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Congresso Cgil

Per non cadere in errori passati

(11 Agosto 2005)

Caro direttore, da alcune settimane sul nostro giornale, attraverso gli articoli di compagni e compagne come Giorgio Cremaschi, Paolo Ferrero e Marilde Provera, per citarne alcuni, si è aperto giustamente un dibattito sul prossimo congresso della Cgil.

Tutti conveniamo sull'importanza dell'evento in quanto si svolge in un momento nel quale il quadro politico e quello economico stanno attraversando un periodo molto delicato.
Il quadro politico lascia prefigurare una sconfitta di Berlusconi e la possibilità che ritorni a governare il centrosinistra, da qui la necessità che all'interno della Cgil si faccia vera chiarezza sulla sua autonomia per non cadere in errori già fatti nel passato.

Nei prossimi mesi dovremo essere capaci, indipendentemente da chi governerà, di respingere il tentativo di far pagare il costo delle politiche dissennate degli ultimi anni ai lavoratori, già martoriati dalle crisi aziendali che li stanno espellendo dal mondo del lavoro.

Passando al quadro economico e allo stato di salute delle nostre aziende, dovremo essere capaci di non farci tentare da un nuovo patto concertativo, così come avvenne nel 1993 richiamandoci al senso di responsabilità, questi ultimi dodici anni ne hanno dimostrato il fallimento e i lavoratori ne escono con le ossa rotte.

La Cgil per poter svolgere un ruolo contrattuale efficace non può farsi imprigionare in una gabbia che ne limiterebbe fortemente l'azione, la pratica sindacale svolta dalla Fiom in questi anni ci ha insegnato come sia possibile rompere gli schemi che di volta in volta i padroni propongono al solo scopo di cancellare i diritti dei lavoratori e tagliare sistematicamente i salari.

Un'altra pratica della Fiom che si è dimostrata irrinunciabile è il rapporto democratico con la propria base, il vincolo che si determina con il voto di mandato sulle piattaforme è lo strumento essenziale per far contare veramente la volontà dei lavoratori e a richiamare noi sindacalisti a fare fino in fondo il nostro dovere, questa pratica deve diventare un patrimonio di tutta la Cgil.

Per ultimo voglio dire che non si può iniziare un congresso avendo già stabilito a tavolino le percentuali che saranno utilizzate per costruire il futuro gruppo dirigente, un patto correntizio di questa natura fa perdere di valore a un evento così importante e non rispetta gli iscritti che nei prossimi mesi saranno chiamati a dibattere le tesi a loro proposte e per tanto rischiano di ratificare cose già decise.

P. F. Dacio Fiom Alessandria (Liberazione 11 agosto)

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