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Relazione speciale sulla partecipazione italiana al Programma F-35 Lightning II: la cinica conclusione della Corte dei conti e la cupa posizione dei sindacati confederali

(2 Settembre 2017)

In piazza per gli esodati. Camusso, riforma sbagliata il governo faccia un passo indietro

Susanna Camusso

Il 24 giugno del 2002 il governo italiano ratifica la sua partecipazione allo sviluppo dell’F-35, il caccia-bombardiere interforze fortemente dal Department of Defense. Nel 2004, Ethan B. Kapstein, professore dell’Institut européen d'administration des affaires e ricercatore associato presso il French Institute of International Relations, aveva definito il programma F-35 il cavallo di Troia del mercato europeo. Inoltre i costi ei benefici della collaborazione internazionale nel settore delle armi, implicazioni sull’economia e sicurezza comprese, dovrebbero essere soggetti ad analisi politiche più intense e al dibattito pubblico. http://www.ethankapstein.com/articles/capturing_fortress.pdf

Da allora queste considerazioni sono diventate il punto di partenza con cui, periodicamente, favorevoli e contrari alla continuazione del programma riaccendono il dibattito sulla necessità o meno di farlo cadere nella spirale dei tagli automatici. Affinché non ci sia è necessario che i contratti pluriennali di acquisizione di proprietà governative rispettino alcuni criteri: assicurare la sicurezza nazionale, comportare risparmi notevoli, avere una struttura stabile, che i rischi tecnici associati a tale proprietà non siano eccessivi.

In sintesi le motivazioni di chi chiede a gran forza di continuare con i finanziamenti sono: “Considerando che il programma combattente F-35 Lightning II è fondamentale per la strategia nazionale di difesa e offre un velivolo di combattimento furtivo di quinta generazione molto richiesto per soddisfare le esigenze operative delle forze aeree statunitensi, della Marina americana, dei corpi marini statunitensi e di quelli internazionali alleati http://www.scstatehouse.gov/sess122_2017-2018/bills/226.htm , mentre quelle portate in egual misura da esperti militari, analisti del Pentagono, senatori e deputati del Congresso, sono brillantemente riassunte nella deduzione che l’F-35 rappresenta il frutto di una “ingegneria politica” https://www.washingtonpost.com/world/national-security/f-35s-ability-to-evade-budget-cuts-illustrates-challenge-of-paring-defense-spending/2013/03/09/42a6085a-8776-11e2-98a3-b3db6b9ac586_story.html Per “ingegneria politica” si intende la modalità con cui si è sviluppato il programma, la radice della sua “immunità” più volte denunciata come fallimentare dal GAO: tre versioni per la stessa piattaforma, produzione avviata velocemente basandosi su simulazioni informatiche che avrebbero dovuto essere in grado di identificare i problemi di progettazione e prima dei risultati di test sperimentali, conseguente necessità di continue modifiche, allargamento della base produttiva a più paesi finanziatori, appalti e subappalti, ostentazione di mirabolanti capacità tecnologiche del velivolo, ecc. Insomma “troppo grande per morire” http://www.thefiscaltimes.com/2015/02/02/Pentagon-s-Too-Big-Fail-F-35-Gets-Another-106-Billion

Dopo 15 anni dalla ratifica italiana, la Corte dei conti, sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali, pubblica la “Relazione speciale sulla partecipazione italiana al Programma Joint Strike Fighter F-35 Lightning II”, in cui vengono analizzati “I quattro obiettivi della partecipazione italiana (strategico, industriale, occupazionale, tecnologico)”. Nelle conclusioni si riporta un disastro annunciato: il programma ha cinque anni di ritardo, per la piena capacità di combattimento si dovrà aspettare almeno il 2021, il costo è praticamente raddoppiato e l’occupazione è inferiore al previsto. Tuttavia, "l'esposizione fin qui realizzata in termini di risorse finanziarie, strumentali ed umane è fondamentalmente legata alla continuazione del progetto" ed uscirne ora produrrebbe importanti perdite economiche. http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_contr_affari_com_internazionali/2017/delibera_15_2017_e_relazione.pdf

Sebbene la Relazione sia stata giudicata interessante da parte degli esperti del settore, sottolineato che fosse giustamente esente da considerazioni inerenti le esigenze operative, capacità tecniche dei velivoli e quantità, perché materie di competenza del Ministero della Difesa, alcune incoerenze si possono rilevare. La prima riguarda le informazioni su cui si è basata la Corte dei conti. Tutte provengono da enti fortemente interessati: Ministero della Difesa italiana, Dipartimento della Difesa statunitense, Government Accountability Office (GAO) statunitense, National Audit Office (NAO) inglese e il sito ufficiale del programma F-35 della Lockheed Martin Corporation.

