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18 Marzo 1871, La Comune di Parigi: un vero terremoto politico!

(17 Marzo 2018)

comune di parigi decreto 3 aprile

Parlare di democrazia dal basso, di beni comuni,
di potere al popolo senza porsi nell'ottica della rottura rivoluzionaria della macchina statuale della classe dominante,
vuol dire parlare di nulla.
Solo l'instaurazione di un potere operaio,
frutto della rivoluzione sociale,
potrà produrre un “governo” della società
corrispondente agli interessi collettivi degli sfruttati.

Già, perchè lo stato è sempre l'espressione del potere di una classe su un'altra attraverso il monopolio della violenza.
La differenza è che mentre lo stato borghese
è lo stato della minoranza che detiene la ricchezza,
lo stato proletario è lo stato della maggioranza che la produce.

Cioè mentre lo stato borghese trova
il proprio intimo germe riproduttivo nei rapporti sociali di sfruttamento,
lo stato proletario nella comunanza dei mezzi di produzione e dei beni di consumo trova il percorso della sua
dissoluzione verso la società comunista.

In definitiva, non può esistere passaggio al comunismo
senza rottura e violenza rivoluzionaria,
senza l'instaurazione, temporanea,
di uno stato in via di estinsione: lo stato della dittatura del proletariato.

Questo percorso storicamente dimostrato anche dalla straordinaria esperienza comunarda non può essere assimilato solo in parte, a metà:
o si è per la società senza classi, cioè del passaggio dalla rivoluzione allo stato proletario in via di dissoluzione,
o si è per questa società divisa in classi.


1871: la Comune di Parigi
CLASSE contro CLASSE

Quando si dice un vero terremoto politico e sociale, altro che le finte tempestine nel “nostro” bicchieretto elettorale, dove località politico-topografiche variamente denominate suonano musiche “diverse” ma sempre sullo stesso pentagramma stilato dai padroni europei.
La Comune fu un vero “governo operaio” che, nel tentare l'assalto al cielo della proprietà privata e della macchina statuale borghese, peccò di spontaneismo e di eccessiva fiducia nella sua applicazione orizzontale e democratica.
Ne approfittarono padroni e i loro uomini armati: fu il pogrom dele operaie e degli operai parigini, ma fu anche una grande, storica ed universalmente valida esperienza, ancora oggi da comprendere ed assimilare.
Imparare dalle sconfitte vuol dire capire l'odierna durezza di un mondo dove loro, i padroni, hanno vinto la battaglia della planetizzazione capitalista, esportando il loro sistema economico e le idee a lui corrispondenti in tutto il mondo.
Ma contemporaneamente, stanno diffondendo e moltiplicando la condizione proletaria, e le inevitabili lotte che ne segnano vita e coscienza; stanno cioè ingigantendo il loro becchino: il proletariato!
Ancora una volta, dialetticamente, comprendere la lezione della Comune vuol dire cogliere in questa fase storica l'elemento dell'attualità di una società superiore intima al “movimento reale che supera lo stato di cose presenti”.
Il problema è che questa società superiore non partorisce da sola, non è inevitabile, ma necessità dell'intervento rivoluzionario a sciogliere definitivamente la contraddizione tra tendeza storica alla socializzazione della produzione e accumulazione privata del prodotto.
Con La Comune nel cuore, è questo il nostro compito immediato.

CLASSE contro CLASSE
per una società senza classi

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