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Un percorso di lotta da sostenere

(13 Settembre 2018)

L’offensiva politica e ideologica del governo di destra e antioperaio di Salvini e Di Maio si sviluppa potendo contare, per ora, sul consenso di settori di massa che sperano di ottenere qualcosa dalla sua nefasta azione e sul campo completamente libero lasciato dal fracasso del riformismo, che ne ha preparato l’avvento con le politiche di austerità.

L’attacco ai migranti, ai sindacalisti di lotta, agli occupanti di case, ai centri sociali combattivi, ai giovani rivoluzionari, alle conquiste sociali e culturali prosegue senza soste. Una pesante cappa reazionaria, razzista, oscurantista si estende su tutto il paese.

In questa difficile situazione si sviluppano le resistenze di settori proletari che non piegano la testa. Dagli operai delle grandi fabbriche che si oppongono ai licenziamenti e ai piani di ristrutturazione ai facchini della logistica in lotta contro il supersfruttamento, dai lavoratori dei trasporti ai precari, dai disoccupati organizzati agli occupanti di casa, dai collettivi che si battono contro la militarizzazione e la guerra imperialista alle donne proletarie che combattono il maschilismo e il patriarcato, le battaglie di classe non si fermano.

I contenuti e i livelli espressi da queste resistenze di classe sono evidentemente diversi, ma vi sono numerosi punti in comune, in primo luogo la necessità di lottare per farla finita con una società a misura degli sfruttatori, dei ricchi, dei parassiti, dei mercanti di armi.

Ciò che oggi si avverte con forza è la necessità di rompere l’isolamento locale e categoriale in cui le lotte sono costrette, di rafforzare la solidarietà reciproca e lavorare per costruire un fronte di lotta anticapitalista.

Il percorso di costruzione di questo fronte anticapitalista va avanti da mesi, con gli appelli, le iniziative di lotta nazionali (ricordiamo la manifestazione del 24 febbraio scorso a Roma – vedi Scintilla n. 87) e settoriali (ad es. lo sciopero in Fiat di marzo – v. Scintilla n. 88, 89 e 90), i momenti di dibattito (assemblee di Pomigliano del 23 giugno, di Bologna dell’8 luglio, di Roma del 4 agosto etc.) realizzati grazie all’impulso fornito dal SI Cobas, dai coordinamenti operai e da altre realtà di lotta e sociali.

Da questo processo di mobilitazione e organizzazione, che seguiamo con grande attenzione, partecipando alle sue scadenze, è emersa la necessità di definire in maniera più precisa un quadro unitario, che si sostanzia in una piattaforma in costruzione con chiari contenuti sindacali e politici di classe, e di dar vita a momenti di lotta più ampi.

Per questo è stato stabilito di realizzare lo sciopero nazionale del prossimo 26 ottobre che a partire dal settore della logistica tenderà a generalizzarsi il più possibile, e il corteo nazionale del 27 ottobre a Roma, che vedrà fra i suoi obiettivi la lotta al razzismo di Stato del governo Lega-M5S, chiaramente da un punto di vista di classe, che nulla ha a che vedere con quello del PD e della sinistra borghese.

In vista di queste date diverse iniziative di mobilitazione a livello locale faranno crescere il reciproco sostegno militante e rafforzeranno il percorso di lotta.

Noi appoggiamo questo percorso, ben sapendo che la costruzione di un fronte anticapitalista non si risolverà con uno sciopero e una manifestazione.

Lo facciamo senza esitazioni e con spirito unitario, per rafforzare il tessuto di solidarietà di classe, opponendoci alle posizioni autoreferenziali e divisioniste, così come a quelle attesiste o del fiancheggiamento del governo populista, nella micidiale illusione di ricavarne vantaggi oppure di “usarlo” per avanzare nella lotta.

L’ampliamento ad altre strutture e collettivi proletari è importante. Ma pensiamo che ancora di più lo sia la formazione di Comitati di fronte unico di lotta, che raccolgano attorno a sé operai di diverse tendenze, iscritti e non iscritti ai sindacati, accomunati dalla volontà di lottare per la difesa intransigente dei propri interessi economici e politici, contro il capitalismo. Questo è un passaggio cruciale per lo sviluppo della partecipazione e della mobilitazione di classe.

Lavoriamo dunque per moltiplicare, sviluppare e unire nella lotta, negli scioperi, nelle piazze, le resistenze alla politica reazionaria dell’attuale governo. Lavoriamo per costruire momenti di collegamento e centralizzazione delle lotte, per inserirle in un solo fronte anticapitalista con la classe operaia alla sua testa. Lavoriamo per il Partito, strumento di direzione e unificazione della classe operaia.

Da Scintilla n. 91 – settembre 2018

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