Un sistema d’arma non è mai solo il prodotto di soluzioni tecniche ma anche di scelte politiche, economiche e dottrinali. Ecco perché la Corte dei conti italiana non po’ ingenuamente affermare che le sue conclusioni afferiscono ai soli dati occupazionali ed economici. Particolarmente lacunosa è la parte relativa ai “profili di sovranità nazionale”. Se si leggono i vari report e contributi riguardanti gli stabilimenti FACO costruiti all'interno dell'aeroporto dell’aeronautica militare di Cameri, si capisce che la sovranità nazionale viene limitata già a livello territoriale e non solo sul sistema d’arma. Tutta la catena produttiva interna agli stabilimenti viene posta sotto il controllo qualità di addetti della Lockheed Martin e di militari della difesa statunitensi. Questo non è stato solo un obbligo imposto dal Dipartimento della difesa americana, ma una richiesta proveniente dagli olandesi affinché l’Italia potesse produrre 29 F-35A per l’Aeronautica Militare olandese (RNLAF). “Anche un velivolo destinato all'Aeronautica Militare deve essere consegnato prima al personale americano del DoD per l'ispezione e l'accettazione. Solo dopo il DoD lo metterà a diposizione della nostra forza aerea. In tal modo, il controllo di qualità qui a Cameri è totalmente in linea con lo standard americano”. Nell’area destinata alla verniciatura è sempre presente personale americano, mentre lo spazio della “camera anecoica”, in cui LM esegue i test sugli aerei, è off limits per il personale italiano essendo il passaggio più delicato in quanto permette la certificazione degli F-35 se sono davvero “invisibili”. http://airheadsfly.com/2016/11/28/f-35-faco-cameri-italy-pictures/

I Paesi Bassi fra l’altro sono stati scelti non solo come centro per la manutenzione dei motori, ma anche per la costruzione di un magazzino di pezzi di ricambio per le flotte europeo-mediterranee. Come riportato dal Ministero della difesa olandese, l’arrivo di questa decisione ha premiato l’approccio proposto dai Paesi Bassi che consiste in un primo passo verso un moderno concetto di logistica per le parti dell’F-35 in Europa https://www.defensie.nl/actueel/nieuws/2017/08/16/nederland-profiteert-volop-van-f-35-aankoop

Questo è solo un esempio che ribalta quanto scritto dalla Relazione a proposito dei ritorni tecnologici: “nel complesso, i contenuti tecnologici e capacitivi “conquistati” dalle nostre imprese sono ritenuti soddisfacenti dall’amministrazione, che sottolinea la possibilità di acquisire esperienze in settori altrimenti preclusi all’industria continentale”. Sono stati il Department of Defense e il GAO (Government Accountability Office) che in più rapporti hanno scritto che gli accordi di cooperazione permettono un “accesso tecnico alle migliori tecnologie dei partner esteri”. Tutte le aziende italiane coinvolte nel progetto sono aziende con un know-how riconosciuto internazionalmente. In questa relazione asimmetrica gli Stati Uniti si garantiscono un accesso alle migliori tecnologie e know-how europei, limitando di contro il trasferimento delle tecnologie chiave sviluppate negli stabilimenti americani.

Di sovranità limitata si deve parlare infatti anche a proposito della possibilità di “accedere ad alcune caratteristiche abilitanti dell'era attuale (bassa osservabilità, sensor fusion, condivisione ed integrazione intelligente delle informazioni)”. Nella Relazione si legge che per quanto riguarda il software di ALIS, il sistema di gestione della flotta F-35 che dovrebbe permettere di ridurre i costi operativi e di manutenzione e aumentare la disponibilità di velivoli, oltre che consentire alle unità schierate di prevedere scenari e prendere delle decisioni, “al fine di scongiurare la divulgazione di informazioni di esclusivo interesse nazionale, sono state previste una serie di misure, di graduale applicazione, atte a preservare il requisito di sovranità”. I dati nazionali relativi alle minacce utilizzati per la creazione dei Mission Data File verranno trattati in modo segregato da personale italiano in un laboratorio in corso di realizzazione a Eglin AFB, Florida (cd. NIRL -Norway and Italy Reprogramming Laboratory).

