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Libia. Il silenzio della voce del padrone

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(5 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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    DIVISIONE A SINISTRA (IN PARLAMENTO): ANCORA LA GUERRA

    (3 Agosto 2017)

    Arturo Scotto

    Arturo Scotto

    La sinistra parlamentare italiana si divide ancora una volta sul tema più cruciale: quello del finanziamento delle missioni di guerra. Perché tale si deve considerare quella libica preparata dal governo Gentiloni. Ne più , né meno.
    Su 43 deputati del gruppo Mdp (formato da ex-PD ed ex-Sel) hanno votato sì in 20, no in 5 (come ha votato il gruppo di Sinistra Italiana) un astenuto, in 13 (quasi tutti ex-Sel) sono usciti dall’aula, altri erano assenti.
    Con un riflesso togliattiano il capogruppo di Mdp Arturo Scotto ha parlato di “articolazione politica”, un eufemismo per non sottolineare la divisione.
    Eppure la divisione è importante, perché riaffiora ogni volta che si tocca questo tasto delicato del rapporto tra la pace e la guerra.
    Non siamo al punto drammatico del voto sui crediti di guerra nel 1914 quando andò in pezzi la Seconda Internazionale nei suoi più importanti partiti, il PSF e la grande SPD e neppure al voto per il bombardamento della Serbia, nel 1999, governo D’Alema nato attraverso la divisione tra Comunisti Italiani e Rifondazione ma la questione rimane seria, tremendamente seria.
    La sinistra parlamentare italiana in questa sua componente dimostra ancora una volta un ritardo prima di tutto ideale e culturale, poi di progetto politico.
    Ancora una volta agisce il malinteso “senso di responsabilità”, è il “riflesso d’ordine”, è l’idea del “contributo alla governabilità”: in sostanza l’assenza di autonomia ideale e di progettualità politica.
    Il limite vero che la sinistra parlamentare incontra quando si trova di fronte a questi tornanti della storia e quello di non risultare, in grado di produrre un’alternativa che si configuri prima di tutto come “alterità” posta in quadro di visione “diversa” sul piano intellettuale e morale.
    Nessuno azzardi per giustificare il ritorno ad una idea della “doppiezza” intesa come capacità positiva di compiere comunque un atto che limita i danni, perché di danni a questo modo se ne sono già fatti anche troppi.

    Franco Astengo

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