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SCUOLA IN CARCERE: IL 15 dicembre 2017 SCIOPERO di TUTTI I DOCENTI di REBIBBIA

(4 Dicembre 2017)

SCUOLA IN CARCERE:

PER RICONQUISTARE LA SCUOLA PUBBLICA STATALE,
PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DI TUTTI
SCIOPERO INTERA GIORNATA IL 15 DICEMBRE 2017
DI TUTTI I DOCENTI DELLA SCUOLA DI REBIBBIA

sciopero a rebibbia

Sono anni che chiediamo un confronto con il Miur, l’Ufficio Scolastico Regione Lazio, con quello della Provincia di Roma, con la Direzione del 1° CPIA e i Dirigenti delle singole Istituzioni Scolastiche, NESSUNA RISPOSTA UFFICIALE È ARRIVATA ALLE NOSTRE ISTANZE!

Mentre assistiamo allo smantellamento di ciò che resta della scuola pubblica in carcere, il tentativo è di tapparci la bocca negandoci anche il diritto di assemblea sindacale:

SIAMO DUNQUE COSTRETTI ALLO SCIOPERO
PER RIVENDICARE:

1) il ripristino di TUTTE le classi tagliate, dalle elementari alle superiori, negli ultimi anni e necessarie alla realizzazione del diritto allo studio di tutti gli studenti anche quelli reclusi, come previsto dalla Costituzione, dagli accordi tra MIUR e Ministero della Giustizia e dalla normativa europea.

2) Rispetto degli organi collegiali, Collegi Docenti e Consigli d’Istituto, nella definizione dell’Accordo di Rete del CPIA.

3) Trasparenza Amministrativa in particolare dei Bilanci e dei Fondi accessibili attraverso Bandi pubblici o privati anche derivanti dalla stipula dei Piani Formativi Individualizzati con gli studenti.

4) Riconoscimento delle spettanze previste dal contratto nazionale per tutto il lavoro aggiuntivo previsto da attività di coordinamento, orientamento o di segreteria legato alla attività del 1° CPIA o per la normale attività delle singole Istituzioni Scolastiche.

Aumento degli organici del personale ATA propriamente addetto a tali funzioni.

5) Attivazione di organismi di coordinamento di tutte le istituzioni scolastiche e quelle universitarie per favorire una visione d’insieme dell’istruzione in carcere.

Rafforzamento del legame delle varie istituzioni scolastiche con le sezioni staccate nel penitenziario per favorire non solo l’integrazione anche con il territorio, per dare occasioni di formazione anche post all’uscita dalla detenzione ma, soprattutto, per evitare la ghettizzazione dell’istruzione in carcere.

6) Contro la scuola dei progettini e dello spezzettamento degli interventi culturali nel penitenziario finalizzati alla privatizzazione dell’istruzione.

7) Basta Convegni sulla scuola in Carcere chiusi agli “addetti” ai lavori per lo sviluppo di attività formative rispondenti alle necessità didattiche e di gestione di contesti cosi complessi come la scuola in carcere, pagati con i fondi della scuola o specifici per la formazione del personale e non con fondi destinati per l’attività didattica.

8) Ammodernamento delle strutture, dalla illuminazione alla climatizzazione, cosi come una adeguata strumentazione per la didattica (dalle semplici lavagne alle nuove tecnologie) anziché il dispendio di risorse per attività come il registro elettronico in carcere che, oltre ad essere strutturalmente inadeguato alla struttura penitenziaria e dunque ad aumentare in modo ingiustificato il lavoro burocratico dei docenti, espone tutti a seri rischi derivanti da possibili fughe di dati sensibili.

9) Applicazione del Regolamento Penitenziario in materia di diritto allo studio degli studenti e aspiranti tali, a partire dalla convocazione stabile della Commissione Didattica per favorire l’intervento coordinato dei vari operatori nel penitenziario (dai docenti, agli educatori, all’amministrazione e agli agenti) in tutte le materie previste di competenza comune e ad ognuno secondo i propri compiti istituzionali (dall’accesso allo studio, all’armonizzazione delle varie attività di studio, culturali e di lavoro, ai trasferimenti) per rendere effettivo il ruolo della scuola nella riabilitazione e rieducazione

10) Riconoscimento del ruolo e delle istanze degli studenti in merito alla gestione delle classi e delle attività didattiche per favorire la piena responsabilizzazione nei confronti della scuola e di tutto il percorso formativo.

“La scuola si fonda sul principio fondamentale del rispetto del diritto allo studio, la sua missione si compie là dove un essere umano, bimbo o adulto, abbia la necessità di accrescere i suoi strumenti di conoscenza e di educazione per sentirsi parte attiva e positiva della comunità, contro discriminazioni e pregiudizi.

La scuola in carcere è la frontiera più avanzata per l’affermazione dei principi Costituzionali proprio nei confronti di chi li ha negati mancando di rispetto alle leggi dello Stato per cui sta pagando o è in attesa di giudizio.” dalla lettera di SGB al MIUR per la richiesta di un incontro.

ADEMPIENDO ALLA NOSTRA FUNZIONE DI INSEGNANTI, CHE DEVONO DIFENDERE I DETTAMI COSTITUZIONALI, CI ASSUMIAMO LA RESPONSABILITÀ DI DIRE NO ALLO SFASCIO E ALLA ARROGANZA DI DIRIGENTI SORDI ALLE RICHIESTE DI STUDENTI E LAVORATORI.

SGB

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