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(5 Ottobre 2018)
Prima ci costringono ad elemosinare,
poi ci reprimono quando siamo costretti a farlo.
Ci tocca lottare per essere
sfruttati a “tempo indeterminato”,
per vivere alienati in condomini carceri,
in quartieri ghetto, in metropoli di cemento,
per trovare la “socialità” nella famiglia e in rapporti disumani “finchè morte non ci separi”.
Ma nemmeno questo ci spetta,
si fatica anche solo a sopravvivere.
Occorre alzare lo sguardo,
non accontentarsi piu' del nulla,
tornare a volere molto, l'impossibile, tutto!
Solidarietà agli sfrattati, agli arrestati, ai denunciati, ai feriti di Villa Gordiani!
…..MA NON FINISCE QUI !
La costante corrispondenza tra processi di centralizzazione di capitale e di controllo e repressione subisce, nella fase storico-politica del passaggio dalla democrazia delegata alla democrazia imperialista un'accelerazione a cura degli ultimi governi “progressisti” e dell'attuale governo del “cambiamento”.
In questo quadro si inserisce l'attuale militarizzazione di interi settori di lavoro finora dedicati ai “servizi al cittadino” (vigili urbani-vigili del fuoco-dipendenti di R,F.I. rete ferroviaria italiana) che sempre piu' spesso vengono utilizzati come forze collaterali o direttamente protagoniste di operazioni d'ordine e sicurezza “competenza” storica di guardie ed affini.
In ossequio alla perenne campagna elettoral-securitaria sulla sicurezza la caccia all'immigrato fa il paio con quella all'occupante di case, o al clochard, o al lavoratore insubordinato.
Il diritto giuridico si riempie dei valori assoluti della proprietà, e della sua difesa, costi quel che costi.
Come tutti i diritti, anche quello alla casa appartiene alla legalità di questa società.
Chi lo infrange, attentando alla proprietà privata, viene perseguito....
Il 27 settembre polizia di stato e guardie municipali appoggiate per la prima volta da una squadra di pompieri, operavano nel quartiere di Villa Gordiani lo sfratto di una signora di 70 anni pensionata da 500 euro al mese.
Gli sgomberatori, sfondando con asce e calci la finestra dell'appartamento, trascinavano all'esterno la signora, usando manganelli e spray al peperoncino contro quanti protestavano, denunciandone 52, mandandone all'ospedale 2 ed arrestandone 4, liberati il giorno dopo.
Un episodio che rappresenta un salto di qualità nella spirale repressiva e nell'utilizzo, come mercenari asserviti, di gruppi di “lavoratori” con funzioni di servizio etico-civile in pratica securitaria.
Il diritto individuale garantisce speculazione, ricchezza e sfruttamento, perseguitando il diritto collettivo che, esprimendo bisogni primari, occupa!
Il diritto alla ricchezza è la condizione per la povertà.
La libertà del diritto è la negazione del diritto alla libertà!
Il rapporto tra diritto individuale e diritto collettivo è un rapporto di forza, nel senso che l'uno è inversamente proporzionale all'altro: piu' forza esprimono i movimenti di classe meno diritto individuale si esercita.
Il resto è fumo, o mediazione politica, cioè tentativo di interloquire col potere, cercando sponde o illudendosi di utilizzare una qualche contraddizione tra stato centrale, governo e autonomie locali.
Non si può sacrificare l'accumulo e l'organizzazione di forze di classe sull'altare di scambi tra appoggi elettorali ed elemosine sociali.
E' anche per questo, oltre che per l'oggettiva sproporzione di forze, che la “risposta” alla repressione assume quasi sempre la forma dell'improvvisazione, apparendo insufficiente, frammentata, scoordinata, quando non assente.
Occorrerebbe una risposta di classe unitaria, forte, decisa, al livello dello scontro complessivo che i poteri ci impongono, una risposta strategica, che coniughi il particolare con il generale, che superi le secche ghettizzanti della “settorialità” e delle “specializzazioni”, e che “costringa” ogni lotta contingente in una visione complessiva anticapitalista.
Nel rinnovare la solidarietà agli sfrattati ed al comitato di lotta Villa Gordiani, ci impegniamo ad operare ovunque in questa direzione.
le compagne ed i compagni di “classe contro classe”
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