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Colpo di mano ai danni dei ferrovieri di Mercitalia

(24 Luglio 2017)

svendita mercitalia

Approfittando del periodo estivo- luglio per i lavoratori è davvero un mese crudele- il giorno 20 è stato sottoscritto fra Mercitalia Rail e i soliti sindacati firmatutto un accordo che, combinato con l’aumento dell’età pensionabile, rappresenta un mix micidiale e un attentato all’integrità psico-fisica dei lavoratori del settore.

Ci chiediamo, con questi ritmi ed orari, rinunciando al pasto e al sonno ma chi ci arriva ai 70anni di età? Quanto meno ipocrita la posizione aziendale che monetizza la rinuncia al pasto e al riposo, mandandoci in giro ubriachi di sonno, e allo stesso tempo pretende che siamo lucidi imponendo i controlli antidopping!

Dopo la macelleria sociale perseguita con la firma del recente contratto e le flessibilità imposte dall’azienda, ci troviamo ora di fronte alla monetizzazione per la rinuncia del diritto al pasto, all’ulteriore aumento dell’orario di lavoro e dell’ impegno, all’applicazione delle flessibilità anche in gestione, alla monetizzazione delle flessibilità su notti e rfr.

Questo accordo assieme alla situazione economica di Mercitalia rail, che al momento registra un passivo di 35 milioni di euro, evidenzia che con lo scorporo della ex Cargo da Trenitalia e l’assenza di un vero piano industriale che punti al rilancio del trasporto merci su ferro, l’ unico obbiettivo della dirigenza aziendale, condiviso dai sindacati complici, è quello di abbattere i diritti dei lavoratori individuando nel costo del lavoro la ragione del deficit finanziario.

Quanto avviene oggi per i lavoratori del merci riguarda tutti i Ferrovieri infatti l’imminente costituzione di nuove società, alla regionale e alla passeggeri, è finalizzata a rompere l’unità dei lavoratori per renderli più deboli e meglio attaccare i loro diritti.

Quello che manca in realtà è l’intervento pubblico nella gestione dei trasporti, snodo fondamentale nell’economia del paese, un vero piano generale dei trasporti, con finanziamenti certi da parte dello stato in grado di spostare quote significative di traffico dalla gomma al ferro- meno energivoro ed ecologicamente compatibile- il tutto combinato con la difesa della buona occupazione e dei diritti dei lavoratori.

Temi questi che sono stati al centro dello sciopero generale dei trasporti del 16 giugno scorso, che non a caso ha registrato alte adesioni anche tra i ferrovieri del trasporto merci.

Mobilitazione che proseguirà in autunno con l’adesione allo sciopero generale di tutte le categorie del 27 ottobre prossimo promosso da quel sindacalismo di base che ha scelto di difendere realmente il diritto di sciopero rifiutando di sottostare al ricatto dell’accordo del 10 gennaio sulla rappresentanza che non a caso ora si vorrebbe trasformare in legge.

Da subito è necessario mandare un chiaro segnale ai sindacati firmatari di questo ennesimo scempio: non ci rappresentate.

Disdettiamo in massa i sindacati complici della macelleria.

Diamo forza e sostegno al sindacato di base che ha scelto di stare incondizionatamente dalla parte dei lavoratori.


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