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(Ora e sempre Resistenza)

Verona: Non passeranno. Noi costruiamo una città libera

Lettera aperta di convocazione dell'assemblea cittadina di giovedì 4 agosto

(4 Agosto 2005)

Non passeranno. Noi costruiamo una città libera. No alla rassegnazione.

Troppe volte abbiamo ascoltato in città parole di rassegnazione alla soffocante alleanza tra vecchi e nuovi fascismi, ossia vecchia e nuova destra, leghismi e territorializzazioni aggressive, integralismo cattolico. Dopo il tentato omicidio contro i nostri compagni e l'attentato incendiario contro il csoa La Chimica è venuto il momento di costruire una risposta articolata che deve andare oltre l'emotività e creare e organizzare i legami sociali fra diverse forze sociali e culturali che devono saper valorizzare la condivisione dell'antifascismo e saper costruire coesione sociale con nuove lotte portate avanti con gioia, creatività, intelligenza.

Cos'è il fascismo, cosa sono i fascismi?

Corriamo il rischio di definire fascismo tutto ciò che ci fa ribrezzo, identificare il fascismo come partito dell'imbecillità e della violenza, come partito del male. E questo non funziona, non definisce alcunché. Ciò a cui ci riferiamo, usando forse una parola imprecisa e storicamente datata (fascismo, appunto) è un vasto campo di comportamenti, ideologie, pregiudizi che hanno un unico elemento in comune: l'ossessione definitoria. L'ossessione del definire è la caratteristica comune di tutte forme di fascismo.

I fascismi nella loro massima espressione concettuale (comprensiva del fascismo vecchio e nuovo, del nazionalismo, dell'integralismo religioso, del leghismo, dell'autoritarismo politico, dell'aggressività sessuale.) possono essere ricondotti a una ossessione fondamentale: l'ossessione dell'identità, l'ossessione dell'appartenenza, dell'origine, della riconoscibilità. E quindi la rigidità, il rifiuto del diverso, della tenerezza, del femminile, dell'ironia e del gioco.

Questa ossessione cresce perché il nostro tempo è il anche tempo della contaminazione vivificante, del meticciamento, della transcultura, della deterritorializzazione che produce scollamento e disorientamento. La reazione che guida i comportamenti riconducibili a questa nozione di fascismi è data dalla pulsione a riconoscersi come identici, identificabili, e dunque appartenenti a una comunità (di fede, razza, linguaggio.) fondata sull'origine.

Soltanto l'origine fa fede dell'appartenenza e come sappiamo l'origine è un'illusione, una leggenda, un'attribuzione più o meno condivisa ma infondata. Tutti proveniamo da una storia di incroci e contaminazioni.

Quanto più perturbato appare il campo dell'origine, dell'identificabilità, tanto più acuto diventa il bisogno di identificare, fino a diventare un'ossessione. Questa è la reazione dei fascismi, a questo reagiscono con violenza e disprezzo.

Sappiamo che il fascismo è stato ed è molto altro, ma con un'operazione storica certamente abusiva, questa ossessione dell'autenticità la possiamo chiamare fascismo.

La malattia che si chiama fascismo è la modalità di estrinsecare e gestire con aggressività la paura di un mondo che sta mutando e che i fascisti non sanno leggere.

Piccola parentesi. Al di là delle ipocrisie, crediamo di non esagerare quando affermiamo che il numero allucinante di assassini avvenuti nel territorio di Verona a danno di prostitute immigrate, nel corso degli ultimi anni, siano il frutto di questa ossessione; questi assassini nascono dal terreno putrido seminato di odio e disprezzo della subcultura fascista e leghista che arriva a considerare nulla la vita umana di donne e migranti.

La nostra cura alla psicopatologia fascista e reazionaria dovrà essere molteplice, userà l'intelligenza, la creatività, la gioia, contrasterà le sue dinamiche sul piano comunicativo, psichico e immaginario; ma quando sarà necessario non rinuncerà alla contrapposizione fisica; e soprattutto saprà andare oltre costruendo spazi di libertà e ricombinando socialità, desideri, culture e forze: questo è l'impegno cui devono farsi carico gruppi culturali e forze politiche antifasciste della città e del territorio.

Da parte del csoa La Chimica questa strada è già intrapresa: l'autogestione, la lotta accanto ai migranti e per la pace, la valorizzazione delle diversità di genere e di desiderio, l'impegno per la giustizia sociale, contro la condizione precaria del lavoro e per i diritti dei lavoratori, la produzione culturale non sottomessa, la creazione del mercato autogestito con il ragionamento su terra/ambiente/produzione/rivoluzione dei consumi, l'inizio di un nuovo percorso sui temi urgenti della casa, dell'abitare e del carovita.

Casa, cittadinanza, condizione migrante, lavoro, precariato, reddito, produzione-consumo-t/Terra, pace, ambiente, beni comuni... Costruire in maniera cooperativa forme e strumenti di comunanza; condurre al riconoscimento della cosa comune. Dall'aria all'acqua fino alla produzione informatizzata e alle reti. Questo è il terreno sul quale si stende la libertà. Questo il nostro progetto di nuove forme di vita. Questo il nostro nuovo antifascismo. Questa la risposta agli ignobili nazifascisti che hanno aggredito i nostri compagni e ai responsabili dell'attentato incendiario alla Chimica. Questa la nostra risposta anche a tutti quelli che criticano il nostro agire dai pulpiti del perbenismo, dell'imbecillità e della cecità sociale travestiti da nonviolenza, della politica politicante.

Non passeranno. Noi costruiamo.

Invitiamo gruppi culturali, musicali e artistici, individualità, associazioni, realtà di base, forze politiche antifasciste. a partecipare all'assemblea anche con proposte fattive e idee per il documento costituente.

L'assemblea aperta cittadina si terrà giovedì 4 agosto, alle ore 21, presso il csoa La Chimica, piazza Zagata, Borgo Santa Croce, Verona

csoa la chimica - verona
lachimica@autistici.org

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