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(26 Ottobre 2012) Enzo Apicella
Una ricerca del ministero della Salute indica che a Taranto le morti per tumori sono nettamente al di sopra della media

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A TUTTA VELOCITA’ VERSO LA CATASTROFE

(6 Dicembre 2018)

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Sono allarmanti i dati delle organizzazioni internazionali che si occupano del cambiamento climatico: Il rapporto del comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) afferma che dall’inizio dello sviluppo industriale i sistemi produttivo e di vita umani hanno causato un aumento di un grado della temperatura terrestre. Può non sembrare importante ma questo incremento, in realtà molto rapido, ha prodotto gli squilibri climatici che tutti possiamo vedere e il progressivo scioglimento dei ghiacci dei poli (al polo nord questo inverno sono stati registrati 4,9 gradi sopra la media, confermati sia da rilevazioni russe che americane).

L’accordo di Parigi del 2016 si proponeva di limitare l’aumento a 1,5 gradi, ma per far questo tutte le emissioni di gas serra andrebbero azzerate entro il 2050, riducendole della metà rapidamente, entro i prossimi 12 anni, mentre secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia queste sono aumentate nel 2017 e molto probabilmente anche nel 2018, dopo una diminuzione tra il 2014 e il 2016

L’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) afferma che il pianeta non aveva una concentrazione cosi alta di anidride carbonica da 800.000 anni e che il 2018 si avvia ad essere il quarto anno più caldo dall’inizio delle rilevazioni mondiali, quindi dalla metà dell’800. I venti anni più caldi da quella data sono stati negli ultimi 22 anni.

E’ chiaro che questo sistema economico e di vita sta dimostrando sempre più il suo fallimento, anche se non si vedono ancora forze organizzate capaci di superarlo, ma comunque le emissioni dei gas serra vanno assolutamente abbattute in tempi brevi fino ad eliminarle. Nel caso contrario, aumenteranno ancora gli squilibri climatici e lo scioglimento dei ghiacci, con conseguente innalzamento del livello marino, diminuirà la vivibilità nelle zone calde, crescerà la desertificazione e questi fatti produrranno importanti conseguenze sociali, ad esempio l’aumento della mortalità negli anziani e ondate di migrazioni umane, nonché effetti biologici incalcolabili.

Sul contrasto al cambiamento climatico dovremmo costruire un’ampia coalizione delle organizzazioni sociali e politiche, comunità e singoli che hanno questo obiettivo come priorità.

E ognuno dovrebbe impegnarsi nel proprio quotidiano per ridurre le emissioni come per sempio utilizzando l’automobile il meno possibile e favorendo il trasporto pubblico.

L’umanità ha poco tempo per limitare danni che potrebbero essere irreversibili o comunque di lunghissimo periodo

Tommaso Adimari

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