Verissimo. Ma di fatto le forze aeree straniere che utilizzano l’F-35 saranno costrette a finanziare con 150 milioni di dollari i laboratori software degli Stati Uniti occupati quasi per il 50% da personale statunitense. Il direttore del PSC F-35 (Partner Support Complex) Robert Kraus è l’incaricato di fornire dati di missione, supporto all'intelligence, strutture di laboratorio e formazione agli otto paesi partner che hanno acquistato l'aereo F-35 Lightning II. Il “PSC sosterrà direttamente i partner che attualmente non hanno alcuna capacità propria per creare dati di missione per il F-35", ha dichiarato Kraus perché interagirà con i programmatori di dati di missione e gli analisti dei dati delle nazioni partner. Si stanno costruendo l'edificio del Laboratorio di Riprogrammazione per Australia / Canada / Regno Unito nonché l'edificio del Laboratorio di Riprogrammazione per Norvegia / Italia. Ulteriore sostegno sarà fornito alla Danimarca, ai Paesi Bassi e alla Turchia http://www.eglin.af.mil/News/Article-Display/Article/813678/53-wg-activates-f-35-partner-support-complex/

In un documento emesso dal Project on Government Oversight (POGO), un osservatorio indipendente che indaga sulla corruzione, cattive condotte e conflitti di interesse del governo, www.pogo.org , dal titolo “F-35 Continues to Stumble”, dopo una dettagliata analisi sui problemi ancora presenti, nella conclusione si raccomanda l’Amministrazione di non parlare solo con i funzionari e generali perché non hanno incentivi per raccontare la verità sul programma in quanto direttamente interessati alla sua sopravvivenza. Essi non raccontano l’intera storia. http://www.pogo.org/straus/issues/weapons/2017/f35-continues-to-stumble.html

Ma se la Relazione della Corte dei conti lascia perplessi in alcune parti per il valore che rappresenta, la posizione dei sindacati confederali sul programma F-35 (ma non solo) è a dir poco offensiva sia verso i lavoratori interessati, sia verso il popolo italiano (in particolare quello antimilitarista e pacifista).

I commenti di FIM-CISL e FIOM-CGIL alla Relazione della Corte dei conti a prima vista sembrerebbero far emergere posizioni diverse: Il programma F-35 divide i sindacati. La Cgil: “Dove sono i posti di lavoro promessi?” http://www.lastampa.it/2017/08/11/edizioni/novara/il-programma-f-divide-i-sindacati-la-cgil-dove-sono-i-posti-di-lavoro-promessi-Mw6tMum02DsfVinuRxkFvI/pagina.html

La Cisl difende il programma F-35: “A Cameri lavoro per 1.200 addetti” dopo il dossier della Corte dei conti sui costi raddoppiati http://www.lastampa.it/2017/08/10/edizioni/novara/la-cisl-difende-il-programma-f-a-cameri-lavoro-per-addetti-Lak6Yi5x3vnPBdrL20QzoO/pagina.html

Cgil, Camusso: "Sì agli F-35, rilanceranno l'economia" La segretaria del sindacato rosso vuole scommettere sugli F-35 http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1261459/Cgil--Camusso---Si-agli-F-35--rilanceranno-l-economia-.html

Dunque dove starebbe la differenza? Non sono certo le posizioni diverse fra Landini e Camusso a fare la differenza con quelle della FIM-CISL, che a sua volta vede al suo interno la presa di posizione contraria del responsabile dell’Ufficio Internazionale “Perché NO agli F35? Intervista a Gianni Alioti” http://confini.blog.rainews.it/2014/03/28/perche-no-agli-f35-intervista-a-gianni-alioti/ (certamente una figura nobile ma con scarsa rappresentanza all’interno della FIM), ma i fatti concreti.

Entrambe le Confederazioni sono ormai attestate su posizioni militariste: “Per la Fiom è necessario affiancare al piano industriale un forte sostegno del Governo e del sistema paese. Per rilanciare Leonardo a livello globale adesso occorre che l'Esecutivo entri in campo con politiche di ricapitalizzazione e sostegno agli investimenti del gruppo e al rafforzamento delle alleanze internazionali”, ovviamente con il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti. Cos’è Cassa Depositi e Prestiti? Dal sito: “Cdp gestisce una parte consistente del risparmio nazionale, il risparmio postale (buoni fruttiferi e libretti), che rappresenta la sua principale fonte di raccolta. Cdp è catalizzatore dello sviluppo delle infrastrutture del Paese. Supporta i progetti e le opere di interesse pubblico e le aziende per investimenti destinati alla fornitura di servizi pubblici.” E’ sicura la FIOM-CGIL che gli italiani pensino che Leonardo sia una azienda che fornisce un servizio pubblico? http://www.fiom-cgil.it/web/aziende/grandi-gruppi/gruppo-finmeccanica/comunicati-e-volantini/finmeccanica-leonardo-conclusa-la-ristrutturazione-ora-investimenti-e-sviluppo

