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ferroviere che pare popeye 2

Com'era prevedibile il demone delle nomine e delle spartizioni, naturalmente “oneste e dignitose”, attraversate le poltrone governative, il sottosegretariato diffuso, la R.A.I. è approdato in Trenitalia.
Il cosiddetto “azzeramento” dell'ex consiglio di amministrazione in forte odore P.D. ha prodotto un ibrido topolino formato da 2 consigliere ri-confermate e dalla premiazione di 2 antichi manager cresciuti in azienda, provenienti da “sistemi urbani” e “innovazione e sistemi informativi”.
Equamente suddivisi per indice di gradimento l'A.D. ai 5 stelle, il Presidente alla lega.
Questa è l'”assicurazione della continuità nelle cose buone e la discontinuità in quelle cattive” secondo l'omelia di monsignor Di Maio.

Dietro il paravento della “professionalità” si celano uomini e donne per tutte le stagioni, e per tutti i governi, comunque vincolati ai processi europei di internazionalizzazione e di intermodalità del trasporto (vedi recente acquisizione ANAS da parte di Trenitalia).
D'altra parte, al di la di qualche promessa su “corsie preferenziali per il traffico governativo” da parte governativa, nei fatti si riconfermano, nell'attuale vertice aziendale, i protagosnisti dell'attuale epoca a.v., e di tutto il sistema tecnico-organizzativo-pubblicitario che gli gira intorno.

Intanto, con la scusa del ricambio dirigenziale, e con la realtà della franchigia antisciopero estiva, “vertenze e procedure di raffreddamento” sono bloccate, o sospese fino in autunno.
Intanto è quotidiana l'immissione di nuove strutture logistiche nazionali non contrattate di contorno al sistema a.v.-a.c. (vedi le lounge!).
Intanto, anche grazie ai bidoni contrattuali firmati dai sindacati complici, prosegue la scarnificazione dei diritti dei ferrovieri (vedi l'ultima chiusura del contratto con “chef express” e la conseguente fine della possibilità di mangiare per il personale mobile e non solo), e della clientela perseguitata da quotidiani disagi “per interruzione temporanea linea elettrica” proprio sull'a.v..
Intanto, prosegue la strage di macchinisti e ferrovieri anziani subito prima o subito dopo una pensione diventata un miraggio dopo essere stata innalzata di ben 9 anni!

Ma di quale “cambiamento” parlano i saltimbanchi della politica?
Noi pensiamo che il vero cambiamento lo possono portare soltanto i ferrovieri, veri artefici e conoscitori dei treni, delle stazioni, delle biglietterie, delle assistenze, e delle problematiche di un viaggiare moderno, sicuro e di qualità eguale per tutti.
Noi pensiamo che il vero cambiamento lo possono attuare solo i ferrovieri uniti all'utenza, nella comunanza degli stessi interessi, fuori da faraonismi inutili e da chiacchiere incompetenti.
Il vero cambiamento può iniziare se ci svegliamo, abbandonando il torpore anestetizzante che ci immobilizza da troppi anni, se ci liberiamo da scorie sindacali ormai putrefatte, interessate solo al mantenimento della loro cadaverica microstruttura.
Ci vuole una scossa, un sussulto, una presa di coscienza collettiva e generale.

LA FERROVIA SIAMO NOI!
RIVOLTIAMOCI ORA, NON NELLA TOMBA!

Pino ferroviere

Fonte

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