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(15 Novembre 2010) Enzo Apicella
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(L'unico straniero è il capitalismo)

GIU' LE MANI DAL MIO AMICO!

A CHI PASSA DALLA PROPAGANDA ELETTORALE ALLE ARMI
RISPONDIAMO PASSANDO DALLE PAROLE AI FATTI.

(5 Febbraio 2018)

mani che s'incontrano

Donne uomini e bambini che fuggono da guerre, miseria, repressione,
alla ricerca di una possibilità di vita,
incontrano la realtà crudele di un sistema che li sfrutta,
dopo averli ghettizzati, perseguitati, utilizzati politicamente.

Donne uomini e bambini migranti,
frutto ineliminabile dello sviluppo ineguale del capitalismo e delle conseguenti sue contraddizioni, diventano per i padroni forza lavoro insostituibile e pareggio della crisi demografica del loro sistema,
per i piazzisti politici carne da macello per la loro campagna elettorale del diritto proprietario, per le teste vuote e rasate figlie dell'ideologia “prima gli italiani” bersaglio di aggressioni e stragi.

Per noi esseri umani indistinti componenti della razza umana,
ed in particolare per noi sfruttati come loro,
i lavoratori migranti non solo solo obiettivo della nostra solidarietà ed amicizia, ma oggi fratelli di classe nella lotta contro i padroni comuni, domani sostanza infiammabile della nostra rivoluzione sociale.

A CHI PASSA DALLE PROPAGANDA ELETTORALE ALLE ARMI
RISPONDIAMO PASSANDO DALLE PAROLE AI FATTI.

GIU' LE MANI DAL MIO AMICO!

Non abbiamo mai creduto, in passato come oggi, a presunte “fascistizzazioni” della società capitalistica, italiana e non.
Non ci abbiamo mai creduto perchè la storia non ritorna, né va indietro, come non va indietro il processo di internazionalizzazione di mercato, e la forma politica più conveniente al suo sviluppo, la democrazia.
Certo una democrazia in via di ristrutturazione imperialista che in Europa e non solo paga il prezzo di un euroscetticismo presente ma non vincente, di funzionalizzazione semplificatrice, che fa a meno anche della “delega del suo popolo”, ma che continua ad utilizzare l'ideologia xenofoba e razzista per sfruttare meglio lavoratori migranti ed autoctoni, o a scagliare i sui servi fascisti contro lotte ed insorgenze proletarie.
Insomma, all'attuale bisogna capitalista, basta e serve la democrazia, certo condita dalla puzzolente cappa proprietaria e razzista, ma non trasformabile in una qualche autarchia dittatoriale fuori dal tempo della globalizzazione.

Nelle frequenti campagne elettorali si amplifica l'utilizzo della questione migratoria, mutuata nelle varie salse politice di destra e di sinistra, a soffiare sul fuoco di paure, difficoltà e contraddizioni reali ma deviate verso il “nemico esterno”.
E' un profluvio di dichiarazioni d'intenti, tutte utopistiche ed irrealizzabili, data l'oggettiva ineliminabilità di un fenomeno storico-naturale come quello delle ondate migratorie interne ed interstatuali ai blocchi continentali.
Si va dal sovranismo euroscettico del “prima gli italiani” all'”umanitario” “aiutiamoli a casa loro”, dall'europeistico e profittualmente interessato “controllo dei flussi” alla “difesa della razza bianca” tout court, per poi scendere i gradini della demenza ad armare la mano di “giustizieri” neri più delle loro vittime.
Una cosa è certa, la rincorsa a chi difende meglio conti in banca, proprietà e suolo nazionale coinvolge tutti i competitors elettorali, come è certo che chiunque partecipa alla lotteria elettorale nel tentativo di ripulirne gli schizzi di sangue, non fa altro che contribuire (inutilmente!) a ri-dargli lo smalto perduto.

Per quanto ci riguarda, i lavoratori migranti non possono essere solo esseri umani bisognosi della nostra solidarietà materiale, tantomeno l'obiettivo di qualche campagna di “umanesimo compassionevole” di marca vaticana, ma sono nostri fratelli di classe, sfruttati come e più di noi.
Ecco perché bisogna difenderli e difenderci dai padroni, dai loro servitori politici, e dai loro scherani fascisti armati contro di noi che dalla propaganda elettorale passano sempre più spesso agli spari.

Pino ferroviere

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