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Esperti militari italiani in Libia

Esperti militari italiani in Libia

(21 Aprile 2011) Enzo Apicella
Il governo italiano ha deciso di inviare esperti militari a Bengasi, roccaforte dei ribelli libici

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Libia, né con Salvini né con Napolitano

(5 Agosto 2017)

Sirte distrutta

Napolitano dice che è stato Berlusconi, Salvini che è stato Napolitano. La realtà è che l’aggressione alla Libia è stata decisa da un’amplissima maggioranza trasversale che è la stessa che ora ha dichiarato guerra a ong e migranti.

Lo scaricabarile sul sì dell’Italia all’aggressione militare contro la Libia è stucchevole. Sono evidenti le responsabilità di Napolitano e del PD allora guidato da Bersani che fecero pressioni quanto quelle del governo Berlusconi che aveva come ministro della difesa un esponente del partito della Meloni.
Salvini è un imbroglione quando cerca di assolvere la sua coalizione, ma certo non si può essere solidali con Napolitano o col PD.

Per quanto ci riguarda andrebbero tutti processati, insieme ai vertici di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti per i crimini commessi con un’aggressione militare che ha distrutto uno stato sovrano indipendente e causato decine di migliaia di vittime civili.

Nel 2011 per rovesciare Gheddafi e mettere le mani sulle risorse della Libia non si è esitato a scatenare i bombardamenti a tappeto e ad armare fondamentalisti islamici legati a Al Qaeda. Un’operazione di terrorismo internazionale che ha prodotto la dissoluzione della Libia e l’attuale situazione da cui fuggono migliaia di disperati.

La vicenda libica è esemplare del fallimento bipartisan delle classi dirigenti della seconda repubblica e della loro ignavia. In economia come in politica estera il bilancio è a dir poco desolante.

La sinistra che va ricostruita in questo paese non può che essere alternativa sia a Salvini che a quel centrosinistra che troppe volte ha detto sì alla guerra insieme a Berlusconi”.

4 agosto 2017

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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