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SAVONA: LA COSTITUZIONE DEVIATA DAI FASCISTI (CON IL BENEPLACITO DEL PREFETTO)

(25 Ottobre 2018)

A Savona, dopo le bombe dell’inverno 1974 – 75, stiamo vivendo un’altra stagione di provocazioni fasciste e di sfregio verso la profonda anima antifascista e democratica della Città: una profondità di senso e di comunione di intenti storicamente molto più pregnante degli stessi riconoscimenti ufficiali.

Per rispondere a queste provocazioni succede tisi nell’ultimo periodo il Comitato Antifascista ha promosso per sabato 27 ottobre una manifestazione unitaria collegando anche l’intento antifascista con le iniziative antirazziste in programma in molte città d’Italia.

Succede però che il tradizionale percorso delle manifestazione savonesi che dal centro città attraversa il quartiere operaio di Villapiana si troverebbe costretto, in questa occasione, a sfilare davanti alla sede di Casa Pound aperta proprio di recente.

Verso questa apertura si sono già verificate diverse manifestazioni antifasciste svoltesi proprio davanti alla sede fascista e condotte senza alcun incidente, nel pieno della legalità e dell’espressione democratica.

Ciò nonostante il prefetto di Savona ha ritenuto turbativo il passaggio del corteo antifascista previsto per il 27 ottobre ed ha deliberato una modifica del percorso.

Si tratta di una decisione inaudita per un motivo essenziale: la manifestazione è stata indetta per affermare fino in fondo l’impianto etico e politico della nostra Costituzione attraverso la quale si esprime la natura antifascista della Repubblica, come è del resto dimostrato dall’articolo XII delle disposizioni transitorie e finali che vi sono contenute.

Vietando il passaggio del corteo il Prefetto ha violato la Costituzione Repubblicana equiparando i partigiani suoi difensori ad un gruppo come quello di Casa Pound che rivendica l’eredità diretta della dittatura nera e dell’alleanza con il nazismo.

Questo dato va sottolineato con grande forza ed è assolutamente necessario che sia contrastato sviluppando una intensa azione di vigilanza democratica, segnalando a tutti i livelli l’operato di un Ufficio del Governo che si permette di muoversi al di fuori e contro il dettato costituzionale non garantendo la libertà di manifestazione.

Ricordando ancora che il corteo del Primo Maggio segue almeno dal dopoguerra lo stesso percorso.

Franco Astengo

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