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La Cina è vicina

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(17 Agosto 2010) Enzo Apicella
Il prodotto interno lordo cinese ha superato quello del Giappone, ed è secondo solo a quello degli Usa

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    Vergognoso, inaccettabile, da respingere.

    Sull'accordo spartitorio in CGIL

    (27 Luglio 2005)

    Ancora prima che il congresso CGIL cominci, la maggioranza e l'ex sinistra sindacale della CGIL si sono già incontrati ed accordati per spartirsi le platee congressuali e per tutelare l'ex minoranza programmatica "Lavoro e Società" nel suo percorso di scioglimento e nella sua trasformazione in una piccola corrente della nuova maggioranza.
    Ci vogliono confezionare un congresso per finta. Infatti, nel silenzio dei corridoi di Corso Italia a Roma, 12 segretari confederali, ormai in scadenza, tra i quali i rappresentanti di un'area programmatica (Lavoro e Società) ormai in scioglimento, hanno deciso come spartirsi le platee congressuali, i posti nei Comitati Direttivi e nelle Segreterie, e come rendere ininfluente la partecipazione degli iscritti nel percorso congressuale.

    Basterebbe leggere l'accordo tra i 12 segretari confederali per comprendere la gravità di quanto questi hanno fatto, decidendo sulle nostre teste come sarà la Cgil dopo il congresso. (leggi il documento di intenti firmato dai 12 segretari confederali, con i commenti del Coordinamento Rsu).

    Ma è utile fare qualche ulteriore considerazione su cosa dice quell'accordo, sui comportamenti dei soggetti contraenti e sulle conseguenze che tutto ciò ha ed avrà sullo stesso modello sindacale e sulla vita interna della Cgil in particolare..

    - Innanzi tutto l'assurdità della cosa e la sua impugnabilità di fronte alla commissione Statuto della Cgil. Esiste infatti una grave trasgressione operata dai 12 iscritti alla Cgil nei confronti dei principi statutari della Cgil, per cui ogni iscritto ha il diritto di essere elettore ed eleggibile e che nessuna garanzia a priori può essere concessa a gruppi organizzati (correnti od aree programmatiche) senza una verifica del consenso della base congressuale. Trasgressione evidentemente ritenuta lecita dai sottoscrittori dell'accordo, solo per il fatto che i 12 iscritti alla Cgil sono anche segretari confederali (cosa per la quale, probabilmente, questi si credono onnipotenti ... quando il potere da alla testa). La loro autoreferenzialità è tale da portarli a ritenere che la loro esistenza ed il loro potere debba prescindere dal loro effettivo e verificato consenso congressuale, tanto che da una parte si riempiono la bocca di parole come "democrazia" e "partecipazione", e dall'altra si siedono attorno ad un tavolo, decidono che il congresso deve andare come vogliono loro si dividono posti, spazi di potere e tutele reciproche.
    Una aperta violazione dello Statuto e dei principi fondatori della Cgil che riteniamo impugnabile anche a livello legale, come alcuni avvocati ci consigliano, in quanto tesa esplicitamente a compromettere il diritto degli iscritti ad essere soggetto libero, capace e fondante del consenso e quindi della formazione dei gruppi dirigenti.

    - In secondo luogo la evidente non trasparenza di un accordo che viene spacciato come "documento di intenti", quindi senza alcun valore pratico, ma che viene allegato ufficialmente al regolamento congressuale. Regolamento congressuale che afferma e prevede altre cose e che viene di fatto svilito e reso inutile dall'accordo precongressuale sulla spartizione dei posti. Se di semplice lettera di intenti si tratta, (cioè di un impegno tra due soli dei tanti pluralismi presenti in Cgil) perchè inserirla nel regolamento congressuale come fosse oro colato, e perchè infarcirla di toni che impongono di fatto ai centri regolatori di non far caso al regolamento, ma di impegnarsi ad applicare un accordo fatto da soli 12 iscritti che prevede che a loro vada garantita la stessa percentuale di posti che avevano nel precedente congresso?.

    In sostanza, al di la delle tante parole con cui viene mascherato, l "documento di ntenti" si interpreta facilmente come un'accordo chiaro ed esplicito per la spartizione di posti tra due cordate.
    Infatti, la sostanza dell'accordo è che Lavoro e Società si impegna a sciogliersi ed a confluire nella maggioranza (cosa che, nella sostanza e nel merito, si è già realizzata negli anni scorsi, basti vedere l'appiattimento in materia contrattuale). Così facendo esaurisce il desiderio della maggioranza ad avere un congresso unitario ma in cambio chiede ed ottiene gli stessi posti che aveva nel precedente congresso. Il bisogno di chiare garanzie in questo senso, da parte della ex sinistra sindacale, è tale da pretendere sfacciatamente che la maggioranza si impegnasse con un accordo scritto, precongressuale, a garantirle il "prezzo" della sua entrata in maggioranza. Tale è il bisogno di garanzie (senza le quali la cordata Pattiana si sarebbe già sfaldata vista la sua pochezza di iniziativa politica e di originalità di idee) che non ci si fa scrupoli ad allegare l'accordo al regolamento congressuale, il quale prevede ben altre cose, e che quell'accordo rende di fatto inoperante.

    Quell'accordo sancisce quindi la definitiva scomparsa di Lavoro e Società come sinistra sindacale in Cgil, ma lo fa nel peggiore dei modi, declassando quel gruppo dirigente a mera burocrazia da corridoio, ormai incapace di iniziativa politica, e tesa unicamente a salvaguardare se stessa come ceto sindacale.

    A conferma di ciò vi sono altri due fatti.

