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IL TRAVAGLIATO “PROCESSO DI PACE” IN SUDAN

(8 Dicembre 2018)

Dal n. 71 di "Alternativa di Classe"

Omar al-Bashir

Il Presidente sudanese Al-Bashir

Il Ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt, dal 27 al 30 Ottobre, ha tenuto dei colloqui a Khartoum, per discutere con il Presidente sudanese Al-Bashir gli sviluppi dei recenti processi di pace.
A seguito degli incontri, anche il Presidente del Movimento Giustizia ed Eguaglianza (JEM), movimento antigovernativo di ispirazione islamista, ha sottolineato come il Governo abbia accettato di creare un nuovo meccanismo per l'attuazione di tutti gli accordi e per risolvere definitivamente i conflitti nel territorio.
Lo stesso Presidente di JEM ha poi aggiunto che il Fronte Rivoluzionario Sudanese (attivo nelle regioni del Kordofan meridionale, del Nilo Azzurro e del Darfur) ha svolto una riunione a Parigi, sempre dal 27 al 30 Ottobre, con l'obiettivo di definire una soluzione politica globale per raggiungere la pace nel Paese, partendo dalle radici del problema e non escludendo nessuna delle forze politiche sudanesi. Ha spiegato, infatti, l'importanza del raggiungimento di un accordo di pace condiviso da tutti, e si è detto non più intenzionato a supportare qualsiasi tipo di accordo parziale, visto che le politiche divisorie attuate fino ad ora hanno già dimostrato il loro fallimento e non sono riuscite a prevenire nuovi conflitti.
Dalla fine di Ottobre in poi il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, infatti, su richiesta del Governo sudanese, ha chiuso in Darfur, e consegnato alla gestione del Governo stesso, quattro basi della “Missione di pace UNAMID”, cui ONU partecipa insieme alla Unione Africana (UA), in vista della fine della medesima Missione, prevista per il 2020.
Più di recente, il Segretario del Movimento per la Liberazione del Sudan (SLM), Prof. N. Taha, ha però ricordato che il 12 Novembre a Doha (Qatar) si è conclusa una serie di consultazioni tra l'inviato speciale del Qatar, nonché Responsabile del fascicolo di pace in Darfur, il portavoce del SLM e un portavoce del JEM, che doveva servire a rilanciare il processo di pace attualmente sospeso a causa dell'intransigenza del regime. I due portavoce, Minni Arko Minawi per il SLM e il Dr. Jibril Ibrahim Mohamed per il JEM, hanno dettagliatamente esposto la situazione all'inviato speciale del Qatar, trattando la crisi in Darfur, in Kordofan, e nel Blue Nile, e le pesanti violazioni che avvengono quotidianamente in tutta la nazione, approfondendo in particolar modo i problemi che hanno riguardato il processo di pace.
Nello stesso quadro, i delegati dei due movimenti hanno poi avviato degli incontri con i delegati africani di UNAMID nella capitale etiopica Addis Abeba da Venerdì 23 u. s.
Nel frattempo, dal giorno 20 di questo mese, il Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan (SPLM) ha accolto l'iniziativa del Presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, per la riunificazione delle forze rivoluzionarie del Sud Sudan. Il Presidente ha fatto appello ai leaders delle fazioni del SPLM e del SPLM Nord, ricordando a tutti che la divisione in due movimenti sta seriamente danneggiando tutto il lavoro di opposizione. L'iniziativa del Presidente S. Kiir è diretta a fermare la guerra e raggiungere la pace nelle regioni del Blue Nile, del sud Kordofan e del Darfur, perché qualsiasi processo di pace, ferma restando la divisione del SPLM, risulterebbe incompleto e non duraturo.
Infine, dal lato della resistenza non armata, il Consiglio direttivo della opposizione al regime, denominata “Sudan Call”, ha lanciato una campagna di massa denominata "BASTA", volta a respingere la riforma costituzionale e la nomina a presidente del dittatore Omar Al-Bashir, che si candiderebbe per un ulteriore mandato dal 2020.
Certamente una pacificazione nazionale potrebbe essere una importante precondizione per la grande massa di popolazione povera per uscire dalle solite insicurezze di vita, soprattutto se si andasse verso un superamento dei due stati sudanesi, ma per i proletari sudanesi è importante capire prima di tutto quali siano gli interessi di fondo che guidano il “processo di pace”: se restassero gli stessi che hanno guidato le estenuanti guerre di questi anni, la stessa prospettiva di pace è ipotecata in partenza!...

Alternativa di Classe

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