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    Un governo al servizio dell’ultradestra USA

    (2 Agosto 2018)

    La nascita del governo M5S-Lega Nord è avvenuta in una fase di acutizzazione delle contraddizioni interimperialiste, fra cui la contraddizione tra gli USA e l’UE (principalmente la Germania).

    Nella lotta che si è svolta per varare questo governo populista di colazione, nei condizionamenti esterni e negli equilibri interni, nella scelta dei personaggi che lo compongono, si sono riflessi i rapporti fra le grandi potenze in rivalità fra di loro per l’egemonia mondiale.

    Ciò significa che non possiamo vedere il difficile parto del governo diretto dal prestanome Conte al di fuori di un’aspra contesa internazionale, data la posizione che riveste il nostro paese in Europa e nel Mediterraneo.

    Chi ha vinto in questa disputa? Evidentemente gli USA di Trump, che hanno lavorato per favorire l’intesa “giallo-verde” e oggi possono contare su un governo italiano che funziona come un grimaldello per scardinare l'UE a guida tedesca, loro potente concorrente commerciale.

    Gli elogi sperticati di Trump a Conte al fallimentare vertice del G-7 di Charlevoix e le dichiarazioni rilasciate dopo l’incontro del 30 luglio alla Casa Bianca dimostrano che l’Italia è il vassallo più utile agli USA in Europa.

    D’altronde, i capi politici del governo gialloverde sono notoriamente legati all’imperialismo nordamericano, oggi diretto dall’ala più reazionaria della borghesia monopolistica.

    Ricordiamo i viaggi negli USA di Di Maio del maggio e del novembre 2017 per creare le condizioni della vittoria elettorale; ricordiamo le sue dichiarazioni sulla NATO (“col presidente Trump la pensiamo allo stesso modo'') e sulle tasse alle imprese per accreditarsi agli occhi del miliardario sciovinista della Casa Bianca.

    Ma è soprattutto Salvini che vanta uno stretto rapporto con l’estrema destra americana che è al potere. E’ noto l’incontro fra Salvini e Donald Trump nell’aprile del 2016, a margine di un comizio elettorale a Philadelphia. Poi c’è stato quello dell’8 marzo 2018 a Milano, con Steve Bannon (l’ex stratega di Trump) nel quale il neo-nazista yankee ha convinto Salvini a realizzare l’alleanza con il M5S per dimostrare che il populismo poteva governare nell’UE.

    Dopo le elezioni, il 21 marzo, Salvini e l’amerikano Giorgetti sono stati i primi ad essere ricevuti all’ambasciata USA a Roma (la precedenza non è casuale).

    "Trump argina la prepotenza tedesca": basta questa dichiarazione dell’attuale ministro di polizia per capire al servizio di chi sta e che ruolo gioca il capo leghista.

    Anche su una questione di primaria importanza come l’accordo sul nucleare iraniano Salvini sta con gli Stati Uniti e Israele, mentre sulle sanzioni a Mosca esprime una posizione differente - ma solo a parole, perché non può permettersi di andare oltre - in quanto rappresentante degli interessi economici della piccola e media industria del nord.

    L’importanza che il falco Bannon accorda al governo populista italiano, e soprattutto a Salvini, è significativa: “il leader della Lega rappresenta il Nord, ovvero tre quarti del Pil nazionale…. se Salvini governerà con i cinquestelle sarà lui la forza trainante….l’Italia è il centro politico del mondo”.

    L’appoggio dell’estrema destra USA al governo italiano e ai nazional-populismi europei (lo stesso Bannon sta mettendo in piedi un “movimento” per formare un “supergruppo” nel prossimo parlamento europeo, indicazione subito raccolta da Salvini, Orban, Farage, Le Pen, etc.) ha un obiettivo preciso: indebolire la tenuta della UE, già compromessa dalle sue contraddizioni interne.

    Per gli USA poter disporre in Italia, anello debole dell’UE dei monopoli, di un governo populista che mette in discussione da destra i trattati europei è un gran vantaggio.

    Da parte sua il governo Salvini-Di Maio non sta certo deludendo i padrini d’oltreoceano che lo controllano strettamente. Le posizioni sostenute al vertice UE, sulla ratifica del trattato CETA, sulla politica migratoria, l’appoggio agli USA sulle missioni e sulle spese militari, sul gasdotto TAP, le continue tensioni con Bruxelles, con la Francia e la Germania, etc. parlano chiaro: Roma è l’apripista della destra americana nella lotta per destabilizzare e disarticolare l’UE a guida tedesca, finalizzata al mantenimento della supremazia mondiale statunitense.

    La situazione politica creatasi in Italia fa comodo anche a Putin che può inserirsi in questa lotta fra USA e UE per conquistare spazi, influenza e spostare equilibri.

    In Europa si preannunciano conflitti furibondi. Il governo italiano li sta fomentando giorno dopo giorno, non per sostenere c“interessi nazionali”, che la borghesia ha da un pezzo abbandonato, ma per fare da cavallo di Troia a Trump. All’interno di questa contesa anche il progressivo degrado e imbarbarimento del paese ha una sua logica.

    La classe operaia del nostro paese per non finire schiacciata nella lotta fra gli USA e i suoi rivali, per non pagarne per intero il prezzo, per non essere portata alla rovina, per riprendere la marcia verso i suoi obietti immediati e storici deve riconquistare la sua completa indipendenza ideologica e politica. Questo significa soprattutto una cosa: Partito comunista marxista e leninista!

    2 agosto 2018 (38° anniversario della strage fascista e atlantica di Bologna)

    Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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