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Ius soli: una battaglia di civiltà, una battaglia di classe

(25 Luglio 2017)

Il 26 luglio a Roma, a partire dalle 9.30 in prossimità del Senato, si svolgerà una manifestazione volta a richiedere la calendarizzazione immediata della legge sullo Ius soli. Ad indirla è la Cub immigrazione, da sempre attiva sul fronte della riforma della cittadinanza in Italia. Ritenendo importante questo appuntamento, siamo andati nella sede Cub di via Cavour 101, dove abbiamo raccolto l'opinione di due sindacalisti, fortemente impegnati nella battaglia per i diritti degli immigrati

Nicoletta Lagioia

Nicoletta Lagioia

Rudy Colongo

Rudy Colongo

Tre domande a Rudy Colongo, della Cub immigrazione

Prima di tutto ci puoi spiegare perché indire una manifestazione per lo Ius soli proprio adesso?
La questione, secondo me è che non può più essere Matteo Renzi – con tutte le sue oscillazioni e i suoi indietreggiamenti – l'alfiere dello Ius soli. La parola deve tornare a quel mondo dell'associazionismo che da due decenni s'impegna attorno a questo obiettivo. Solo una effettiva spinta dal basso può garantire il varo d'una legge che permetta ai figli di immigrati nati qui di esser considerali italiani anche sul piano giuridico, come già lo sono nella realtà.

Nel manifesto stampato per il 26 luglio vengono indicati anche altri obiettivi, come il voto alle amministrative per gli immigrati...

Sì, io tengo molto a questo punto. Perché parliamo parliamo d'una popolazione che produce l'8.8% del valore aggiunto nazionale. Non è possibile ch'essa non abbia alcun peso nelle decisioni che riguardano la collettività e che le sue istanze non siano rappresentate nelle istituzioni. A mio avviso, il voto almeno alle elezioni amministrative potrebbe essere un primo passo per superare questa ingiustizia. Ciò, in un quadro in cui l'alto livello di astensionismo permette a gruppi di pressione non troppo grandi, che spostano poche decine di migliaia di voti, di avere un'incidenza politica spropositata.

Cosa ci puoi dire, invece, del punto relativo liquidazione dei contributi previdenziali versati in caso di non raggiungimento dei requisiti pensionistici?
In molti dicono che la legge Bossi-Fini è razzista, ma spesso non individuano il punto cardine di questo razzismo che è l'attacco alle condizioni economiche degli immigrati. Mentre prima la Corte Costituzionale e il Consiglio di Stato avevano dichiarato che liquidare i contributi a chi non raggiungeva qui l'età pensionabile era lecito, ma legge in questione ha cancellato questa possibilità. Noi riteniamo ch'essa vada superata anche sotto questo profilo, per dare a tanti che hanno lavorato o lavorano qui la stessa tranquillità economica di cui hanno beneficiato, tornando in patria, gli italiani ch'erano stati in Belgio, in Inghilterra, in Australia ecc.


Tre domande a Nicoletta Lagioia, Segretario provinciale Flaica Uniti - Cub e facente parte del gruppo del gruppo dei coordinatori nazionali della Confederazione Unitaria di Base


Intanto ci puoi dire cosa significa per te la battaglia sullo ius soli?
Io direi che lo Ius soli è anzitutto un doverso atto di civiltà. Il sistema di cittadinanza basata sul sangue è stato superato un po' ovunque e sarebbe il caso che pure qui si eliminasse quella che è una “discriminazione all'origine”. Chi è nato qui deve avere una posizione giuridica parificata a quella di tutti gli altri, anche se non è figlio di nativi.

Contro lo Ius soli alcune forze politiche hanno sviluppato una forte campagna, che sta avendo effetto sull'opinione pubblica...

E' vero, ma dal mio punto di vista l'impatto di certe campagne, del tutto strumentali, è dovuto alla disinformazione. Molti non sanno cos'è concretamente lo Ius soli e lo sovrappongono al tema degli sbarchi. Ciò perché alcuni esponenti politici, come Silvio Berlusconi, affermano che la nuova legge produrrebbe un'invasione, funzionando da calamita per milioni di persone provenienti da tutto il mondo. In realtà, la questione degli sbarchi ha origini diverse: tante persone fuggono dalla guerra e dalla fame e continueranno a farlo sinché la loro condizione non migliorerà, quale che sia l'approccio al tema della cittadinanza da parte dei paesi d'approdo.

Come s'inscrive la rivendicazione dello Ius soli nella tua attività di sindacalista?

In primo luogo debbo dirti che, quotidianamente, come Flaica Uniti – Cub ci troviamo a tutelare sia lavoratori nativi che immigrati. Le problematiche che vivono nei posti di lavoro sono le medesime, tanto che ormai ci risulta difficile, per non dire “innaturale”, separare nettamente i secondi dai primi. Poi c'è il fatto che, qui da noi, ci sono milioni di lavoratori immigrati he contribuiscono alla produzione di ricchezza e che pagano le tasse: non è possibile che siano sprovvisti di diritti civili, se adempiono a certi doveri debbono godere anche delle relative tutele. Riconoscere la cittadinanza italiana ai loro figli nati qui, mi pare un segnale significativo in una direzione diversa, finalmente legata a quei principi di eguaglianza a cui l'Italia dichiara di aderire.

A cura di Stefano Macera

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