    - Come tutti sanno, Rinaldini, segretario della Fiom ha annunciato l'intenzione di presentare due tesi alternative, una sulla contrattazione (cancellazione di ogni riferimento alla concertazione) ed una sulla democrazia (diritto esigibile per i lavoratori di ricorrere al referendum su piattaforme ed accordi). Due tesi dai contenuti condivisibili, per altro in linea con quanto la stessa Lavoro e Società ha verbalmente sostenuto fino ad ieri.
    Rinaldini con le sue tesi, vuole quindi portare nel congresso una discussione vera (anche se noi riteniamo ancora che ciò si possa fare meglio con un documento alternativo). Per questo Rinaldini ha chiesto, nel direttivo del 18 luglio scorso che l'eventuale presentazione di tesi alternative fosse collegata alla elezione dei delegati al congresso, in modo da dare continuità e rappresentatività, anche negli organismi dirigenti, di una posizione critica alla linea della maggioranza della Cgil. I membri de direttivo nazionale aderenti a Lavoro e società hanno votato contro contribuendo così, e coscentemente, ad affossare un diritto sacrosanto dei diversi pluralismi di potersi esprimere verificando e rendendo efficace il consenso ricevuto dagli iscritti. E' chiaro che la motivazione principale di questo voto di Lavoro e Società trova ragione essenzialmente nella necessità di difendere fino in fondo l'accordo firmato con la maggioranza sulla prossima spartizione dei posti. La possibilità di tesi alternative al documento di maggioranza di poter eleggere delegati al congresso avrebbe compromesso la piena efficacia di quell'accordo poichè altri pluralismi congressuali avrebbero potuto rivendicare una loro rappresentanza negli organismi, non già in virtù di un'accordo tra apparati ma sulla base del consenso ricevuto dagli iscritti al congresso..

    - Inoltre, dopo quel voto al direttivo nazionale del 18 luglio, Lavoro e Società nel suo coordinamento nazionale del 20 luglio ha deciso di non sostenere il percorso proposto da Rinaldini, riconfermando il suo appiattimento sulla maggioranza di Epifani. Certo, a Lavoro e Società non manca la furbizia e quindi ha annunciato che presenterà due emendamenti alle tesi (cosa non si fa per cercare di apparire un po di sinistra), uno sulla democrazia (dove di referendum non si pala neanche) ed uno sui beni comuni (dove si dicono cose sostanzialmente condivisibili per ognuna delle componenti della Cgil).

    Perchè Lavoro e società non si vuole mettersi con la Fiom su due tesi così importanti e perchè ha contribuito ad impedire che alle tesi fosse data la possibilità di misurare il consenso tra gli iscritti trasformando questo in rappresentatività. Semplice. A Lavoro e società non interessa questo congresso, interessa solo incassare i risultati dell'accordo con la maggioranza.

    Preso atto di quella che è ormai Lavoro e Società, ossia un'area programmatica in scioglimento, e probabilmente una piccola ed esosa cordata in formazione, rimane il problema di quell'accordo che, se rimanesse attivo, porterebbe di fatto allo svilimento del prossimo congresso.

    Quell'accordo va soppresso, non deve aver alcun valore sulla conduzione congressuale e deve essere denunciato e ridotto a quel che è. Un accordo tra 12 iscritti che hanno cercato di imporre il loro progetto politico attraverso una predeterminazione degli esiti congressuali sulla testa degli iscritti alla Cgil.

    Che fare ?

    E' evidente che riuscire a presentare un documento alternativo al prossimo congresso farebbe di per sèsaltare quell'accordo. Siamo già oltre le 250 firme (raccolte velocemente in pochi giorni dallo scorso 20 luglio), ma ne servono 400 di membri di direttivi territoriali e regionali confederali e nazionali di categorie. Il tempo è poco (le firme vanno raccolte entro il 29 di luglio) ed in molti stanno lavorando per sollecitare il maggior numero di compagni a firmare.

    Ma comunque, oltre alla richiesta che l'accordo venga tolto dagli allegati al regolamento congressuale (cosa centra un accordo tra 12 iscritti in un regolamento che dovrebbe tutelare tutti ?), oltre al ricorso alla commissione Statuto della Cgil ed a un esposto alla magistratura ordinaria perchè sia fatto quanto necessario per garantire a tutti gli iscritti alla Cgil la possibilità ed il diritto di essere elettori ed eleggibili dobbiamo usare la denuncia politica.

    - In particolar modo si sta lavorando per una lettera aperta agli iscritti della Cgil da far firmare al maggior numero di iscritti possibili per denunciare la vergogna e l'inaccettabilità di quell'accordo e per chiederne l'immediata cancellazione. Nei prossimi giorni sarà pronta la lettera aperta ma invitiamo sin da ora tutti gli iscritti alla Cgil a rendersi disponibili a sottoscriverla.

    - Inoltre occorre prepararsi, in tutte le riunioni Cgil (direttivi confederali e categoriali ai vari livelli) che si terranno dal prossimo 5 settembre in poi per l'avvio del percorso congressuale a presentare ordini del giorno che dichiarino la richiesta di invalidazione di quell'accordo.

    - Lo stesso andrà fatto nelle assemblee di base, che cominceranno ad ottobre. In ogni assemblea di base bisognerà portare gli iscritti a conoscenza della vergogna di un accordo che ha già deciso prima ancora delle assemblee congressuali, come dovranno essere formati i futuri gruppi dirigenti

    23 luglio 2005

    Delegate e delegati che si riconoscono nel movimento
    Per un coordinamento nazionale delle Rsu

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