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La più errata delle idee

(29 Settembre 2017)

Un tasto su cui battiamo costantemente è quello della separazione aperta, netta e definitiva degli elementi comunisti e degli operai rivoluzionari dai partiti (con ciò intendiamo anche i gruppi) revisionisti e socialdemocratici. Ma vi è chi ancora non comprende questa ineludibile necessità e si illude di poter rimettere le cose a posto dall’interno di questi partiti e gruppi, partecipando alle loro riunioni, attività, feste, etc.
In realtà non c’è nulla di più dannoso e disastroso per la causa proletaria che la prosecuzione della “diplomazia interna” ai partiti affetti dal cancro opportunista, ammantata dalle solite frasi sul “rinnovato protagonismo del partito”, lo “sviluppo del suo ruolo autonomo”, etc.
Questo atteggiamento, basato su un’idea completamente sbagliata e falsa – quella secondo cui questi partiti sono capaci di cambiare la loro linea e di correggere i loro errori - serve solo a gettare fumo negli occhi dei comunisti e degli operai avanzati.
In realtà questi partiti sono totalmente incapaci di cambiare la loro linea e il loro corso politico. Dopo ogni congresso in pratica le cose rimangono come sono, se non peggiorano (vedi il caso di Rifondazione).
I pii desideri della sinistra interna, espressi nei documenti e nelle risoluzioni di minoranza (talvolta accolti anche in quelli di maggioranza), rimangono lettera morta. Il terreno di lotta diventa allora quello dei patteggiamenti burocratici, nei quali ogni gruppo e sottogruppo agisce non per salvaguardare i principi comunisti, ma i propri meschini interessi di bottega.
Bisogna lottare decisamente contro queste “astute” posizioni che obiettivamente fanno il gioco delle direzioni revisioniste e opportuniste.
L'entrismo rappresenta una delle forme più evidenti dell'arretratezza e dell’immaturità politica che ancora caratterizza la situazione italiana. Esso frena il rafforzamento e lo sviluppo di una solida organizzazione leninista, favorisce la divisione e la dispersione delle forze.
Ai compagni proletari che ancora militano nei rugginosi partiti dell’opportunismo, rivolgiamo l'invito a fare un bilancio critico dei fallimenti dei loro sforzi per trarne i dovuti insegnamenti e le necessarie conseguenze.

Da Scintilla n. 82, settembre 2017

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