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Sulle regole per il congresso Cgil

Il testo dell'accordo commentato dal coordinamento Rsu

(4 Agosto 2005)

Pubblichiamo il testo integrale della "lettera di intenti", ossia l'accordo con cui la maggioranza si impegna a tutelare i posti in apparato, nelle segreterie e nei Comitati direttivi agli esponenti della ex minoranza di sinistra sindacale in Cgil, in cambio della loro adesione al documento unitario per il prossimo congresso CGIL ed al conseguente scioglimento dell'area programmatica.

In grassetto i commenti a cura del Coordinamento RSU


DOCUMENTO D’ INTENTI SOTTOSCRITTO DAI DODICI SEGRETARI CONFEDERALI

1. Con l’avvio del XV Congresso inizia una fase nuova e diversa nella vita democratica della CGIL; ci sono oggi le condizioni politiche per superare la modalità dell’articolazione democratica, iniziata al XII Congresso, basata sull’alternatività delle mozioni congressuali.

2. Tale percorso, assai importante per la vita della Confederazione, va affrontato e governato con grande senso di responsabilità, garantendo innanzitutto che venga vissuto da tutte e da tutti come uno straordinario momento di unità e di protagonismo di ognuno.

3. Questa fase vivrà in tutto il percorso congressuale, sarà sancita nei Congressi di ogni istanza e avrà il suo compimento alla conclusione del Congresso nazionale.

Praticamente, in questi primi capitoli dell'accordo, la maggioranza della CGIl e la sua ex minoranza, sottolineano il reciproco accordo a confluire in un documento unitario al prossimo congresso, e ad avere il massimo rispetto per il protagonismo di ognuna della parti contraenti l'accordo, quasi fossero le uniche sensibilità presenti in Cgil. Di fatto è la premessa al "Patto di cartello" per ridurre gli spazi a qualsiasi altra sensibilità di esprimersi e di vivere nel congresso Cgil, a salvaguarda esclusiva dei soggetti contraenti l'accordo.

4. Per questo occorre che le platee congressuali e la stessa definizione dei gruppi dirigenti – Comitati direttivi e Segreterie – in occasione dei singoli congressi, sia assolutamente rispettosa delle proporzioni di rappresentanza definiti al precedente Congresso e del percorso verso la costruzione di una nuova unità deciso dell’area programmatica Lavoro e Società, compresa la conferma, in questa fase, dell’esercizio del diritto di proposta e la continuità di esistenza come area programmatica, successivamente al Congresso nazionale, secondo le delibere regolamentari della Cgil.

Una palese trasgressione dello Statuto Cgil e del regolamento congressuale.
Lo statuto della Cgil afferma che
"Tutte le iscritte e gli iscritti sono elettori e possono accedere alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza; il voto è personale, o a mezzo delegati, eguale e libero". Conseguentemente anche il regolamento congressuale prevede che tutti gli iscritti siano liberi di concorrere ad essere eletti come delegati per partecipare al congresso, e ciò avviene attraverso diversi meccanismi, dal congresso di base a quello nazionale.
Ma in barba a questi principi democratici, l'interesse dell'apparato di Lavoro e Società è tale da arrivare a chiedere alla maggioranza un accordo per blindare il congresso, a decidere ancora prima che i congressi partano come saranno formate le platee congressuali e quanti posti la maggioranza si impegna a garantire a Lavoro e Società.
Praticamente, mentre gli iscritti si aspettano di poter partecipare al congresso con la discussione e con la possibilità di eleggere le platee congressuali che dovranno poi decidere i nuovi gruppi dirigenti, succede che, 12 segretari ormai in scadenza e l'ex sinistra sindacale (ormai di fatto in scioglimento) pretendano di decidere tutto prima e sulle loro teste, al solo scopo di garantire la tenuta dell'accordo politico tra le rispettive cordate.
Non solo, per tutelare meglio gli interessi della ex sinistra sindacale, e per ripagarla della decisione di sciogliersi e di passare alla maggioranza, a questa viene lasciato anche il diritto di proposta e la possibilità di continuare ad esistere ed a essere riconosciuta ufficialmente come una delle correnti della maggioranza. Di fatto si sancisce la predetrminazione del risultato congressuale, facendo addirittura apparire inutile lo stesso percorso congressuale che, se questo accordo dovrebbe rimanere valido, sarebbe già stato tutto deciso.