Quasi commovente la posizione della FIM-CISL: Come Fim riteniamo estremamente importante il percorso avviato dal Gruppo che punta a consolidare le fondamenta di Leonardo-Finmeccanica in questi importanti mercati e settori. Serve accelerare i processi di acquisizioni di attività, soprattutto in ambito elicotteristico e dei velivoli militari. A tale proposito riteniamo grave, la rumorosa assenza del governo nel sostegno commerciale e produttivo di Leonardo-Finmeccanica. Non chiediamo che il Governo “regali soldi” ma che faccia come tutti gli altri governi europei investendo in queste tecnologie a beneficio del Paese intero. http://www.fim-cisl.it/2016/05/20/leonardofinmeccanica-zanocco-bene-percorso-avviato-rumorosa-assenza-del-governo/

Informazioni riguardanti l’attivismo organizzato in America contro gli F-35 andare al sito http://www.stopthef35.com/

Decisamente terribile la posizione espressa da FIM-FIOM e UILM a proposito dello Stabilimento Rwm di Domusnovas dove si producono le bombe usate nella feroce guerra guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen. Nello Yemen “crimini di guerra” anche con bombe italiane http://confini.blog.rainews.it/2015/09/14/nello-yemen-crimini-di-guerra-anche-con-bombe-italiane/

Domanda: ma con quale faccia FIM e FIOM si iscrivono come sostenitori della Rete Disarmo? http://www.disarmo.org/

Bombe dalla Sardegna sullo Yemen. Confindustria, Cisl, CGIL: diritto a lavorare serenamente
Cagliari, 13 Lug 2017 – In occasione della convocazione in via straordinaria per oggi 13 luglio del Consiglio Comunale di Iglesias per discutere del tema “Stabilimento Rwm”, Confindustria Sardegna Meridionale e le organizzazioni sindacali, Cgil-Filctem e Cisl-Femca del Sulcis Iglesiente ribadiscono fermamente il diritto dei lavoratori e della società Rwm Italia SpA ad esercitare serenamente il diritto al proprio lavoro e alla iniziativa economica. Nel rispetto delle libertà di espressione si ritiene necessario e doveroso evidenziare come, soprattutto in un territorio già pesantemente colpito da dismissioni industriali e crisi occupazionali senza precedenti e per cui non si vedono all’orizzonte concrete prospettive di inversioni di rotta, occorra tutelare in ogni modo possibile tutte le realtà industriali legittimamente autorizzate ed operanti nel pieno rispetto delle leggi vigenti, quali la Rwm Italia SpA.
Confindustria Sardegna Meridionale, Cgil-Filctem e Cisl-Femca si dissociano fermamente da ogni iniziativa del “Comitato di Riconversione Rwm” che, se realizzata, avrà l’unico risultato di provocare la chiusura dello Stabilimento Rwm Italia di Domusnovas ed il suo trasferimento in un altro Paese dell’UE. Considerato che tutti i “fantomatici” progetti di riconversione industriale in Sardegna non sono mai stati attuati, questa iniziativa che si stigmatizza avrà come diretta conseguenza che non ci sarà più lavoro per le 270 famiglie che oggi vivono grazie allo stabilimento né per le future famiglie che avranno un lavoro grazie agli investimenti che la società sta eseguendo nel territorio, né per le numerose imprese di appalto che oggi vivono quasi esclusivamente del lavoro fornito loro dalla Rwm Italia SpA.
E chi avrà perso alla fine saranno solo, ancora una volta, i lavoratori sardi e le imprese.
Si fa quindi appello al Sindaco della Città di Iglesias, al Consiglio ed alla Giunta Comunali affinché adempiano con senso di responsabilità al proprio ruolo di tutela dei cittadini e di garanti del diritto costituzionale al lavoro nel territorio, sostenendo, nel pieno rispetto delle leggi, a cui ogni realtà industriale deve sottostare, la crescita e lo sviluppo di una delle pochissime realtà industriali ancora rimaste nel Sulcis Iglesiente. http://lecorvettedellelba.blogspot.it/2017/07/bombe-dalla-sardegna-sullo-yemen.html

Rossana De Simone

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