">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Eric Hobsbawm

Eric Hobsbawm

(2 Ottobre 2012) Enzo Apicella
E' morto a Londra Eric Hobsbawm, storico marxista

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

La fondazione del Materialismo storico e dialettico

(2 Febbraio 2018)

Ancora Karl Marx

E’ soltanto dopo aver assunto la verità storica e filosofica che il “materialismo francese sfocia direttamente nel socialismo e nel comunismo”, contenute ne “La sacra famiglia”, che Marx ed Engels sottoposero a critica l’aspetto del materialismo intuitivo di Feuerbach. Marx, in particolare, nella Tesi 5^ dimostra che: “Feuerbach non soddisfatto del pensiero astratto, vuole l’intuizione; ma egli non concepisce la sensibilità come pratica umana sensibile” (Marx-Engels, Tesi su Feuerbach, Opere, V volume, p.4, 1845-46) e che: “Il punto più alto cui giunge il materialismo intuitivo, cioè materialismo che non intende la sensibilità come attività pratica, è l’intuizione degli individui singoli e della società borghese” (Tesi n.9, p.5). Marx ne deduce che: “Il punto di vista del vecchio materialismo è la società borghese, il punto di vista del materialismo nuovo è la società umana o l’umanità sociale” (Tesi n. 10, p.5). E, con la premessa o Tesi n.1 (p.3) introduce il superamento de: “Il difetto principale di ogni materialismo fino ad oggi (compreso quello di Feuerbach) è che l’oggetto, la realtà, la sensibilità, vengono concepiti solo sotto forma dell’obietto (Marx usa il termine “Objekt”) o dell’intuizione; ma non come attività sensibile umana, prassi, non soggettivamente; …Feuerbach vuole oggetti sensibili, realmente distinti dagli oggetti del pensiero; ma egli non concepisce l’attività umana stessa come attività oggettiva, considera come veramente umano soltanto l’atteggiamento teoretico, mentre la prassi è concepita e fissata solo nel suo modo di apparire sordidamente giudaico. Egli non comprende, perciò, il significato dell’attività “rivoluzionaria”, “pratico-critica”. Di conseguenza, il lato attivo fu sviluppato astrattamente, in opposizione al materialismo, dall’idealismo, che naturalmente non conosce l’attività reale, sensibile in quanto tale. Marx, da questa Tesi ma, più complessivamente, da tutte e 10, ne fa derivare l’undicesima che diventerà la più famosa: “I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo; si tratta di trasformarlo”.

A questo punto, è necessario fare un passo indietro per precisare che “La sacra famiglia” fu scritta da Marx e Engels a Parigi nell’agosto del 1844, dove, a loro dire, i due filosofi avevano riscontrato “un accordo in tutti i campi teorici”. Quest’opera, in 234 pagine, prepara il vero e proprio salto di qualità dell’elaborazione del materialismo storico e dialettico, che avverrà nelle 11 “Tesi su Feuerbach” di Marx, in 3 pagine e nell’Ideologia tedesca scritta con Engels, in 574 pagine. Con questi tre scritti, i due cofondatori del comunismo hanno dimostrato di aver ereditato, difeso e sviluppato l’intero patrimonio concepito dai filosofi materialisti in 25 secoli di storia della filosofia. Una lunghissima storia che è sempre stata caratterizzata da una lotta tenace da entrambe le parti, che si è svolta tra successi e insuccessi, avanzate e arretramenti.

A compimento sostanziale del carattere completamente innovativo del loro materialismo, ridefinito storico e dialettico, Marx ed Engels scrissero dei “giovani hegeliani” che: “A nessuno di questi filosofi è venuto in mente di ricercare il nesso esistente tra la filosofia tedesca e la realtà tedesca, il nesso tra la loro critica e il proprio ambiente materiale” (Ideologia tedesca, p.16), precisando, invece, che: “il primo dato di fatto da constatare è dunque l’organizzazione fisica degli individui e il loro rapporto, che ne consegue, verso il resto della natura…”, e che: “Ogni storiografia deve prendere le mosse da queste basi materiali e dalle modifiche da esse subite nel corso della storia per l’azione degli uomini…”, e che gli uomini “cominciarono a distinguersi dagli animali allorché cominciarono a produrre i loro mezzi di sussistenza, un progresso che è condizionato dalla loro organizzazione fisica…”, perché: “Producendo i loro mezzi di sussistenza, gli uomini producono indirettamente la loro vita materiale” (Ideologia tedesca, pagina 16 e 17). In questi densi brani è sancito il carattere storico del nuovo materialismo!

Nei suoi scritti filosofici, precedenti alle tre opere già citate, Marx aveva scritto: “Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro”, con l’appendice “Frammento di una nuova prefazione”, “Quaderni sulla filosofia epicurea”, “Quaderni berlinesi”, “Schelling su Hegel”, “Schelling e la rivelazione”, ”Schelling, il filosofo in Cristo, o la trasfigurazione della sapienza mondana in sapienza divina”, “Dalla critica della filosofia hegeliana del diritto”, “Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione”, “Sulla questione ebraica”, “Manoscritti economico-filosofici”, “Lettere a Ludwig Feuerbach “. Da parte sua, Engels aveva lasciato un suo “frammento su “Feuerbach”. Con questi scritti, i due cofondatori del materialismo nuovo, in particolare Marx, dimostrarono complessivamente di avere ereditato, difeso e sviluppato l’intero patrimonio della corrente filosofica materialistica in 25 secoli di evoluzione e le lotte che i materialisti, nelle epoche precedenti a quella capitalistica, avevano condotto contro la filosofia idealistica nelle sue varianti storiche, compreso l’”idealismo positivo” compiuto da Hegel.

Come elemento chiarificatore che con l’ideologia tedesca la fondazione del materialismo storico e dialettico era giunta a compimento è utile citare il celebre passo di Marx, contenuto nella Prefazione a “Per la critica dell’economia politica” del 1859: “Decidemmo di mettere in chiaro, con un lavoro comune, il contrasto tra il nostro modo di vedere e la concezione ideologica della filosofia tedesca, di fare i conti, in realtà, con la nostra anteriore coscienza filosofica. Il progetto fu realizzato sotto forma di una critica della filosofia posthegeliana. Il manoscritto, due grossi fascicoli in ottavo, era da tempo arrivato nel luogo dove doveva pubblicarsi, in Vestfalia, quando ricevemmo la notizia che nuove circostanze ne impedivano la pubblicazione. Abbandonammo tanto più volentieri il manoscritto alla critica roditrice dei topi, in quanto il nostro scopo era oramai raggiunto, che era di veder chiaro in noi stessi”. Orgogliosamente, Engel concluse il suo “Ludwig Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca” del maggio 1885, affermando che: “Il movimento operaio tedesco è l’erede della filosofia classica tedesca”.

I nuovi titoli, sopra citati, sono contenuti nei volumi I, II e III delle Opere di Marx-Engels, pubblicati dagli Editori Riuniti, e sono relativi agli anni 1835-1843, 1838-1843 e 1843-1844.

Salerno, lì 28 gennaio 2018

Nicola Paolino, PCI Salerno

8253