A riprova dell'importanza che questo accordo ha per i soggetti contraenti sta inoltre la loro "alleanza", nel corso del direttivo Cgil dello scorso 18 luglio nel quale la maggioranza e l'ormai ex sinistra sindacale di Lavoro e Società hanno votato assieme contro la richiesta avanzata da altre soggettività (Rinaldini della Fiom per fare un esempio) che chiedevano di poter collegare l'elezione dei delegati al congresso al voto sui contenuti di eventuali tesi alternative. Questa votazione, in se un fatto gravissimo ed antidemocratico, è significativa della deriva che il gruppo dirigente di Lavoro e Società ha intrapreso da tempo. Proprio l'ex sinistra sindacale Cgil, che è potuta esistere grazie solo alla battaglia di tanti (delegate e delegati Rsu) per il riconoscimento delle diverse pluralità, è ora complice di una manovra (l'accordo dei 12 segretari ed il voto nel direttivo Cgil del 18 luglio) che di fatto uccide il pluralismo e la sua possibilità di espressione congressuale, affermando (in accordo con la maggioranza) che l'unica sensibilità e l'unico pluralismo che può essere rappresentato e tutelato sono loro. Ci siamo abituati a vedere di tutto negli ultimi anni di Lavoro e Società (dalla firma e dalla difesa di accordi al ribasso, alle aperture su legge 30 ed orario di lavoro) ma questo decadimento ha ora assunto connotati definitivi proprio sul come il loro pragmatismo (altra parole per dire opportunismo) li ha portati a deformare ed a piegare unicamente sui loro interessi il concetto di democrazia sindacale. Un decadimento evidente proprio nell'arroganza con cui questi schiacciano (in accordo con la maggioranza) il diritto di espressione congressuali di pluraismi e sensibilità diverse, e dall'altra intascano un accordo che tutela l'esistenza della loro cordata indipendentemente dal voto degli iscritti al congresso.

Inoltre. C'è una bella ed ulteriore arroganza nell'impegno assunto nell'accordo dei 12 segretari confederali quando si afferma ..
" Per questo occorre che le platee congressuali e la stessa definizione dei gruppi dirigenti – Comitati direttivi e Segreterie – in occasione dei singoli congressi, sia assolutamente rispettosa delle proporzioni di rappresentanza definiti al precedente Congresso e del percorso verso la costruzione di una nuova unità deciso dell’area programmatica Lavoro e Società" . Chi l'ha detto che i consensi che Lavoro e Società ha avuto nel precedente congresso ci siano ancora tutti. Gran parte della precedente platea congressuale che ha permesso a Lavoro e Società di esistere non si riconoscono più in questo gruppo dirigente. Per quale ragione, allora, a Lavoro e Società viene oggi garantito dalla maggioranza la stessa percentuale del precedente congresso, senza verifica alcuna sull'attuale effettivo grado di consenso e di rappresentatività di questo gruppo dirigente che, per altro, ha proceduto all'accordo con la maggioranza senza averne avuto, nè tanto meno cercato, il mandato dalla sua base congressuale. Nell'accordo si cita ... "percorso verso la costruzione di una nuova unità deciso dell’area programmatica Lavoro e Società". Deciso da chi e quando ??? Sappiamo solo che ci sono state riunioni ristrette, quasi solo degli apparati dell'area e che l'unica assemblea nazionale (se mai la si può chiamare assemblea) è convocata per settembre, cioè a giochi fatti.

5. La maggioranza espressa del XIV Congresso si assume, perciò, la responsabilità di garantire che nelle fasi congressali che precedono il Congresso nazionale viva pienamente lo stesso diritto di proposta esercitato finora da Lavoro e Società.

Qui la maggioranza esplicita chiaramente il suo ruolo di garante affinchè nel percorso congressuale venga garantito all'ex sinistra sindacale in Cgil (ormai ridottasi a mera cordata Pattiana) la possibilità di mantenere il peso che questa rivendica. Praticamente una dichiarazione di rispetto del Patto realizzato tra le due sensibilità, e quindi di inutilità del congresso. Con questa dichiarazione si pone infatti una compromettente pietra tombale sulla trasparenza del percorso congressuale, e sul riconoscimento del ruolo che gli iscritti dovrebbero avere, almeno una volta ogni quattro anni, nella verifica e nella elezione dei suoi gruppi dirigenti.
All'ex sinistra sindacale Lavoro e Società, viene di fatto riconosciuto un immeritato e non statutariamente previsto "Diritto di proposta" che, se aveva senso e dignità anche statutaria, in presenza di documenti alternativi, perde ogni ragione di esistere nella misura in cui questi hanno deciso di sciogliersi nella maggioranza Cgil. Di Fatto, e questo è gravissimo, viene riconosciuto ad una corrente della nuova maggioranza, quanto è statutariamente previsto solo per le aree programmatiche congressuali. Così facendo si apre un pericoloso precedente al ritorno ad una Cgil organizzata per correnti organizzate.


