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Pace e disarmo. Dal programma elettorale di Potere al Popolo

(21 Dicembre 2017)

Riporto il capitolo Pace e disarmo del programma elettorale di Potere al Popolo. Nella prima bozza del programma non c' era un capitolo dedicato esclusivamente a questo tema ma solo alcuni riferimenti nel capitolo Costituzione.

Segnalo subito le frasi su Pace e disarmo soprattutto perché questo percorso elettorale è, e sarà, boicottato da tutti i media, anche dal manifesto.

Queste elezioni avvengono in una crisi enorme della politica italiana. I temi della guerra e del riarmo sono delegati di fatto a Nato e UE e staranno fuori dal mare di parole che le liste presenti getteranno su tutti noi.
Sono però temi fondamentali, che incidono sulle nostre singole vite più di quanto pensiamo, anche se siamo nella parte del mondo che con le armi si assicura molte ricchezze di altri paesi.

Vediamo quindi di farli entrare nel prossimo dibattito pre elettorale. Già parlarne rende più difficili alcune azioni italiane, molte delle quali, se fossero conosciute meglio, sarebbero disapprovate da moltissime persone.

Intanto leggete qui di seguito.

Marco

simbolo potere al popolo

Dal programma elettorale di Potere al Popolo:

Pace e disarmo

Il rischio che la “guerra a pezzi” che affligge il pianeta diventi organica e trascini il mondo in un devastante conflitto generale segna il nostro tempo. Non a caso riprende la corsa al riarmo con un ruolo particolarmente aggressivo dell’amministrazione Trump, che chiede a tutti i paesi della Nato di portare le proprie spese militari al 2% del PIL. Il nostro paese si è trovato e rischia di trovarsi sempre più coinvolto in guerre di aggressione a causa degli automatismi dell’adesione alla Nato e per la responsabilità piena e complice dei governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni; per il medesimo vincolo di subalternità sul nostro territorio proliferano basi militari vecchie e nuove (Sicilia, Campania, Sardegna), si installano nuove bombe nucleari a Ghedi ed Aviano, aumentano la produzione, le spese e gli impegni militari all’estero, sia nel quadro della Nato che del nascente esercito europeo: una spesa media di 800 milioni di euro l’anno per le “missioni” militari all’estero e per il riarmo, circa 500 milioni di euro all’anno per la diaria dei 50 mila soldati di stanza nelle basi militari Usa e Nato, 80 milioni di euro al giorno per le spese militari generali.
La fuoriuscita dai trattati militari è la condizione per impedire il coinvolgimento del nostro paese nelle guerre imperialiste del XXI secolo, per una sostanziale riduzione delle spese militari, lo smantellamento delle armi nucleari e delle basi militari, per una politica di disarmo, neutralità e cooperazione internazionale.

Per questo lottiamo per:
- la rottura del vincolo di subalternità che ci lega alla NATO e la rescissione di tutti i trattati militari;
- l’adesione e sostegno dell’Italia al programma di messa al bando delle armi nucleari in tutto il mondo;
- il ritiro delle missioni militari all’estero;
la cancellazione del programma F35 e degli altri programmi militari e la riconversione civile dell’industria bellica;
- la cancellazione del MUOS in Sicilia, lo smantellamento delle basi militari in tutto il paese e la restituzione a fini civili dell’uso del territorio, problema particolarmente grave in realtà come la Sardegna.

Marco

Fonte

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