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Beni culturali in pericolo: anche l’ex Monastero dei Teresiani di Lecce è in disfacimento

Lo “Sportello dei Diritti” propone la creazione di un osservatorio permanente sul degrado dei beni culturali

(7 Settembre 2018)

monastero dei teresiani

Il crollo del tetto della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma ha riaperto il dibattito sulla manutenzione e il monitoraggio dei nostri beni culturali a livello nazionale. A Lecce, ad esempio in via Libertini l'edificio dell’ex Monastero dei Teresiani, conosciuto anche come ex Caserma Cimarrusti, è in disfacimento come rappresentano eloquentemente le fotografie inoltrateci da Beppe D’Ercole, presidente dell’associazione “Vivere Lecce” che per primo ha segnalato l’emergenza. Di proprietà della Provincia, una ventina di anni addietro, l’ex Monastero fu oggetto di opere di consolidamento statico, nel corso delle quali fu eliminato il giardino ad agrumi all’interno del chiostro e furono effettuati scavi archeologici non portati a termine per esaurimento dei fondi stanziati. Ne fu pertanto decisa la “cartolarizzazione”, che non ha avuto esito positivo. Nel frattempo all’interno del chiostro si è sviluppata...una giungla! Che ancor più compromette la staticità della costruzione. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è accettabile che nessuna testimonianza architettonica del nostro passato cada in malora, figuriamoci uno dei monumenti più importanti del Centro Storico di Lecce, lungo il suo “cardo” quotidianamente percorso da turisti, in pieno centro, a due passi dal Duomo, sia lasciato deperire. Se la Provincia, proprietaria, non ha i fondi per il suo restauro che vengano comunque reperiti con la massima urgenza perché questo non è solo un problema dell’istituzione Provincia ne solo dei leccesi: è una questione della collettività intera. Che siano la Regione e/o il Ministero del Beni culturali a stanziare le necessarie risorse, in ogni caso dev’essere colto il grido d’allarme affinchè venga salvato con la massima solerzia un Bene così prezioso.

Lecce, 6 settembre 2018

Giovanni D’AGATA

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