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(8 Settembre 2017)
Lettera pubblicata da "il manifesto"
L’ incontro-accordo fra il ministro degli interni italiano Minniti Domenico detto Marco e il generale libico Khalifa Haftar è solo apparentemente una svolta, se si considerano le posizioni dei due al tempo della disastrosa e bugiarda guerra della Nato alla Libia.
Al tempo, ricordiamolo, Minniti era parlamentare e, come tutto il suo partito Pd e come quasi tutti, si accodò con entusiasmo all’ operazione Protettore unificato avviata dall’ asse della guerra Nato/Golfo che avrebbe sfasciato la Libia, in una scia di vittime civili, città distrutte, caccia ai migranti sub-sahariani, esportazione del terrorismo, impoverimento generale.
E Haftar ? Bene: dopo 20 anni di “esilio” in Virginia dalle parti del quartier generale della Cia, tornò nel 2011 in Libia per guidare la guerra dei “ribelli rivoluzionari partigiani padri di famiglia lottatori per la libertà” ovvero gli alleati della Nato sul terreno; alla fine vittoriosi grazie a sette mesi di bombe.
Con i bei risultati che tutti vedono, senza che nessuno ammetta i propri errori e la propria ignavia nel 2011.
Marinella Correggia
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