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Fiat: lacrime e sangue

Fiat: lacrime e sangue

(14 Agosto 2010) Enzo Apicella

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L’importanza dello sciopero del 23 marzo in FIAT-FCA

(26 Marzo 2018)

coordinamento operai autorganizzati

La giornata di lotta degli operai FIAT-FCA (sciopero degli stabilimenti del gruppo e presidio all’entrata dello stabilimento di Pomigliano) realizzata il 23 marzo trascende l’ambito settoriale e apre un nuovo periodo di lotta, contenendo insegnamenti ed elementi di significato politico che vanno compresi e fatti propri da tutti i proletari.
Partiamo dai fatti. Di fronte al taglio della produzione e occupazionale deciso dalla FIAT-FCA, gli operai di diversi stabilimenti, costituitisi in Coordinamento di Operai Autorganizzati FIAT-FCA, hanno proclamato 8 ore di sciopero per ogni turno di lavoro (indetto e sostenuto dal SI Cobas e da altre realtà sindacali di base) e una manifestazione nazionale davanti allo stabilimento di Pomigliano “per rivendicare garanzie occupazionali, condizioni di vita e di lavoro migliori, salari adeguati a una vita più dignitosa”.
Nonostante le difficoltà (i magri salari, il sabotaggio padronale del sindacalismo di classe, le menzogne e le rappresaglie, l’espulsione dalle fabbriche degli operai più combattivi), l’adesione operaia all’appello per una lotta unitaria lanciato dal Coordinamento è stata significativa: hanno partecipato allo sciopero migliaia di operai degli stabilimenti di Melfi, Termoli, Pomigliano, Cassino e Mirafiori, fra cui iscritti e delegati della FIOM. Concreta solidarietà è giunta dai facchini e dagli autisti della logistica, da lavoratori dell’ILVA di Taranto e da disoccupati, oltre a gruppi di militanti. Sono stati realizzati picchetti ai cancelli e le strade attorno allo stabilimento sono state bloccate. Un risultato mai raggiunto negli ultimi anni.
La giornata del 23 marzo ha rotto la lunga “pace sociale” in FIAT-FCA, ha chiuso con mesi di promesse e illusioni elettorali, segnando il ritorno al collegamento e alla lotta di un settore decisivo della classe operaia. Marchionne, i capitalisti, i loro servi, i politicanti della famelica borghesia e dell’avida piccola borghesia, si accorgeranno che d’ora in avanti sarà più difficoltoso far passare i licenziamenti, i tagli ai salari, il super-sfruttamento e la cassa integrazione (che è in esaurimento). L’esempio dello sciopero contribuirà allo sviluppo della resistenza di classe, che sotto l’offensiva capitalistica raggiungerà nuovi livelli.
Le posizioni prese dagli operai promotori dello sciopero e la realizzazione della lotta, con la presenza di diverse sezioni del movimento operaio, sono state un buon esempio della messa in pratica della parola d’ordine del fronte unico di lotta proletaria, dell’unità di azione realizzata sulla base della difesa intransigente degli interessi e dei diritti degli sfruttati. Un’unità che supera ogni meschina logica di tessera sindacale, di divisione fra fabbriche e settori, fra operai italiani e immigrati, basata sulla consapevolezza di essere tutti proletari che vogliono lottare contro il proprio nemico di classe, il capitalismo. Ogni passo in avanti del fronte unico è un progresso per l’intera classe operaia.
Gli operai FIAT-FCA hanno condotto una lotta dal basso e in maniera indipendente dai bonzi sindacali (confederali e non) e dalle forze della “sinistra” borghese. In particolare, lo sciopero è stato una risposta contundente sia al collaborazionismo aperto, sia a quello subdolo dei burocrati FIOM, sia alle posizioni settarie e autoreferenziali di taluni sindacati di base che rifiutano l’offerta di lotta comune favorendo la divisione di classe.
Lo sciopero del 23 marzo ha inflitto un duro colpo a tutti costoro e ha chiarito che disporre di un’alternativa sindacale di classe non significa rinchiudersi nel proprio recinto, ma utilizzare questi strumenti per favorire la lotta dell’insieme del movimento operaio, rompere l’accerchiamento, diffondere la propaganda di classe in settori operai sempre più ampi, alzando le bandiere di lotta più classiste, conseguenti e rivoluzionarie.
Siamo all’inizio di una nuova fase politica in cui è evidente un’ulteriore svolta verso la reazione politica e l’offensiva capitalistica. Tutti i dati ci dicono che gli antagonismi di classe si svilupperanno. L’esperienza di questa lotta educherà e spingerà alla mobilitazione gli altri operai ancora passivi e demoralizzati, contribuirà alla ripresa della lotta operaia, favorendo lo sviluppo di un autentico sindacato di classe, che sia nelle mani degli operai.
Noi comunisti (marxisti-leninisti) plaudiamo alla giornata di sciopero e di mobilitazione del 23 marzo, ne traiamo i dovuti insegnamenti e sosteniamo lo sviluppo della lotta contro la FIAT-FCA, lavorando per lo sviluppo della coscienza e dell’organizzazione di classe.
Dalla giornata del 23 marzo esce rafforzata la convinzione di quanto sia necessario per la classe operaia, in vista dell’acutizzazione di tutte le contraddizioni del capitalismo, darsi un proprio partito indipendente e rivoluzionario. L’esperienza dimostra che senza questo partito la classe operaia non può partecipare alla lotta politica e non può prendere il potere per abbattere il sistema di sfruttamento e di oppressione esistente.
Impedire la formazione di questo partito è il punto centrale della lotta della borghesia contro gli operai. Di conseguenza, la questione su cui dobbiamo concentrare i nostri sforzi è oggi quella dell’unità dei comunisti e degli operai d’avanguardia in un’organizzazione capace di fondere il socialismo scientifico e il movimento operaio.
25 marzo 2018

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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