindacato e della stessa Cgil. Il dibattito congressuale non è cominciato nel migliore dei modi, con accordi di vertice e patti di componente, che rischiano di segnare negativamente tutta la dialettica congressuale. La nostra iniziativa è anche per far sì che nella Cgil si affermi una dialettica vera di posizioni e che si possa andare a un rinnovamento profondo nelle modalità di governo e di partecipazione all’interno dell’organizzazione, che veda davvero protagonisti gli iscritti.”

Roma, 19 luglio 2005

Giorgio Cremaschi

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