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(15 Novembre 2010) Enzo Apicella
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    PENSIONI
    la nostra lotta e la loro "lotta"

    (3 Novembre 2017)

    le lotte dei pensionati

    Chi ha detto che non ci sono “lotte” in Italia?
    Per esempio, in questo periodo, riguardo le pensioni, c'è un fronte trasversale di “lottatori” di destra, di sinistra, di centro e del M5stelle, piu' CGIL-CISL-UIL.
    Hanno tutti lo stesso “obiettivo”: ritardare l'aumento automatico dell'innalzamento dell'età pensionistica (da 66 anni e 7 mesi a 67 anni!) a dopo le elezioni.
    Ma è questa la loro vera lotta?
    O si tratta, per i partiti, di scipparsi tra loro “campagne politiche popolari” a ridosso delle elezioni, e per i sindacati di cercare di sopravvivere aprendo un qualche altro tavolo concertativo con il governo?
    Anche perché, lor “signori lottatori”, di fronte al pogrom antioperaio della legge Fornero (maturata in Europa e gestita da varie compagini governative di colori diversi), non hanno mosso un dito, a parte 3 orette di inutile sciopero confederale.
    Solo Lega e M5stelle , le cui promesse verranno probabilmente messe alla prova nel prossimo esecutivo (forse unitario!), hanno balbettato qualcosa dopo che il referendum leghista è stato bocciato e le campagne grilline rimaste inascoltate.
    D'altra parte, dentro la gabbia delle determinazioni continentali, di spazio ce n'è poco, o nulla.
    Ed infatti a poco sono servite le “contrattazioni” in sede europea di Renzi e Gentiloni, se non a partorire, sotto stretta sorveglianza, l'infamia dell'APE social e di quella volontaria (dopo una vita di lavoro dobbiamo pagarci un mutuo ventennale per andare in pensione....).

    Adesso si prospetta la possibilità di rimandare di qualche mese l'ennesimo aumento dell'età pensionabile, e di “accontentare” i sindacatoni inserendo, forse, qualche altra categoria usurata nell'APE social (come i macchinisti Trenitalia, solo loro? E gli altri ferrovieri dell'esercizio, manovratori, personale mobile, assistenze?).
    Un minuscolo ed insicuro zuccherino in un boccale amarissimo, letale o micidiale per moltissimi lavoratori (aumento morti sul lavoro nel 2016 e 50 macchinisti morti negli ultimi 3 anni tutti tra 50 e 60 anni!).
    Stanno “lottando” su 5 mesi quando, in un colpo solo, e senza opposizioni verosimili, hanno innalzato l'asticella della pensione di 6-7-8 anni (per i ferrovieri dell'esercizio di 9, da 58 a 67!).
    In sostanza, e come al solito, si vorrebbe socchiudere la stalla (con APE e “rimandi) quando i buoi sono scappati, e quando lo sfracello è stato fatto.
    Solo chi lavora, ed in particolare lo fa da 30-35-40 anni, sa cosa vuol dire perdere anche (dopo tanti diritti scippati) la prospettiva di una quiescenza dignitosa, seppur modesta, o vedersela rinviare continuamente mentre le forze, fisiche e psicologiche, diminuiscono.
    Solo chi lavora sa che anche 60, 58, 55 anni, sono troppi per lavorare, spesso ripetitivamente, pericolosamente, in condizioni insalubri ed inquinanti.
    Solo chi lavora conosce l'angoscia di non farcela a raggiungere la pensione, per altro contributiva e maledettamente misera.
    Solo chi lavora subisce l'incrudimento del comando dispotico in tutte le aziende, o le difficoltà umane e personali nel passaggio alla digitalizzazione imperante, o gli esaurimenti e depressioni diffuse.

    E' chiaro che la nostra lotta non può avere nulla a che fare, e nessuna fiducia, in quella di partiti e sindacati pieni di parassiti che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro!
    Stanno solo prendendoci in giro, nella speranza, speriamo disattesa, di riportarci a votare per loro, per poi bombardarci dal giorno dopo i risultati elettorali.
    Sono solo zombies che cercano di sopravvivere, di garantirsi la loro bella vita rendendo schifosa la nostra, ben sapendo che le loro “lotte” e promesse sono state già bocciate dai loro padroni europei.
    La nostra lotta per la vita non è la loro “lotta”, ma contro di loro, le loro false promesse, le loro elezioni truffa, il loro mondo a noi nemico.

    Pino ferroviere

    Fonte

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