6. Con la conclusione di tutti gli atti relativi al XV Congresso si sanzionerà la piena unità programmatica della Confederazione e verrà meno, perciò, la ragione del mantenimento del diritto di proposta. Pertanto, alla selezione dei gruppi dirigenti, compreso l’incarico di Segretario Generale ai vari livelli, parteciperanno anche le compagne e i compagni di Lavoro e Società, in quanto, a pieno titolo componenti della nuova maggioranza congressuale.

Qui tutto diventa evidente. Alla fine di scopre che l'obiettivo è quello di dare un contentino all'apparato di Lavoro e Società per garantirsi il suo scioglimento come area programmatica e la sua ufficiale entrata nella maggioranza. Hanno un bel dire, i compagni di Lavoro e Società, nel sostenere che la loro area non si scioglierà. Lo stesso accordo da loro voluto e sottoscritto lo sta a sanzionare con estrema chiarezza ed efficacia. Quindi appare evidente che tutto l'impegno a mantenere in piedi l'area in questi mesi che ci separano dalla conclusione del congresso è funzionale solo a rendere esigibili i benefici dell'accordo per l'apparato dell'area, dopo di che ogni legame anche solo formale con l'esperienza precedente ed i delegati che l'hanno sostenuta, sparirà definitivamente.

7. Le compagne e i compagni firmatari di questo documento si rendono garanti della piena realizzazione dell’insieme di questo processo politico e impegnano, allo stesso fine, in particolare, le compagne e i compagni dei Centri regolatori.

Col capitolo conclusivo si smonta anche l'ipocrisia presente nel titolo "documento di intenti sottoscritto dai 12 segretari confederali". Se di una lettera di intenti si tratta, questa non dovrebbe avere alcun valore ai fini dell'effettivo risultato che si promette di realizzare. Ma che senso ha questo "rendersi garanti" da parte di una segreteria ormai dimissionaria ad impegnare i centri regolatori alla realizzazione degli impegni sopra assunti?. E che senso ha allegare ciò ad un regolamento congressuale che, unico e solo, dovrebbe regolare il percorso congressuale, e che questo accordo pre congressuale di fatto contraddice e svilisce? Se ciò fosse lecito chiunque, allora, basta che sia iscritto alla Cgil, potrebbe, con pari dignità dei 12 segretari, contrarre una lettera di intenti dove uno promette un posto all'altro ed allegarlo al regolamento. Ma in realtà, come si vede dal contenuto e dal tono perentorio del documento, non si tratta di un documento di intenti, ma di un vero e proprio accordo per predeterminare il congresso, quindi impugnabile sul piano statutario ed illegittimo sul piano del codice civile per un sindacato, che non è una SPA nè tanto meno un'ente di diritto privato, ma una libera associazione nella quale ogni iscritto ha, nella possibilità di contare e decidere, pari dignità di Epifani e di Patta. Non lo diciamo noi ma lo Statuto della CGIL.

Ma della bontà e della validità di questo accordo, sulla necessità che venga dichiarato illegittimo e reso inagibile a fronte della sua palese illegatlità e mancanza di rispetto verso la partecipazione libera degli iscritti nel percorso congressuale e del loro diritto di esprimere liberamente il loro voto partecipando così senza predeterminazione alcuna alla costruzione dei propri gruppi dirigenti, se ne parlerà ancora nelle prossime settimane, su tutti i piani con cui l'argomento può essere affrontato.
E' chiaro comunque che tale palese violazione dei principi di democrazia, trasparenza e partecipazione che dovrebbero informare il percorso congressuale di un sindacato, sarà anche oggetto, all'avvio dei congressi di base, di ordini del giorno da far votare nelle assemblee, che ne denuncino l'antidemocraticità e ne richiedano l'eliminazione.

PS: Notate la data in calce all'accordo. L'accordo per la spartizione delle platee congressuali, nei posti nei CD e nelle segreterie è stato fatto un mese fa. Tenuto quindi segreto fino all'ultimo. Se non è trasparenza e democrazia questa ...............


Roma, 27 giugno 2005

Guglielmo Epifani
Gian Paolo Patta
Paola Agnello Modica
Carla Cantone
Titti Di Salvo
Fulvio Fammoni
Mauro Guzzonato
Marigia Maulucci
Paolo Nerozzi
Achille Passoni
Morena Piccinini
Nicoletta Rocchi

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