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(17 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Solidarietà ai lavoratori del Si.Cobas aggrediti durante lo sciopero!

Unità di classe e di lotta contro i padroni!

(29 Settembre 2017)

Alternativa Comunista esprime la propria solidarietà agli operai del Si.Cobas che, durante uno sciopero a Carpiano, sono stati aggrediti da una banda di picchiatori intenzionata a rompere il picchetto. Questa vergognosa azione squadrista, che ha visto la partecipazione attiva di fascisti e padroncini, è stata respinta dalla resistenza degli operai. Alcuni lavoratori e attivisti sindacali sono rimasti feriti: a loro va tutto il nostro sostegno. Saremo in prima linea, al fianco di questi operai, nella difesa del loro diritto di scioperare e organizzare picchetti: un diritto inviolabile.
Riteniamo che azioni di questo tipo confermino l'urgenza di organizzare l'autodifesa operaia e di allargare la solidarietà di classe. E' infatti evidente che padroni e capetti non si fermano di fronte a nulla: quando uno sciopero è scomodo perché ostacola i profitti, sono pronti a ricorrere in primo luogo alla repressione poliziesca e, se non basta, anche all'organizzazione di bande fasciste.
Esprimendo solidarietà incondizionata agli operai e al loro sindacato di fronte a questa aggressione dobbiamo esprimere preoccupazione per alcune dinamiche che si stanno verificando in uno dei settori più combattivi della nostra classe, quello degli operai della logistica e delle cooperative in appalto alle grandi multinazionali.
Il processo estremamente progressivo, che ha visto organizzarsi alte percentuali di questo settore operaio nel sindacalismo conflittuale e di base (i "cobas" di varie sigle) rompendo coi grandi sindacati burocratici, non va sempre di pari passo con altre esigenze imprescindibili della lotta operaia: quelle dell'unità di classe contro i padroni e della democrazia operaia.
Senza entrare nel merito delle differenze tra le varie sigle sindacali "di base" di questo settore, constatiamo che si stanno approfondendo divisioni dannose per l'interesse complessivo della nostra classe. Queste divisioni stanno generando una situazione che rischia di tradursi in un grosso vantaggio per i padroni.
Non ci riferiamo alle legittime divergenze tra sigle sindacali nel condurre lotte e trattative. Ciò che stigmatizziamo è che tali divergenze possano arrivare a legittimare pratiche che negano alcuni principi della lotta di classe e della morale rivoluzionaria.
Risultano, ad esempio, inquietanti le dichiarazioni di un dirigente sindacale (che circolano su internet) che è arrivato persino a discutere su facebook con crumiri e capetti, alcuni dei quali con simboli fascisti, della necessità di "forzare la ripresa del lavoro, sperando di evitare le botte con gli altri operai."
Al di là di qualsiasi discussione di tattica o strategia sindacale, dell'opinione su questo o quell'accordo, su questo o quello sciopero, è chiaramente incompatibile con il sindacalismo combattivo qualsiasi minaccia di attaccare altri lavoratori impegnati in un picchetto di sciopero. Ancora più grave, se possibile, aprire un dialogo su azione anti-sciopero con avversari di classe e con fascisti dichiarati.
Ma al di là di questo caso eclatante, sono presenti nella pratica di alcuni dirigenti di tutti questi sindacati azioni che talvolta travalicano i confini di classe e negano la democrazia operaia: collaborazione con l'avversario di classe per ostacolare azioni di sciopero o di lotta di altri sindacati; utilizzo sistematico della calunnia verso gli attivisti di altri sindacati; approvazione di licenziamenti laddove in questi siano coinvolti lavoratori di un altro sindacato; collaborazione coi padroni nell'emarginazione di attivisti operai; firma di accordi senza consultazione degli operai in lotta; violenze maschiliste.
Si tratta di pratiche che, se non contrastate, oltre a indebolire la battaglia di questo specifico settore operaio, rischiano di ostacolare la possibilità di costruire un ampio fronte di classe e di lotta esteso a tutti i lavoratori. Se il settore della classe che, in questi anni, ha condotto le lotte più avanzate si presenta lacerato al proprio interno da una violenta e controproducente guerra senza principi tra pochi "leader", a rimetterci sarà tutta la classe lavoratrice, che ha visto nei "cobas" della logistica un punto di riferimento per combattività e determinazione.
Nel ribadire la nostra incondizionata solidarietà agli operai e attivisti sindacali di qualsiasi sigla che subiscano azioni squadriste come quella di Carpiano, facciamo appello a tutti i sindacati conflittuali ad attivarsi al fine di promuovere la più ampia unità di lotta contro i padroni, anteponendo le esigenze generali della classe alle divisioni tra le sigle.



28 settembre 2017

Partito di Alternativa Comunista

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