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Roma: anche Cub Sanità si schiera contro la sospensione dell’Osservatorio comunale sul lavoro

(15 Aprile 2018)

cub sanità

Il 5 aprile, la Giunta Raggi ha comunicato una decisione che ha destato preoccupazione in molti sindacalisti e lavoratori coscienti. Adottando come giustificazione la necessità di riorganizzare gli uffici amministrativi di Roma Capitale, sono state sospese le funzioni e le attività dell’Osservatorio comunale sul lavoro, nato nell’estate del 2000 e teso a controllare l’atteggiamento, nei confronti dei lavoratori, da parte dei soggetti economici aggiudicatari di appalti, convenzioni e affidi. A una iniziale denuncia co-firmata dall’USI e dal Comitato per l’applicazione delle delibere 135/2000 e 259/2005, si è aggiunto, negli ultimi giorni, un comunicato redatto da Cub Sanità, assai severo verso le incoerenze dell’amministrazione pentastellata. La quale “ha fatto della trasparenza la sua principale parola d’ordine”, ma con questa decisione “rischia di creare una situazione di opacità assoluta, in un settore che è già stato interessato dallo scandalo ‘Mafia Capitale’”. A ben vedere, l’insostituibilità dell’organismo in questione viene affermata non a partire da discorsi di ordine generale, ma sulla base della propria esperienza concreta, segnata dalla difficoltà di “far rispettare le più elementari tutele previste per chi lavora”, vista la mentalità delle aziende che hanno sin qui tratto vantaggio dalla esternalizzazione di numerosi servizi essenziali. Queste ultime, avendo sempre considerato “le leggi come un impaccio al proprio libero disporre della manodopera”, in assenza di una struttura deputata a vigilare sul loro operato, “si sentiranno autorizzate a dare luogo a pesantissime dinamiche di sfruttamento”. A tale constatazione si associa una precisa consapevolezza, utile a leggere l’atteggiamento poco lineare dei 5 Stelle di Roma: quella secondo cui “le promesse della politica, da qualsiasi forza provengano, rimangono lettera morta senza un’autentica spinta dal basso”. Perciò, Cub Sanità si dichiara pronta a una mobilitazione unitaria con tutte le forze che ritengono importante la riapertura dell’Osservatorio. Tanto più che, nella fase successiva all’annuncio del 5 aprile, è emerso che la sospensione potrebbe in realtà tradursi in una chiusura definitiva. Che dire: seguiremo con attenzione questa battaglia, anche perché ci sembra foriera di indicazioni valide pure sul piano nazionale. Soprattutto considerando che molte delle promesse di protezione sociale dei più disagiati che hanno contribuito al recente successo elettorale dei grillini, faranno verosimilmente la stessa fine del loro solenne impegno a garantire “un nuovo corso” alla maggiore città d’Italia.

Il Pane e le rose – Collettivo redazionale di Roma

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