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Cgil, le tesi alternative di Rinaldini Firma la "Rete 28 aprile"

Struttura contrattuale e democrazia sindacale i punti interessati

(3 Agosto 2005)

Al congresso Cgil in programma a marzo 2006 non ci sarà nessun documento alternativo alla piattaforma del segretario generale Guglielmo Epifani. Ci saranno due tesi alternative alla tesi 8 sulla struttura contrattuale e alla 9 sulla democrazia sindacale. Primo firmatario Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom. Tesi firmate anche dalla Rete 28 aprile, la "corrente" di sinistra capeggiata da Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, che ieri, nel corso di una conferenza stampa nella sede del sindacato dei metalmeccanici a corso Trieste, ha ufficializzato la rinuncia al documento alternativo che la Rete voleva presentare al congresso. Non per abbandono del campo, non per fallimento, ma perché i tempi sono scaduti e perché le tesi di Rinaldini «sono condivisibili, anche se non ci sono tutte le nostre posizioni».

La "Rete 28 aprile" è riuscita a raccogliere 260 firme certificate, «nel senso che ce le abbiamo in mano» puntualizza Cremaschi, più altre 339 annunciate, cioè spedite per posta ma non arrivate nei tempi utili, dato che il regolamento della Cgil prevede il primo di agosto come termine ultimo per presentare tesi e documenti alternativi. In totale, "tara" compresa, il documento della Rete avrebbe raccolto più delle 400 firme di membri di organismi direttivi necessarie per la presentazione, un risultato non trascurabile: «Abbiamo lanciato la campagna consapevoli del poco tempo a disposizione, e siamo abbastanza soddisfatti del risultato. E comunque la nostra proposta era nata perché non c'erano voci differenti al documento congressuale, ma abbiamo sempre detto che se ci fossero state tesi alternative che ci rappresentassero, avremmo potuto rinunciare» spiega Cremaschi.

Ecco allora la sottoscrizione delle tesi di Rinaldini, annunciate venerdì e ufficializzate ieri. Il segretario generale della Fiom ha potuto presentarle alla presidenza del direttivo della Cgil, forte delle 10 adesioni di membri del direttivo: quelle di Giorgio Cremaschi, Giorgia Calamita, delegata della Fiat di Melfi e Jole Vaccargiu, delegata di Mirafiori, tutti firmatari del documento della "Rete 28 aprile"; Francesca Re David, della segreteria nazionale della Fiom; Ferruccio Danini, Carlo Baldini e Wilma Casavecchia, del direttivo nazionale della Cgil; Dino Greco e Mirto Bassoli, rispettivamente segretario generale della camera del lavoro di Brescia e Reggio Emilia e dal senegalese Papa Seck, del direttivo provinciale di Reggio Emilia. Per i contenuti delle due tesi, appuntamento ai primi di settembre quando sarà lo stesso Rinaldini ad illustrarle.

Per adesso, sono sicuri i temi: struttura contrattuale e democrazia sindacale, due dei pilastri su cui si basa l'azione della Rete: «Apprezziamo che nel documento si dica che il contratto nazionale deve servire a redistribuire ricchezza e quindi a superare la logica del 23 luglio, l'impegno a favore delle 35 ore e la bocciatura senza appello della legge 30 - ha detto Cremaschi in merito alle due tesi - e che per ratificare i contratti occorrerà obbligatoriamente un referendum tra i lavoratori».

In vista del congresso, la "Rete 28 aprile" (che tornerà a riunirsi il 7 settembre a Bologna) critica il patto firmato dai 12 segretari confederali con cui «si congelano i gruppi dirigenti del congresso precedente, creando una sorta di selezione dall'alto fondata sulla fedeltà e che può influenzare i delegati al momento del voto». In questo modo, attacca Cremaschi «la Cgil rimane ferma alla divisione in cofferatiani all'80% e pattiani al 20%. E gli altri?». E proprio a Gian Paolo Patta e alla sua area "Lavoro e società" è indirizzato l'affondo più pesante di Cremaschi: «E' incomprensibile che un'area che si dice di sinistra non firmi le tesi di Rinaldini nel momento in cui si mette in discussione, da sinistra, gli accordi del 23 luglio. Sarebbe spiegabile solo in termini di accordi di potere». Altrettanto piccata la replica di Patta: «La furbizia di dotarsi di una sigla non risolve il fatto che "Rete 28 aprile" non si è mai formalizzata dentro la Cgil e pertanto non esiste come area programmatica. Erano usciti da "Lavoro e società" per creare una nuova aggregazione e si ritrovano ad essere un'articolazione dell'area che fa capo a Guglielmo Epifani».

L'atmosfera congressuale si fa già sentire quindi, mentre manca solo un mese a settembre che si prefigura come l'inizio di un periodo "caldo": «A settembre riparte la lotta contrattuale, ci sarà un documento di Confindustria e uno della Cisl. Noi avremo un congresso con due posizioni diverse e questo è un fatto positivo» conclude Cremaschi. Ma non è possibile dimenticare la «precarizzazione pesantissima, soprattutto nella scuola e nell'Università - avverte Mimmo Rizzuti, segretario della Slc-Cgil e membro della "Rete" - Ricompattare l'unità dei lavoratori dentro un progetto, ci consentirà di aprire un'utile discussione».

Liberazione del 2 agosto 2005

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